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COESIONE EUROPEA 2020 – Orientamenti nuovo periodo fondi – Sviluppo 2014 > 2020

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semplificare la politica di coesione 2014 - 2020 UE

L’attuazione della nuova politica europea prosegue a pieno ritmo. C’è il coinvolgimento di numerose autorità, organizzazioni, imprese in tutta l’UE.

Nei documenti della Commissione è stato sottolineata la necessità per una piena consapevolezza generale delle nuove opportunità. L’Unione vuole che tutti potranno trarre vantaggio dalla riduzione della burocrazia.

Nell’aprile 2013 è stata pubblicata la bozza del’intesa preliminare con le parti accordate dell’Accordo di Partenariato. Il progress di tale lavoro è partito dal file “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020“.  Le intese sono state raggiunte grazie al Position Paper” dei Servizi della Commissione sulla preparazione dell’Accordo di Partenariato e dei Programmi in ITALIA per il periodo 2014-2020.

Il confronto, aperto al pubblico e coordinato dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica, si è chiuso il 15 febbraio 2013. Ora è elaborazione la versione finale dell’Accordo di Partenariato per poterlo condividere con le Amministrazioni centrali e regionali. Dopo la sua approvazione da parte della Commissione Europea, è prevista la preparazione dei Programmi Operativi.

Ecco gli indirizzi del Governo Italiano:

File di approfondimento nazionali e comunitari:

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  • COESIONE 2020 pdf slideshare UE GOV MCT jpg 6 2013
Comunicazione, Concorsi, Partecipazione

Premio europeo giovani giornalisti 17-35 anni

C’è tempo fino al prossimo 28 febbraio per candidarsi alla terza edizione del premio lanciato dalla Direzione Generale per l’Allargamento della Commissione Europea.

Il concorso è aperto ai giornalisti e agli studenti di giornalismo della carta stampata, delle testate on-line o radiofoniche, tra i 17 e i 35 anni, cittadini di uno degli stati membri dell’Unione, di un paese candidato, potenziale candidato o dell’Islanda.

I lavori presentati – che devono essere stati pubblicati tra il 1° ottobre 2007 e il 28 febbraio 2010 – devono concentrarsi sull’allargamento dell’UE esaminandolo da un punto di vista creativo. Singoli individui o gruppi composti al massimo da 3 persone possono inviare da 1 a 3 lavori. Le giurie nazionali in tutta Europa selezioneranno i 36 vincitori nazionali che si aggiudicheranno un viaggio storico-culturale a Istanbul nel maggio del 2010. Tra questi 36 vincitori, una giuria europea selezionerà i tre vincitori dei premi speciali nelle seguenti categorie: più originale; migliore ricerca; migliore stile giornalistico.

I vincitori dei tre premi speciali si aggiudicheranno un viaggio culturale in una capitale europea da loro scelta.

Info: DG Allargamento, European Young Journalist Award – email: info@EUjournalist-award.eu

file premio europeo giovani giornalisti

enterprise, Innovazione, Pubblica Amministrazione, Ricerca, Società della Conoscenza

Premio Nazionale per l’Innovazione 2009

Premio Innovazione 2009

pdfdownload premiati Premio Nazionale Innovazione 2009

pdfdownload schede premiati Premio Nazionale Innovazione 2009

 

La Giornata Nazionale dell’Innovazione, istituita nel 2008, è un’occasione annuale di sensibilizzazione dei cittadini sui temi dell’innovazione e di coordinamento tra tutti i principali attori pubblici e privati per fare il punto sullo stato dell’innovazione nel Paese e condividere gli obiettivi strategici da raggiungere, anche nel quadro del secondo ciclo di programmazione previsto dalla rinnovata Strategia di Lisbona (2008-2010) e della “Strategia dell’Innovazione” in corso di definizione da parte dell’OCSE.

 Il Premio Nazionale per l’Innovazione è una delle iniziative promosse dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che nel 2008 ha previsto la Giornata Nazionale dell’Innovazione. E’ istituito su concessione del Presidente della Repubblica Italiana, presso la Fondazione Nazionale per l’Innovazione Tecnologica COTEC. L’obiettivo del Premio è valorizzare e sostenere le migliori capacità innovative e creative di aziende, università, amministrazioni, enti o singoli ideatori, anche al fine di favorire la crescita della cultura dell’innovazione nel Paese

Nel contesto della Giornata e del Premio viene organizzato anche un Convegno. Quest’anno ha affrontato il tema dell’innovazione come risorsa indispensabile del Paese per uscire dalla crisi e conservare una posizione di eccellenza a livello internazionale. Oltre alla sessione plenaria della mattina sul tema “l’innovazione risorsa strategica per l’Italia” sono state organizzate quattro sessioni parallele pomeridiane, rispettivamente dedicate ad approfondire il rapporto tra “innovazione e territorio”, “innovazione e impresa”, “innovazione e pubblica amministrazione”, “innovazione e ricerca”.

