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VENEZIA, la città «modello» dei social network

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La città «modello» dei social network

Fonte: la Nuova di Venezia — 03 ottobre 2009   pagina 17   sezione: CRONACA

ll censimento di Mauro Magnani , aggregatore di tribù digitali: “un fenomeno partecipativo nel mondo della Rete”. Il dieci per cento della popolazione veneziana è iscritta a qualche community on line.

Venezia? Un modello di città capace di generare tribù digitali con oltre 6 mila cittadini che si ritrovano a discutere in una dozzina di attivissimi social network. Li ha censiti Mauro Magnani, “cacciatore” di gare internazionali per una società di ingegneria e “aggregatore di tribù” del Web.

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Venezia fa scuola nel mondo dell’aggregazione sociale e politica in Rete?

“A chiunque conosca abbastanza bene la realtà del social networking veneziano” spiega Magnani, “risulta di tutta evidenza quante siano le aggregazioni che utilizzano già da anni un ning, un gruppo di discussione, una pagina di Facebook per promuovere la loro attività: il dato interessante e che va meditato è che 10% della popolazione di Venezia è relamente attivo nel “confronto” in Rete, una fruizione di Internet indubbiamente di tipo evoluto. Certo non tutti interagiranno con la stessa intensità ma il dato è impressionante”.

cittadinanza digitale ponte rialto

1701 iscritti a 40xVenzia.ning.com, 1176 a Salviamo Venezia, 798 a Venessia.com, 721 Ripopolare Venezia, 700 Fronte Per Venezia, 656 Venezia WIFI Community, 432 Save Venetian Beach (in difesa del Lido degli Alberoni), Tribù Digitali Veneziane 377, UN Volto NUovo Per Venezia, Associazioni per Venezia 142, Venezia in Movimento 124, Boca de le Denunzie 122. Molti nomi si rincorrono da una parte all’altra, ma il fenomeno esiste.

“Lamentificio” o reale possibilità di incidere sul quotidiano?

“Importante è che molte centinaia di persone abbiano capito che il mezzo offerto da Internet può, “deve”, essere utilizzato concretamente nell’ottica della promozione di un effettivo cambiamento” prosegue Magnani nella sua analisi, “certo in qualche caso il “rumore di fondo” non è indifferente ma è preferibile far cernita attiva di ciò che è disponibile in Rete piuttosto che appiattirsi nel ruolo passivo di spettatori della tivù. La chiave oggi è l’interazione e la condivisione di saperi e non c’è mezzo più efficiente della Rete per far questo”.

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La comunità piu’ forte come numero di componenti è quella di Cittadinanza Digitale, ormai vicina ai 20.000 iscritti: gli aderenti alla Rete wi-fi del Comune.

“E’ un intervento pubblico importante , che sarà ricordato per il suo impatto innovativo” conclude Magnani, “ora a mio parere devono essere forniti ai cittadini contenuti informativi localizzati di buon livello, possibilmente coinvolgendo nella generazione degli stessi proprio i cittadini ed i turisti di passaggio. Contenuti che vanno immediatamenti posti in Rete. Credo insomma che un servizio di informazione strettamente locale ed in tempo reale sia davvero una priorità di servizio. Gli americani le chiamano hyperlocal news”.

cittadinanza digitale gru venezia marghera

Anche le “tribù” veneziane si sono iscritte al barcamp in programma dal 23 al 25 ottobre all’Arsenale; non un ritrovo goliardico di appassionati smanettoni, ma l’incontro tra appassionati ed esperti della Rete.

“Personalmente avrei chiamato questo appuntamento “Forum dell’Innovazione”, conclude Magnani, “usare termini come barcamp e/o blogger contribuisce ad aumentare la distanza con quanti in Rete ci sono arrivati da poco o ci arrivano solo adesso. Invece si cercherà di parlare anche a quella parte di utenza di Internet meno addetta ai lavori, per consolidare un rapporto virtuoso di collaborazione tra le varie realtà che che già oggi si confrontano in Rete. Con l’obiettivo comune di produrre idee e proposte innovative utili alla collettività come nel caso dell’elaborazione della “Carta Etica Digitale”, per una fruizione consapevole della Rete che presenteremo come elaborato comune degli iscritti all’Associazione “INNOVATORI”.

Articolo di Roberta De Rossi

Fonte immagini: Cittadinanza Digitale

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L’ECONOMIA DIGITALE ci farà uscire dalla crisi

Il 4 agosto 2009 la Commissione europea ha pubblicato una interessante relazione sulla competitività digitale con la quale si dimostra come il settore digitale in Europa abbia compiuto progressi notevoli dal 2005: oggi il 56% degli europei usa regolarmente Internet, di cui l’80% mediante un collegamento ad alta velocità.

 

L’Europa è il primo continente al mondo realmente mobile, dal momento che conta più abbonati a servizi mobili che cittadini (il tasso di utilizzo è del 119%). Già nel 2004 Luca De Biase faceva emergere l’importanza della mobilità come traino per il mercato Ict.  E, ancora De Biase, nel giudicare le risposte di un campione di sedicenni italiani intervistati dall’Eurisko, sottolineava che il cellulare è l’oggetto tecnologico più importante per i giovani, ma se devono esprimere un desiderio pensano al pc portatile. Le loro risposte sono fin troppo chiare: “”Il pc riflette me stesso in maniera digitale””, dichiarano i protagonisti della ricerca “Universo 16enni” dell’Eurisko. Il telefonino ce l’hanno, il portatile lo vorrebbero.

 

E quindi il tema della mobilità digitale, senza esclusione di età, si intreccia sempre più con le aree del consumo quotidiano. Tra l’altro, proprio di questo tema emergente dell’Economia Digitale, se ne è parlato lo scorso 11 giugno allo IULM di Milano al convegno “Le nuove frontiere della mobilità digitale: connettività, design, consumo quotidiano”, al quale è intervenuto James Katz della Reutgers University e Gianfranco Marrone dell’Università di Palermo, assieme a Satomi Sugiyama del Franklin College e Shin Dong King del Sciences Po, South Korea.

 

Ma, ritornando alla relazione sull’Economia Digitale, si prevede che l”Europa può spingersi anche oltre, visto che una generazione di giovani europei esperti di tecnologie digitali sta svolgendo un ruolo di primo piano per favorire la crescita e l’innovazione.

Studio Baroni classi età economia digitale relazione UE 2009 Vittorio Baroni

Se l’Europa vuole riprendersi in modo sostenibile dalla crisi economica, è essenziale sviluppare il potenziale offerto dall’economia digitale. Oggi la Commissione desidera chiedere ai cittadini quale strategia l’UE dovrebbe adottare in futuro per garantire all’economia digitale le migliori possibilità di sviluppo.

 

E in questo secondo grafico contenuto nella relazione UE, si può notare l’inversione di tendenza prevista… primi segnali di ripresa si dovrebbero percepire già in questo secondo semestre 2009:

Studio Baroni previsioni economia digitale relazione UE 2009 Vittorio Baroni

 

Infine c’è comunque da dire che l’Italia ancora non brilla in termini di Innovazione e ciò emerge in modo netto netto nell'”Innobarometer 2009″. I dati evidenziano che la posizione italiana, rispetto all’innovazione è al di sotto della media dei 27 così come il tasso di crescita.

 

 

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