Comunicazione, digitale, Giovani, Marketing, Ricerca, Veneto

Inizia il progetto Veneto Creators con 28 giovani promotori territoriali

Veneto Creators è un innovativo progetto di marketing territoriale che ha l’obiettivo di promuovere le eccellenze venete mediante nuovi contenuti social su Instagram e TikTok. I protagonisti sono 28 giovani creativi organizzati in sette squadre, una per ciascono dei territori di Belluno, Rovigo, Padova, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza dei quali faranno lo storytelling digitale.

Il progetto è coordinato dalla cafoscarina Veronica Civiero fondatrice di ViralVeneto con laurea in Economia e Gestione delle Imprese e da colui che per primo inziò a raccontare il Veneto sui social, cioè Nicola Canal “Canal il Canal” che sarà la voce narrante dei contenuti prodotti dalle squadre.

Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha detto che “Sono l’orgoglio del Veneto. Amano il Veneto e sono orgogliosi di poterlo raccontare e rappresentare nei social network. Sono 28 Veneto Creators e oggi, assieme a loro, la Regione del Veneto dà il via ufficiale alla sfida digitale che racconterà tutto ciò che di più bello e inedito è custodito nelle sette province. Ogni gruppo ha un suo tema che diventerà contenuto digitale e virale, su Instagram o TikTok. Dall’enogastronomia alla natura, passando dalla storia all’arte e usando anche la lingua veneta che fa parte del nostro patrimonio. Toccheranno sia gli aspetti culturali, sia le tematiche importanti come la sostenibilità e l’inclusione. I creators, in questo viaggio di tre mesi, saranno supportati dalle DMO e dai Consorzi di Promozione turistica, una sinergia che darà ancora più valore a ogni singolo luogo. L’obiettivo è che 28 voci creative propaghino il loro messaggio, per migliaia di volte, grazie all’interazione nei social”.

Ecco le 7 squadre di Veneto Creators

Fino al 7 giugno 2023 le sette squadre saranno al lavoro per creare i contenuti, ovvero due video per ogni creator ed un contenuto di squadra. Alla fine dell’attività verranno premiati i tre team che si saranno distinti nella comunicazione e per i loro contenuti.

Belluno

Padova

Rovigo

Treviso

Venezia

Verona

Vicenza 

#venetocreators

digitale, Innovazione, Ricerca, Società della Conoscenza

AI Intelligenza Artificiale. La storia interna di ChatGPT nel dialogo di Will Douglas Heaven con quattro autori

Novembre 2022, la società OpenAI lancia senza clamore ChatGPT. Nessuno all’interno dell’azienda era preparato per un mega successo virale. Cosa è avvenuto in pochi mesi? Quali saranno gli sviluppi?

Andiamo a comprendere dietro le quinte il fenomeno culturale che nel gennaio 2023, a soli due mesi dal lancio, ha raggiunto la strabiliante cifra di 100 milioni di utenti attivi mensili. ChatGPT è l’applicazione consumer con la crescita più rapida nella storia.

Ringraziamo Will Douglas Heaven, senior AI editor del MIT Massachusetts Institute of Technology Technology Review, che voluto condividere il suo dialogo con quattro autori di ChatGPT.

By Will Douglas Heaven

Per conoscere la storia dietro il chatbot (software che simula una conversazione con un essere umano), come è stato realizzato, come OpenAI lo ha aggiornato dal momento del rilascio e cosa pensano i suoi creatori del suo successo, ho parlato con quattro persone che hanno contribuito a creare quella che è diventata una delle app Internet più popolari che mai. Oltre ad Agarwal e Fedus, ho parlato con John Schulman, cofondatore di OpenAI, e Jan Leike, leader del team di allineamento di OpenAI, che lavora sul problema di far fare all’AI ciò che i suoi utenti vogliono che faccia (e nient’altro) .

Quello che mi è venuto fuori è stata la sensazione che OpenAI sia ancora perplesso dal successo della sua anteprima di ricerca, ma ha colto l’opportunità per portare avanti questa tecnologia, osservando come milioni di persone la stanno usando e cercando di risolvere i problemi peggiori man mano che si presentano.

Da novembre, OpenAI ha già aggiornato più volte ChatGPT. I ricercatori stanno utilizzando una tecnica chiamata adversarial training per impedire a ChatGPT di consentire agli utenti di indurlo a comportarsi male (noto come jailbreak). Questo lavoro mette l’uno contro l’altro più chatbot: un chatbot interpreta l’avversario e attacca un altro chatbot generando testo per costringerlo a superare i suoi soliti vincoli e produrre risposte indesiderate. Gli attacchi riusciti vengono aggiunti ai dati di addestramento di ChatGPT nella speranza che impari a ignorarli.       

OpenAI ha anche firmato un accordo multimiliardario con Microsoft e ha annunciato un’alleanza con Bain, una società di consulenza gestionale globale, che prevede di utilizzare i modelli di intelligenza artificiale generativa di OpenAI nelle campagne di marketing per i suoi clienti, tra cui Coca-Cola. Al di fuori di OpenAI, il clamore su ChatGPT ha dato il via a un’altra corsa all’oro attorno a modelli linguistici di grandi dimensioni, con aziende e investitori di tutto il mondo che sono entrati in azione.

È un sacco di clamore in tre brevi mesi. Da dove viene ChatGPT? Quali misure ha adottato OpenAI per assicurarsi che fosse pronto per il rilascio? E dove stanno andando dopo?  

Quanto segue è stato modificato per lunghezza e chiarezza.

Jan Leike: È stato travolgente, onestamente. Siamo stati sorpresi e abbiamo cercato di recuperare.