Facebook, Innovazione, Social Network, Società della Conoscenza, Web 2.0

Social network: mappa globale e Facebook in Italia

mappa social network nel mondo

Grazie a Vincenzo Cosenza possiamo renderci conto di come il fenomeno social network si è sviluppato nel mondo. La mappa sembra quasi un tabellone di Risiko con i colori a contrassegnare le prevalenze. In Africa emerge che oltre la metà del territorio non rientra nelle statistiche.

Le maggiori evidenze segnalate da Cosenza sono:

Facebook ha quasi colonizzato l’Europa e si appresta ad estendersi ovunque, nel tentativo di spodestare i social network locali
QQ, domina in Cina e con i suoi 300 milioni di utenti è il più grande social network del pianeta
MySpace ha perso la sua leadership ovunque (eccetto nell’isola di Guam)
V Kontakte la fa da padrone nei territori della Russia
Orkut rimane forte in India e Brasile
Hi5 resiste in Peru, Colombia, Ecuador e in altre nazioni come il Portogallo, la Mongolia e la Romania
Odnoklassniki sopravvive in alcune repubbliche dell’ex Unione Sovietica
Maktoob rimane la più importante community araba

I dati pubblicati su “Osservatorio Facebook” ci dicono che in Italia è stata superata quota 9.000.000 di iscritti a Facebook:

facebook italiani iscritti al 31 maggio 2009 fonte Vicenzo Cosenza

L’ascesa sembra continuare e, come si può vedere da grafico, cresce di più la fascia sotto i 18 anni e quella sopra i 36:

facebook età degli italiani fonte Vincenzo Cosenza

 

Approfondimenti di attualità:

Twitter, Google, Facebook e la crisi iraniana, di Matteo Vannucchi

Pedagogia, Società della Conoscenza, Uncategorized

La diversità come strategia per l’innovazione? Ipotesi da un contributo sull’Europa di Zygmunt Bauman

Testo di Zygmunt Bauman estratto da L’Espresso del 4 giugno 2009.

Traduzione a cura di Quercioli Mincer

zygmunt bauman JPG

“Io, quando scrivo dell’Europa, penso a un progetto ininterrotto, non realizzato fino in fondo ma che, nonostante tutto, ha dettato il ritmo dei cambiamenti indicando l’orizzonte di aspettative a cui l’Europa per l’appunto mirava. E mi domando se esista un qualche orizzonte verso cui l’Europa potrebbe mirare oggi. Ricrearne la potenza militare rendendola paragonabile, ad esempio, a quella degli Stati Uniti, è impensabile. Sono pure infime le chance di poter paragonare la dinamica dello sviluppo economico dell’Europa a quello dell’America Latina o della Cina. Il Vecchio Continente non è in grado neanche di dare il tono allo sviluppo della scienza, dell’arte e della cultura. Cosa potremmo dunque consegnare in dote al pianeta? C’è qualcosa che possediamo di cui gli altri hanno bisogno e che potrebbero imparare da noi? Lo scrittore George Steiner sostiene che il compito dell’Europa ha carattere spirituale e intellettuale. Nelle sue opere Steiner si occupa dei contrassegni comuni dei popoli europei, fra cui il lascito culturale del mondo ellenico e di quello ebraico. Sottolinea che Europa significa massima diversità linguistica e culturale, un mosaico insolito di modi di vita differenti. Nel nostro continente spesso neanche 20 chilometri separano fra loro mondi diversi. Hans-Georg Gadamer ritiene che l’abbondanza di diversità sia il tesoro più grande che l’Europa è riuscita a salvare e che possa offrire al mondo. La vita con l’Altro e per l’Altro è uno dei compiti fondamentali dell’essere umano. Forse è da qui che origina la peculiare superiorità dell’Europa, che ha dovuto apprendere l’arte di vivere in questo modo. In Europa l’Altro è sempre vissuto, in modo metaforico ma anche letterale, a portata di vista o di mano, L’Altro è, in Europa, il vicino più prossimo. Nonostante le differenze che ci separano, agli europei spetta negoziare le condizioni di questa vicinanza. Il nostro paesaggio è caratterizzato dalla pluralità di linguaggi, dalla contiguità dell’Altro, ma anzitutto dal fatto che egli, in uno spazio fortemente limitato, sia considerato in modo paritario. L’Europa sarebbe dunque una sorta di laboratorio in cui si elabora un determinato modello dell’arte di vivere di persone che appartengono a diverse confessioni, lingue, che hanno diversi modi di essere felici. Anche la convivenza pacifica, utile per tutti, è possibile non solo nonostante la disuguaglianza, ma grazie ad essa. Questa è la fonte dello sviluppo, del cambiamento di opinioni, delle nuove idee. Qui scaturisce l’ispirazione per la soluzione dei problemi.”.