John Schulman: Stavo controllando molto Twitter nei giorni successivi al rilascio, e c’è stato questo periodo folle in cui il feed si stava riempiendo di screenshot di ChatGPT. Mi aspettavo che fosse intuitivo per le persone e mi aspettavo che ottenesse un seguito, ma non mi aspettavo che raggiungesse questo livello di popolarità mainstream.

Sandhini Agarwal: Penso che sia stata sicuramente una sorpresa per tutti noi quante persone hanno iniziato a usarlo. Lavoriamo così tanto su questi modelli che dimentichiamo quanto possano essere sorprendenti per il mondo esterno a volte.

Liam Fedus: Siamo rimasti decisamente sorpresi di quanto bene sia stato accolto. Ci sono stati così tanti tentativi precedenti di un chatbot generico che sapevo che le probabilità erano contro di noi. Tuttavia, la nostra beta privata ci ha dato la certezza di avere qualcosa che le persone potrebbero davvero apprezzare.

Jan Leike: Mi piacerebbe capire meglio cosa sta guidando tutto questo, cosa sta guidando la viralità. Ad esempio, onestamente, non capiamo. Non lo sappiamo.

Parte della perplessità del team deriva dal fatto che la maggior parte della tecnologia all’interno di ChatGPT non è nuova. ChatGPT è una versione perfezionata di GPT-3.5, una famiglia di modelli linguistici di grandi dimensioni che OpenAI ha rilasciato mesi prima del chatbot. GPT-3.5 è esso stesso una versione aggiornata dGPT-3 , apparso nel 2020. L’azienda rende questi modelli disponibili sul proprio sito Web come interfacce di programmazione delle applicazioni o API, che rendono facile per altri sviluppatori di software collegare i modelli al proprio codice . OpenAI ha anche rilasciato una precedente versione perfezionata di GPT-3.5, chiamata InstructGPT, nel gennaio 2022. Ma nessuna di queste versioni precedenti della tecnologia è stata presentata al pubblico. 

Liam Fedus: Il modello ChatGPT è messo a punto dallo stesso modello linguistico di InstructGPT e abbiamo utilizzato una metodologia simile per perfezionarlo. Abbiamo aggiunto alcuni dati di conversazione e messo a punto un po’ il processo di formazione. Quindi non volevamo sopravvalutarlo come un grande progresso fondamentale. Come si è scoperto, i dati conversazionali hanno avuto un grande impatto positivo su ChatGPT.

John Schulman: Le capacità tecniche grezze, valutate dai benchmark standard, in realtà non differiscono sostanzialmente tra i modelli, ma ChatGPT è più accessibile e utilizzabile.

Jan Leike: In un certo senso puoi intendere ChatGPT come una versione di un sistema di intelligenza artificiale che abbiamo avuto per un po’ di tempo. Non è un modello fondamentalmente più capace di quello che avevamo in precedenza. Gli stessi modelli di base erano disponibili sull’API da quasi un anno prima dell’uscita di ChatGPT. In un altro senso, l’abbiamo reso più allineato con ciò che gli umani vogliono farne. Ti parla in dialogo, è facilmente accessibile in un’interfaccia di chat, cerca di essere utile. Questo è un progresso incredibile e penso che sia ciò che le persone stanno realizzando.

John Schulman: Deduce più facilmente l’intento. E gli utenti possono ottenere ciò che vogliono andando avanti e indietro.

ChatGPT è stato addestrato in modo molto simile a InstructGPT, utilizzando una tecnica chiamata apprendimento per rinforzo dal feedback umano (RLHF). Questa è la salsa segreta di ChatGPT. L’idea di base è prendere un modello di linguaggio di grandi dimensioni con la tendenza a sputare tutto ciò che vuole, in questo caso GPT-3.5, e perfezionarlo insegnandogli quali tipi di risposte preferiscono effettivamente gli utenti umani.

Jan Leike:Abbiamo avuto un folto gruppo di persone che leggeva i prompt e le risposte di ChatGPT e poi diceva se una risposta era preferibile a un’altra risposta. Tutti questi dati sono stati quindi uniti in un’unica esecuzione di allenamento. Gran parte di esso è lo stesso tipo di cosa che abbiamo fatto con InstructGPT. Vuoi che sia utile, vuoi che sia veritiero, vuoi che sia – sai – non tossico. E poi ci sono cose specifiche per produrre dialoghi ed essere un assistente: cose come, se la domanda dell’utente non è chiara, dovrebbe porre domande di follow-up. Dovrebbe anche chiarire che si tratta di un sistema di intelligenza artificiale. Non dovrebbe assumere un’identità che non ha, non dovrebbe affermare di avere capacità che non possiede, e quando un utente gli chiede di svolgere attività che non dovrebbe svolgere, deve scrivere un rifiuto Messaggio.

Sandhini Agarwal: Sì, penso che sia quello che è successo. C’era un elenco di vari criteri in base ai quali i valutatori umani dovevano classificare il modello, come la veridicità. Ma hanno anche iniziato a preferire cose che consideravano una buona pratica, come non fingere di essere qualcosa che non sei. 

Poiché ChatGPT era stato creato utilizzando le stesse tecniche utilizzate in precedenza da OpenAI, il team non ha fatto nulla di diverso quando si è preparato a rilasciare questo modello al pubblico. Hanno ritenuto che il livello che avevano fissato per i modelli precedenti fosse sufficiente.  

Sandhini Agarwal: Quando ci stavamo preparando per il rilascio, non abbiamo pensato a questo modello come a un rischio completamente nuovo. GPT-3.5 era già presente nel mondo e sappiamo che è già abbastanza sicuro. E attraverso la formazione di ChatGPT sulle preferenze umane, il modello ha appena appreso automaticamente il comportamento di rifiuto, dove rifiuta molte richieste.

Jan Leike: Abbiamo fatto qualche ulteriore “red-teaming” per ChatGPT, dove tutti in OpenAI si sono seduti e hanno cercato di rompere il modello. E avevamo gruppi esterni che facevano lo stesso genere di cose. Abbiamo anche avuto un programma di accesso anticipato con utenti fidati, che hanno fornito feedback.

Sandhini Agarwal: Abbiamo scoperto che generava alcuni output indesiderati, ma erano tutte cose che genera anche GPT-3.5. Quindi, in termini di rischio, come anteprima della ricerca, perché era quello che inizialmente doveva essere, andava bene.

John Schulman: Non puoi aspettare che il tuo sistema sia perfetto per rilasciarlo. Abbiamo testato le versioni precedenti per alcuni mesi e i beta tester hanno avuto impressioni positive sul prodotto. La nostra più grande preoccupazione riguardava la fattualità, perché al modello piace fabbricare le cose. Ma InstructGPT e altri modelli linguistici di grandi dimensioni sono già disponibili, quindi abbiamo pensato che fintanto che ChatGPT è migliore di quelli in termini di fattualità e altri problemi di sicurezza, dovrebbe andare bene. Prima del lancio abbiamo confermato che i modelli sembravano un po’ più concreti e sicuri di altri modelli, secondo le nostre valutazioni limitate, quindi abbiamo deciso di procedere con il rilascio.

OpenAI ha osservato come le persone utilizzano ChatGPT sin dal suo lancio, vedendo per la prima volta come si comporta un modello linguistico di grandi dimensioni quando viene messo nelle mani di decine di milioni di utenti che potrebbero cercare di testarne i limiti e trovarne i difetti. Il team ha provato a saltare sugli esempi più problematici di ciò che ChatGPT può produrre, dalle canzoni sull’amore di Dio per i preti stupratorial codice malware che ruba i numeri delle carte di credito, e usarli per frenare le versioni future del modello.  

Sandhini Agarwal: Abbiamo molti prossimi passi. Sicuramente penso che il modo in cui ChatGPT è diventato virale abbia fatto esplodere molti problemi che sapevamo esistessero davvero e diventassero critici, cose che vogliamo risolvere il prima possibile. Ad esempio, sappiamo che il modello è ancora molto distorto. E sì, ChatGPT è molto bravo a rifiutare richieste errate, ma è anche abbastanza facile scrivere prompt che gli impediscano di rifiutare ciò che volevamo che rifiutasse.

Liam Fedus: È stato emozionante osservare le diverse e creative applicazioni degli utenti, ma siamo sempre concentrati sulle aree in cui migliorare. Pensiamo che attraverso un processo iterativo in cui distribuiamo, riceviamo feedback e perfezioniamo, possiamo produrre la tecnologia più allineata e capace. Man mano che la nostra tecnologia si evolve, inevitabilmente emergono nuovi problemi.

Sandhini Agarwal: Nelle settimane successive al lancio, abbiamo esaminato alcuni degli esempi più terribili che la gente avesse trovato, le cose peggiori che la gente vedesse in natura. Abbiamo valutato ciascuno di essi e abbiamo parlato di come dovremmo risolverlo.

Jan Leike: A volte è qualcosa che è diventato virale su Twitter, ma abbiamo alcune persone che in realtà contattano in silenzio.

Sandhini Agarwal: Molte cose che abbiamo scoperto erano jailbreak, che è sicuramente un problema che dobbiamo risolvere. Ma poiché gli utenti devono provare questi metodi contorti per far sì che il modello dica qualcosa di negativo, non è che questo fosse qualcosa che ci mancava completamente o qualcosa che ci ha sorpreso molto. Tuttavia, è qualcosa su cui stiamo lavorando attivamente in questo momento. Quando troviamo jailbreak, li aggiungiamo ai nostri dati di addestramento e test. Tutti i dati che stiamo vedendo alimentano un modello futuro.

Jan Leike:  Ogni volta che abbiamo un modello migliore, vogliamo pubblicarlo e testarlo. Siamo molto ottimisti sul fatto che un addestramento mirato all’avversario possa migliorare molto la situazione con il jailbreak. Non è chiaro se questi problemi scompariranno del tutto, ma pensiamo di poter rendere molto più difficile il jailbreak. Ancora una volta, non è che non sapessimo che il jailbreak fosse possibile prima del rilascio. Penso che sia molto difficile anticipare davvero quali saranno i veri problemi di sicurezza con questi sistemi una volta che li avrai implementati. Quindi stiamo ponendo molta enfasi sul monitoraggio di ciò per cui le persone utilizzano il sistema, vedendo cosa succede e quindi reagendo a ciò. Questo non vuol dire che non dovremmo mitigare in modo proattivo i problemi di sicurezza quando li anticipiamo.

A gennaio, Microsoft ha rivelato Bing Chat, un chatbot di ricerca che molti presumono essere una versione del GPT-4 ufficialmente non annunciato di OpenAI. (OpenAI afferma: “Bing è alimentato da uno dei nostri modelli di nuova generazione che Microsoft ha personalizzato specificamente per la ricerca. Incorpora i progressi di ChatGPT e GPT-3.5.”) L’uso di chatbot da parte di giganti della tecnologia con reputazioni multimiliardarie per proteggere crea nuove sfide per coloro che hanno il compito di costruire i modelli sottostanti.

Sandhin Agarwal: La posta in gioco in questo momento è decisamente molto più alta di quanto non fosse, diciamo, sei mesi fa, ma è ancora più bassa di dove potrebbe essere tra un anno. Una cosa che ovviamente conta davvero con questi modelli è il contesto in cui vengono utilizzati. Come con Google e Microsoft, anche una cosa che non è fattuale è diventata un grosso problema perché sono pensati per essere motori di ricerca. Il comportamento richiesto di un modello di linguaggio di grandi dimensioni per qualcosa come la ricerca è molto diverso rispetto a qualcosa che dovrebbe essere solo un giocoso chatbot. Dobbiamo capire come percorrere il confine tra tutti questi diversi usi, creando qualcosa che sia utile per le persone in una vasta gamma di contesti, in cui il comportamento desiderato potrebbe davvero variare. Ciò aggiunge più pressione. Perché ora sappiamo che stiamo costruendo questi modelli in modo che possano essere trasformati in prodotti. ChatGPT è un prodotto ora che abbiamo l’API. Stiamo costruendo questa tecnologia generica e dobbiamo assicurarci che funzioni bene su tutto. Questa è una delle sfide chiave che dobbiamo affrontare in questo momento.

John Schulman: Ho sottovalutato la misura in cui le persone indagano e si preoccupano della politica di ChatGPT. Avremmo potenzialmente potuto prendere decisioni migliori durante la raccolta dei dati di addestramento, il che avrebbe ridotto questo problema. Ci stiamo lavorando adesso.

Jan Leike: Dal mio punto di vista, ChatGPT fallisce spesso: ci sono così tante cose da fare. Non sembra che abbiamo risolto questi problemi. Dobbiamo tutti essere molto chiari con noi stessi e con gli altri sui limiti della tecnologia. Voglio dire, i modelli linguistici esistono da un po’ di tempo ormai, ma siamo ancora agli inizi. Conosciamo tutti i problemi che hanno. Penso che dobbiamo solo essere molto sinceri, gestire le aspettative e chiarire che questo non è un prodotto finito.

Credits: Will Douglas Heaven technologyreview.com

#ChatGPT #MIT

    

Comunicazione, Comunicazione Pubblica, Partecipazione, Ricerca

Contratto di servizio Rai: appello della società civile e delle professioni

Un appello aperto della società civile e delle professioni della comunicazione e dell’informazione per rendere trasparente e partecipato il percorso di rinnovo del contratto di servizio delle Istituzioni con la Rai. Parte la campagna di adesione online alla lettera aperta promossa da Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica (COMPUBBLICA) e INFOCIVICA – Gruppo di Amalfi

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Senza un processo trasparente e partecipato dalla società civile, un atto fondamentale come il contratto di servizio della Rai, la cui scadenza è stata posticipata a settembre 2023, rischia di far perdere all’Italia l’occasione di avere la prima azienda culturale del Paese al passo con i tempi, i valori e le sfide di oggi e dell’immediato futuro.

In una lettera aperta promossa dall’Associazione Italiana della comunicazione pubblica e istituzionale insieme a Infocivica-Gruppo di Amalfi e sottoscritta da un numero crescente di organizzazioni e di esponenti della società civile vengono avanzate tre richieste cogenti:

  • trasparenza dei processi decisionali;
  • priorità del presupposto di “servizio pubblico” per la Rai;
  • valutazione seria ed oggettiva del rispetto degli obblighi da parte della Rai e di tutti i contributi pubblici necessari ad attuare i compiti che le sono affidati.

Secondo i promotori dell’appello, infatti, già la pandemia ha documentato quanto il sistema radiotelevisivo e digitale di servizio pubblico sia il fondamentale riferimento per le persone, soprattutto in momenti emergenziali.

Le sfide culturali dei prossimi anni, tra cui il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda per lo sviluppo sostenibile, la candidatura dell’Italia per l’esposizione universale del 2030 e la costruzione di una società sempre più inclusiva e multiculturale, ma dal chiaro marchio identitario e di tutela delle tradizioni italiane nella traiettoria europea, spingono la società civile ad auspicare un concreto e trasparente lavoro partecipativo per far sì che il contratto di servizio tra il governo e la Rai sia un concreto volano di sviluppo.

La prima azienda culturale del Paese – proseguono i firmatari dell’appello – rappresenta un asset strategico per l’esercizio dei diritti delle persone, in particolare per recuperare alla partecipazione civica la crescente disaffezione elettorale dei cittadini. In quest’ottica il contratto di servizio rappresenta un momento fondamentale per garantire l’efficacia, l’efficienza, l’economicità e l’etica del servizio pubblico in un quadro di trasformazione digitale della media company italiana di servizio pubblico e come tale deve essere oggetto di dibattito e confronto pubblico i più ampi possibili.

APPELLO DELLA SOCIETÀ CIVILE E DELLE PROFESSIONI  SUL CONTRATTO DI SERVIZIO RAI

promosso da:

COMPUBBLICA (Associazione Italiana Comunicazione Pubblica e Istituzionale)

INFOCIVICA – Gruppo di Amalfi

Il Contratto di Servizio tra la RAI e il Governo definisce l’attività che la Società concessionaria svolge ai fini del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale. È il documento che sancisce gli obblighi del servizio pubblico della comunicazione, la cui scadenza era prevista a marzo 2023 ed è stata già prorogata al settembre prossimo. La scadenza ha subìto rinvii per il mancato insediamento della Commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI in questa legislatura, ma il confronto tra il Ministero competente e la RAI per il rinnovo (sulla base di linee guida emesse dall’AGCOM) è già iniziato, senza che molto se ne sappia e senza che nulla sia stato portato all’attenzione dell’opinione pubblica, anche specialistica.Per questa ragione, le Associazioni della società civile e professionali e i soggetti che promuovono e sottoscrivono questo appello ritengono che il nuovo Contratto di Servizio RAI debba essere portato all’attenzione dei cittadini e che diventi oggetto di dibattito e confronto trasparente tra i diversi operatori (sociali, professionali, tecnologici) che siano interessati a renderlo non solo uno strumento di orientamento dell’azienda, ma un indispensabile strumento di servizio pubblico nella trasformazione digitale nel nostro Paese. Infatti, il passaggio epocale in corso nel mondo della comunicazione, con l’ingresso impetuoso della Intelligenza Artificiale nella già tumultuosa rivoluzione o trasformazione digitale, impone al Paese di dotarsi di un moderno soggetto di comunicazione, informazione, coesione sociale, stimolo culturale e educativo, che sia al passo con i tempi e possa agire dando la massima produttività alle risorse investite.

I soggetti firmatari chiedono dunque:

  • Trasparenza dei processi decisionali, attenzione dei media e avvio di un serio dibattito pubblico sul rinnovo del Contratto di Servizio, in modo che questo superi le passate routines e porti la RAI a un sollecito rinnovamento, estendendo, il più possibile, il suo sguardo e la sua offerta alle giovani generazioni.
  • Il presupposto di “servizio pubblico” per la RAI divenga assolutamente prioritario, pur restando l’azienda una realtà che opera sul mercato della comunicazione digitale a tutto campo, passando dal concetto di “digital media  company” a quello di “digital media company di servizio pubblico”.
  • Alla rilevanza dei compiti affidati alla concessionaria corrisponda, contrattualmente, una valutazione, altrettanto seria ed oggettiva, di tutti i contributi pubblici necessari ad attuarli, anche attraverso l’individuazione di strumenti di misurazione e operativi che consentano la verifica, reciproca, della loro realizzazione.

Di seguito, in ordine alfabetico, le Associazioni e le organizzazioni che hanno finora aderito, ma l’appello resta aperto e quindi l’elenco sarà continuamente aggiornato. Chi si riconosce negli obiettivi di trasparenza, democraticità e partecipazione espressi dall’appello può infatti sottoscrivelo inviando email a compubblica@compubblica.it presidenza@infocivica.it.

AGE (Ass. Italiana Genitori), AIART (Ass. Cittadini Mediali) Onlus, AICAB (Ass. Italiana Cabarettisti) Aps, AIMC (Ass. Italiana Maestri Cattolici), AISDET (Ass. Italiana della Sanità Digitale e Telematica), ARTICOLO 21, AIIS (Ass. Italiana per l’Integrità della Salute), CENTRO CULTURALE SAN PAOLO Onlus, CNBA (Coordinamento Biblioteche di Architettura), COMPUBBLICA (Ass. Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale), COPERCOM (Coordinamento per la comunicazione), CIME (Consiglio Italiano del Movimento Europeo), EUROVISIONI, FARERETE BENE COMUNE Aps, FONDAZIONE ANNA MARIA CATALANO Onlus, FONDAZIONE SALVATORE CRUCITTI Onlus, FORUMSAD (Forum Permanente per il Sostegno a Distanza) Onlus, INFOCIVICA – Gruppo di Amalfi, LIBENTER, MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), MEDIA AID Onlus, PERIOD Think Tank Asp, RADUNI (Associazione italiana degli operatori e dei media universitari), SGI (Stati Generali dell’Innovazione), UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori), UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana), USIGRAI (Unione Sindacale Giornalisti Rai), WECA (Associazione Web Cattolici Italiani).

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In Veneto la capitale del digitale 🌐 “WMR Digital Summit” con Google, Semrush, PrestaShop e Nexi a Campolongo Maggiore

Ci sono eventi professionali che meritano di essere conosciuti. Nel Veneto innovativo, regione attrattiva del digitale, emerge la capacità di calamitare realtà mondiali importanti come Google a Semrush, PrestaShop e Nexi.

Si tratta del primo evento formativo “WMR Digital Summit” dedicato alla digital transformation e alle strategie omnichannel organizzato da WMR Group, specializzato in web marketing e research. Nel Veneziano, a Campolongo Maggiore, sono giunti decine di esperti internazionali. Si è parlato del futuro delle inserzioni pubblicitarie secondo Google. La marketing automation analizzata da Mapp, il content marketing raccontato da Semrush e persino le strategie di seo localizzate sul territorio con Local Strategy.

Partecipanti al primo evento “WMR Digital Summit”

Andrea Cappello, Ceo di WMR Group, ha detto che “Inizia una nuova era per la formazione aziendale”. Di fatto, un happening ritmato da tavole rotonde e speech molto verticali, di settore, che ha portato sotto lo stesso tetto i migliori cervelli che oggi stanno operando a tutti i livelli sul web per realizzare il sogno di ogni imprenditore: trovare clienti nuovi grazie alla comunicazione digital.

Tavola rotonda e formazione

La giornata si è aperta con una tavola rotonda dedicata al marketing omnichannel moderata da Vittorio Tessari, e-business strategist di Studio Cappello, che ha parlato dei comportamenti di acquisto online. L’evento è proseguito con la “formazione diffusa” che caratterizza il format “WMR Digital Summit”: speech paralleli nei diversi ambienti dell’headquarter, tra i relatori alcuni sono arrivati persino dalla Spagna. I temi trattati sono stati i più svariati: le buyer personas con Target Research, i chatbot con Oct8ne, la seo local con Local Strategy, Search360 con Making Science, il price watching con NetRivals, i processi di pagamento online con Scalapay e Nexi, la commerce growth con Criteo, le performance e-commerce con PrestaShop, la log analysis con Oncrawl, le recensioni con Trustpilot, la data privacy con DGRS Legal e l’innovation technology con Intergic.

La contaminazione dei partner

Il linguaggio della pandemia esprime bene il concetto di una realtà viva, propriettata al futuro con tanti soggetti attivi dove “il summit è stato un’occasione di contaminazione tra alcuni nostri partner italiani ed esteri e i nostri team di lavoro attraverso appuntamenti formativi, relazionali e conoscitivi”, spiega Andrea Cappello. “Un evento all’interno del percorso di valorizzazione e crescita che abbiamo ribattezzato WMRNext. Inizia così una nuova era per Studio Cappello e WMR, un percorso di crescita ambizioso che sta caratterizzando la nostra organizzazione al fianco di un numero sempre maggiore di partner”.

Andrea Cappello, Ceo WMR Group

La nuova sede di 1300 mq

L’occasione del summit è stata perfetta anche per presentare agli ospiti la nuova sede di WMR Group, creata nell’ottica di valorizzare chi lavora al suo interno: 1300 metri quadri su due piani, grandi open space, sale riunioni, uno spazio mensa e varie zone relax al chiuso e all’aperto, una location dedicata agli eventi e un food & drink space. A tal proposito, durante il digital summit si è anche parlato di valori etici e cultura dell’individuo in un contesto win win con l’azienda, che deve saper crescere in modo armonioso sia nel mercato che coi suoi collaboratori. A relazionare, l’azienda Peoplerise.

Le novità dell’ecosistema relazionale

Gianna Casarin, People & Culture Manager WMR, ha spiegato le novità relative all’ecosistema relazionale di WMR Group, all’interno del quale operano professionisti nella gestione dei dati e del web marketing. L’approccio data-driven, l’utilizzo di tecnologie avanzate e di metodologie di lavoro innovative garantiscono la massimizzazione del ritorno sugli investimenti su obiettivi quali lead, nuovi clienti, vendite. Del gruppo fanno parte la digital marketing agency Studio Cappello, la web agency Adviva e la hospitality agency WMRH.

“Riteniamo che ospitare eventi di questo genere nel nostro headquarter sia fondamentale sia dal punto di vista della formazione che dal punto di vista della contaminazione di idee, sia tra i nostri colleghi che coi professionisti che arrivano dall’esterno”, conclude Cappello. “Relazionarsi coi massimi esperti internazionali e ragionare attorno a temi concreti è fondamentale per la crescita dei nostri dipendenti. E il luogo di lavoro in tal senso funge da contenitore di valori, gli spazi pensati in modo adeguato aiutano il diffondersi della conoscenza tra persone”.

La scheda del gruppo WMR

Il gruppo WMR è suddiviso in tre divisioni, ciascuna specializzata in un campo specifico: Studio Cappello, agenzia di digital marketing che si occupa di sviluppo e-commerce; Adviva, verticale nella realizzazione di siti web e sistemi digitali; Wmrh, che affianca hotel e strutture turistiche nella crescita del business. A queste si aggiunge WMRA, l’academy del gruppo, che forma specialisti e manager sui temi del digital marketing.


“Il nostro marketing è molto più di una tecnica per vendere prodotti. È l’arte di far trovare subito alla gente quello che proponi, e continuare a farti amare e preferire nel tempo”

Andrea Cappello, Ceo WMR Group


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Sviluppo sostenibile – Nuova ricerca sugli impatti ambientali del sistema Terra e diseguaglianze sociali

Una nuova ricerca sul tema dello sviluppo sostenibile, curata da un team di scienziati internazionali, ha fatto emergere interessanti incidenze nel rapporto tra impatti ambientali e diseguaglianze sociali. Gli autori collegano la “grande accelerazione” dei rapidi aumenti degli impatti ambientali causati dall’uomo con una “grande disuguaglianza”.

Scarica la ricerca

I punti chiave della ricerca:

  • Sono necessari cambiamenti fondamentali per affrontare la povertà e la disuguaglianza riducendo al contempo gli impatti ambientali;
  • Le pressioni ambientali derivanti dal terzo più povero dell’umanità equivalgono alle pressioni causate dall’1-4% più ricco;
  • Coloro che hanno più mezzi per ridurre le pericolose emissioni di gas serra hanno anche una maggiore responsabilità nel farlo.

UNA VITA DIGNITOSA PER TUTTI: quali sarebbero le ulteriori pressioni sul sistema Terra se fosse raggiunto un adeguato accesso minimo a cibo, acqua, energia e infrastrutture?

Il nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Sustainability da un team internazionale di scienziati, tra cui i ricercatori del centro Laura Pereira, David McKay, Steven Lade e Johan Rockström, ha analizzato gli impatti del sistema Terra nel raggiungimento di una vita dignitosa per tutti. Lo studio è stato ispirato dalle discussioni sui potenziali compromessi tra il raggiungimento degli obiettivi sociali e ambientali.

Grafico disuguaglianze fabbisogni materiali selezionati con la popolazione cumulativa in asse 
x (per paese e come percentuale della popolazione mondiale) e livelli di consumo/spesa in asse y 

“Il documento sottolinea l’importanza di cambiamenti trasformativi fondamentali che affrontino la povertà e la disuguaglianza riducendo al contempo gli impatti ambientali: c’è un urgente bisogno di nuovi sistemi politici, economici, comportamentali e tecnologici che proteggano le persone e il pianeta”, afferma il coautore e centro ricercatrice Laura Pereira.

Gli autori hanno guardato oltre la soglia internazionale di povertà e hanno invece definito il “giusto accesso” come requisiti minimi pro capite che consentirebbero alle persone di condurre una vita dignitosa libera dalla povertà. La loro analisi ha mostrato un aumento delle pressioni sui sistemi naturali della Terra, aumentando le emissioni di gas serra del 26%, aumentando l’uso di acqua e suolo e l’inquinamento dei nutrienti del 2-5%.

Impatti del sistema Terra 2018

La grande disuguaglianza

L’analisi ha anche mostrato che queste pressioni, derivanti dal terzo più povero dell’umanità che ottiene un accesso adeguato alle risorse, eguagliano le pressioni causate dall’1-4% più ricco. Ciò significa che per raggiungere gli obiettivi sociali e ambientali, sono i ricchi che devono subire un cambiamento trasformativo, non quelli che vivono in povertà.

“Coloro che hanno più mezzi per ridurre le pericolose emissioni di gas serra hanno anche una maggiore responsabilità nel farlo” dice Johan Rockström, ricercatore del centro.

“Sono i ricchi che si appropriano della maggior parte delle risorse della Terra, non i poveri”, afferma l’autore principale, Crelis Rammelt dell’Università di Amsterdam e della Earth Commission.

“Mentre diventa chiaro che le persone in povertà non stanno causando il problema climatico, è anche chiaro che dobbiamo risolvere il clima, risolvere l’ineguaglianza. Gli impatti climatici stanno colpendo più duramente coloro che non hanno le risorse per affrontarli, sia a livello internazionale che all’interno Quando si tratta di agire, coloro che hanno più mezzi per ridurre le pericolose emissioni di gas a effetto serra hanno anche una maggiore responsabilità per farlo”, afferma il ricercatore del centro Johan Rockström.

Fonti:

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Interreg Italia Croazia 2021 > 2027

“Our Shared Blue Basin” è lo slogan dell’evento Interreg Italy-Croatia che si è tenuto alla Stazione Marittima di Venezia il 24 e 25 ottobre scorso. “Il nostro bacino blu condiviso” ha visto la partecipazione di autorità italiane e croate, agenzie, enti e un pubblico di centinaia di persone in presenza e streaming.

L’Iniziativa Interreg è un programma di sviluppo regionale con una dotazione di 202 milioni di € e sedi istituzionali a Venezia e Zara.

Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha sottolineato che “la Regione del Veneto è l’Autorità di Gestione del Programma anche per il periodo 2021-2027, dopo esserlo stato nel periodo 2014-2020 e che questo programma rappresenta un’ottima occasione per sviluppare relazioni e costruire nuovi rapporti economici e collaborativi tra territorio veneto e croato”.

Confindustria, Economia, Industria, Nordest, Porto Marghera Venezia, Pubblica Amministrazione, Ricerca, Sistemi gestionali

Opportunità ZLS, evento il 10 ottobre 2022 a Marghera Venezia

Dopo la firma del Dpcm Zona Logistica Semplificata Porto di Venezia – Rodigino della ZLS e in attesa del Regolamento attuativo, c’è un importante evento il 10 ottobre a Marghera Venezia inserito nella rassegna ITALIAN PORT DAYS con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Porti di Venezia e Chioggia e Confindustria Venezia-Rovigo.

L’intera area ZLS che sarà orientata nell’ottica dello sviluppo sostenibile è grandissima, oltre 4.680 ettari dei quali 385 ettari di zone dismesse o abbandonate di riconversione industriale nei territori di Venezia, Rovigo e 17 comuni del Polesine.

ISTAT, Resilienza, Responsabilità Sociale, Ricerca

Statistiche rapporti ISTAT 2022 e Sussidiarietà per lo sviluppo sociale

In che Italia, Europa e… Mondo viviamo? Che potenziale esprimono i nostri territori? Perchè non può esserci Sostenibilità senza Sussidiarietà?

Per decidere gli orientamenti futuri ci serve comprendere il presente. Per questo scopo consigliamo due pregevoli pubblicazioni scaricabili grais online. La prima è realizzata da ISTAT, la seconda dalla Fondazione per la Sussidiarietà assieme a ISTAT.

IL RAPPORTO 2022 ISTAT

La trentesima edizione del Rapporto annuale sulla situazione del Paese traccia un bilancio degli effetti dell’emergenza sanitaria sulla società e sull’economia nel momento del suo superamento.

VOLUME INTEGRALE
CAPITOLO 1 | Le prospettive di ripresa tra ostacoli e incertezza
CAPITOLO 2 | Due anni di pandemia: l’impatto su cittadini e imprese
CAPITOLO 3 | Famiglie, stranieri e nuovi cittadini
CAPITOLO 4 | Le diverse forme della disuguaglianza

IL RAPPORTO SUSSIDIARIETÀ

RAPPORTO SUSSIDIARIETÀ SVILUPPO SOCIALE

Il Rapporto è stato curato dalla Fondazione per la Sussidiarietà, ovvero un think tank nato nel 2002 per iniziativa di Giorgio Vittadini con l’obiettivo di fare della cultura sussidiaria un valore condiviso e un fermento di iniziative sociali, economiche e istituzionali. I dati dimostrano che la cultura sussidiaria contribuisce al benessere collettivo: partecipare ad attività sociali e di volontariato migliora la qualità della vita, facilita la ricerca di un lavoro e riduce il rischio di povertà.

Fonti: istat.it, sussidiarieta.net.

Agenda 2030, Ricerca, Sostenibilità

“Green Deal 2030” e il Cadore riparte Sostenibile, Inclusivo e Digitale

Ha preso il via “Green Deal 2030”, progetto per lo sviluppo sostenibile e il rilancio del Cadore da qui ai prossimi prossimi dieci anni.

L’innovativa progettualità nasce dalla Magnifica Comunità di Cadore, antichissima istituzione simbolo di federalismo nel nordest, già legata alla Serenissima con il “Privilegio Ducale” del 1420.

Si tratta di un progetto Sostenibile, Inclusivo e Digitale. La transizione verde per un’economia al servizio dei cittadini e dell’ambiente capace di includere giovani, famiglie, reti sociali, economiche ed istituzionali che l’innovazione tecnologica che agisce in modo trasversale.

Per seguire le attività c’è il sito greendealcadore.com.

Il progetto è impostato su 14 tavoli tematici e 5 ambiti di missione:

  • Dolomiti, infrastrutture fisiche e infrastrutture digitali;
  • Imprese e lavoro, motore dell’economia cadorina;
  • Turismo e identità cadorina per il Brand Cadore-Dolomiti;
  • Comunità cadorina, Cadore da abitare e vivere;
  • Scuola, Salute, Mobilità, Servizi comunali e di comunità.
Agenda 2030, Ambiente, Bandi europei, Economia, Europa, Formazione, Giovani, Innovazione, Pubblica Amministrazione, Resilienza, Responsabilità Sociale, Ricerca, Sistemi gestionali, Sostenibilità

PNRR – La resilienza è strategica nel Piano nazionale per la ripresa. Agenda 2030, innovazione, CSR e criteri ESG

resilienza italia europa - PNRR Piano nazionale rilancio e resilienza - vittorio baroni - studiobaroni.info

PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 gennaio 2021

Per imprese e territori, enti ed organizzazioni si sta presentando la grande opportunità di beneficiare del PNRR, ovvero il Piano Nazionale per la Ripresa che mette al centro la Resilienza.

Gli obiettivi prioritari puntano a promuovere la coesione economica, sociale e territoriale per la crescita sostenibile, nonché attenuare l’impatto sociale ed economico della crisi, sostenere le transizioni verde e digitale, incentivare la creazione di posti di lavoro nel periodo successivo alla crisi Covid-19.

Suggerimenti 

Gli ingenti fondi stanziati offrono grandi opportunità. Occorre agire con innovazione e lungimiranza e ripartire con coraggio per un nuovo tipo di sviluppo più sostenibile. Studio Baroni suggerisce una serie di orientamenti da introdurre nelle aziende, enti, associazioni e in qualsiasi organizzazione. 

INVESTIMENTI SOSTENIBILI AGENDA 2030 

Pubblico e Privato acquisteranno resilienza se sapranno orientare tutta la pianificazione tenendo in grande evidenza gli obiettivi internazionali di Agenda 2030. Poi, in particolare, occorre tener presente che la grande mole del sostegno finanziario agli investimenti pubblici sarà indirizzato verso la transizione verde e digitale. Questo interessa in modo particolare alle nuove generazioni. Quindi, in questo nuovo scenario traguardato alla fase post Covid-19, si farà ancora più strada la pratica dell’investimento responsabile.

FORMARE ALLA RESILIENZA

Suggeriamo di investire in formazione e organizzazione per aumentare la resilienza a tutti i livelli, perché è il giusto antidoto per affrontare qualsiasi crisi, superarla e trarre vantaggio. Va tenuto presente che la resilienza è presente in qualsiasi persona, realtà e organizzazione. Va ricercata e sviluppata per potersi rapportare al meglio nella società contemporanea contrassegnata dalla complessità. Formare alla resilienza significa muoversi con efficacia nel contesto influenzato dalla pandemia e dalla globalizzazione, dalla mobilità sociale e la multiculturalità. La resilienza permette di convivere con i cambiamenti climatici e la rivoluzione tecnologica digitale che sta trasformando radicalmente tutta la nostra società.

FARE E GESTIRE INNOVAZIONE

Studio Baroni suggerisce un approccio olistico all’innovazione e propone il laboratorio formativo con il metodo “Sviluppo Resiliente“. In vista della ripresa post Covid-19 è importante fare e gestire innovazione in modo strutturato, continuativo e inclusivo. Chi saprà cogliere le opportunità di resilienza della crisi in corso, potrà ripartire alla grande con ottime garanzie di successo. In questo senso suggeriamo anche la nuova ISO 56000 pubblicata di recente lo scorso 18 febbraio e in evoluzione. Contiene i concetti fondamentali e i principi per la gestione dell’innovazione e la sua attuazione sistematica.

CSR RESPONSABILITÀ SOCIALE

La CSR Corporate Social Responsibility individua pratiche e comportamenti che qualsiasi impresa e organizzazione può adottare su base volontaria. Ad esempio, la ISO 37101 è ottima per organizzazioni che puntano a migliorare resilienza e capacità di adattamento al contesto economico, sociale e ambientale. La CSR Serve soprattutto per migliorare i rapporti con i propri portatori d’interesse, nel senso di stakeholder intesi come collaboratori, fornitori, clienti, partner, comunità e istituzioni locali. Consente di accrescere la resilienza poiché mira a conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del territorio di riferimento. I vantaggi sono evidenti. Ad esempio, secondo una recente ricerca, le certificazioni legate alla CSR (FSC, Sustainable cleaning, Friend of the sea, Ecocert, UTZ, Fairtrade, Ecolabel, Cruelty free) determinano gli acquisti dei consumatori per un valore di poco inferiore ai 4 miliardi €.

IMPLEMENTARE CRITERI ESG

Per tutte le imprese è sicuramente strategico implementare il più presto possibile nuovi modelli organizzativi finalizzati a migliorare la propria performance in relazione ai criteri ESG, cioè Environmental, Social e Governance. Ambientale, Sociale e Governance sono tre fattori centrali, ormai inevitabili, per misurare (ed essere misurati) circa la sostenibilità e l’impatto sociale di un investimento. In merito a questo argomento ricordiamo che la Commissione europea ha presentato (marzo 2018) un piano d‘azione per finanziare la crescita sostenibile.

#PNRR #Resilienza