Una delle incognite da sottoporre a sperimentazione in questo laboratorio è il modo di uscire dai limiti imposti dalla lunga storia contemporanea dello Stato-nazione. L’integrazione della società, l’integrazione della molteplicità ovvero la costruzione di Stati e popoli moderni hanno costituito due processi paralleli e interdipendenti. Brandeburghesi e bavaresi si sono trovati a essere improvvisamente parte di uno stesso popolo (il popolo tedesco), così come in Francia i savoiardi e i bretoni. È difficile immaginare che sorta di sconvolgimento nel pensiero dei popoli sparsi per l’Europa sia stato allora il passaggio dalle comunità locali a quelle nazionali. Oggi abbiamo di fronte a noi una fase successiva dell’avventura europea: il passaggio da una forma di integrazione, così come ci è nota dal funzionamento dell’Unione europea, alla creazione di un piattaforma stabile, funzionale alla comune risoluzione dei problemi planetari, alla creazione di meccanismi di solidarietà umana universale. Siamo lontani da questa meta. Franz Kafka, uno dei più straordinari sociologi che mi sia mai capitato di leggere, in un contesto differente (non pensava allora all’Europa ma in genere al destino e alle opere degli uomini nel nostro mondo), scrisse: “Se dunque non trovi niente qui nei corridoi, apri le porte, se non trovi nulla lassù, non c’è problema, sali per nuove scale. Fin tanto che non smetti di salire, non finiscono i gradini, crescono verso l’alto sotto i tuoi piedi che salgono” ( Difensori, traduzione di Giulio Raio). Lo storico Reinhart Koselleck, nel descrivere ciò che avvenne in Europa tra il Seicento e il Settecento, usò invece la metafora della scalata di un valico alpino. Nessuno di coloro che si arrampicavano aveva la benché minima idea di cosa ci sarebbe stato dall’altra parte; questa gente non poteva neanche immaginarsi l’Europa futura, perché mancavano loro parole e concetti per descrivere i processi messi in moto. Mi attrae in questa metafora non tanto il fatto che dall’altra parte possa esserci il paradiso terrestre (questo non possiamo saperlo) ma che, fintanto che ci inerpichiamo verso il valico lungo una parete molto scoscesa, una sola cosa è certa: non possiamo fermarci. Bisogna andare avanti, perché se cerchiamo di piantare una tenda su quella parete basterà il primo alito di vento a spazzarla via. Forse sono un visionario, forse sono un ottimista nato: in ogni caso la mia speranza è radicata nella logica. Non tanto nella buona volontà degli europei, quanto nel fatto che semplicemente non c’è altra via d’uscita perché con il livello attuale di reciproca interdipendenza di tutti i popoli che abitano il pianeta il futuro dipende dalla nostra capacità di collaborare. È una questione di vita o di morte.

Ma poi ci sono i conflitti… Mi domando se essi derivino dalla nascita degli Stati-nazione, o se siano altrettanto intensi nell’ambito di una sola nazione. All’interno degli Stati nazionali abbiamo imparato come risolvere i conflitti di questo tipo, ora si tratta di imparare a risolverli a un gradino superiore. È una differenza quantitativa. Ma è anche una differenza qualitativa? Forse sì. Cosa c’è dall’altra parte del valico? Non ne ho idea. Sono certo di una cosa sola: quello che scorgeremo laggiù non sarà simile alle istituzioni che siamo soliti identificare con l’essenza della democrazia, della convivenza pacifica ecc., dimentichi del fatto che esse costituiscono solamente le nostre finora assai effimere scelte. Immagino che se invitassimo Aristotele al Bundestag tedesco o alla Dieta polacca le sedute susciterebbero il suo interesse. Forse addirittura correrebbe a casa per scrivere un ulteriore tomo della sua ‘Politica’.”

Ancora Bauman su You Tube, parla del vivere post-moderno e riflette su Internet: