CCIAA, Città, Cultura, digitale, Economia, enterprise, Etica, Facebook, Formazione, Imprese 2.0, Innovazione, Partecipazione, Pubblica Amministrazione, Responsabilità Sociale, Ricerca, Sistemi gestionali, Social Network, Società della Conoscenza, Sostenibilità, Venezia, Web 2.0, wikipedia

Enterprise 2.0 e Sviluppo Sostenibile Agenda 2030 con la Strategia GLOCAL in ottica multistakeholder

Da qualche anno si sente spesso parlare che è in atto una Rivoluzione a più livelli.

Tra i tanti futorologi lo ha detto  Paul Saffo (amico in facebook e docente di Ingegneria negli USA a Stanford) parlando della rivoluzione digitale con la celebre frase:

“Stiamo vivendo una fase compresa tra due rivoluzioni,

quella della carta, non del tutto trascorsa,

e quella dell’elettronica, non del tutto sviluppata”

Quindi, in un’ottica di interdisciplinarietà che è propria dei sistemi complessi, proponiamo di ragionare su quattro termini in modo coordinato: SVILUPPO SOSTENIBILE AGENDA 2030, STRATEGIA GLOCAL, MULTISTAKEHOLDER ed ENTERPRISE 2.0.

  • SVILUPPO SOSTENIBILE: Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo della società (che comprende lo sviluppo economico, delle città, delle comunità ovvero sociale e ambientale ecc.) che non compromette la possibilità delle future generazioni di perdurare nello sviluppo stesso, preservando la qualità e la quantità del patrimonio e delle riserve naturali (che sono esauribili, mentre le risorse sono considerabili come inesauribili). L’obiettivo è di mantenere dunque uno sviluppo economico compatibile con l’equità sociale e gli ecosistemi (ecocompatibilità), operante quindi in regime di equilibrio ambientale. In questa importante direzione si muove il DESS, Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile, che in Italia è stato affidato alla CNI UNESCO dal 2005 fino a tutto il 2014. L’attività del DESS italiano è curata dal Comitato Nazionale e dal Comitato Scientifico DESS sulla base di uno Schema di Implementazione ONU operativo standard a livello Internazionale. Agenda 2030 è operativa dal 2015.
  • STRATEGIA GLOCAL: la cosiddetta neo Strategia Glocal è ispirata dal pensiero contemporaneo di Zygmunt Bauman quando egli parla di GLOCAL, ovvero un termine che deriva da “glocalizzazione” e che nasce dalla fusione di “globale” con “locale”. Nello specifico, la Strategia Glocal pone al centro le persone che abitano o sostano nel territorio e valorizza il patrimonio locale materiale e immateriale di una Città. Ma essa afferma l’importanza della comunicazione tra le persone e i portatori d’interesse (ovvero gli stakeholder come si diceva sopra). Essa presta particolare attenzione alle nuove tecnologie open source e social network per il web 2.0. La Strategia Glocal tutela, esalta e promuove le caratteristiche di una Città inteso come “prodotto territorio” nella sua relazione con il mercato globale. Ma anche enfatizza il ruolo di una Città nelle relazioni internazionali e promuove la Responsabilità Sociale delle Imprese (detta in sigla RSI o anche CSR, cioè Corporate Social Responsibility). Infatti, tale metodologia è curata principalmente dal Sistema Camerale italiano delle CCIAA, anche allo scopo di dare vita a partnership tra istituzioni pubbliche e private come spiegato ad esempio in Comunicatori Pubblici nell’editoriale di Vittorio Baroni  “Glocal, vivere la città nell’era digitale”.
  • MULTISTAKEHOLDER: Il termine multistakeholder fa riferimento ad un particolare tipo di Cultura Organizzativa (v. approdondimento in www.aiccon.it che pone le basi sul termine stakeholder, per il quale si individuano i soggetti portatori di interessi nei confronti di un’iniziativa economica, sia essa un’azienda o un progetto. Fanno, ad esempio, parte di questo insieme: i clienti, i fornitori, i finanziatori (banche e azionisti), i collaboratori, ma anche gruppi di interesse esterni, come i residenti di aree limitrofe all’azienda o gruppi di interesse locali.
  • ENTERPRISE 2.0: Il termine Enterprise 2.0 descrive un insieme di approcci organizzativi e tecnologici orientati all’abilitazione di nuovi modelli organizzativi basati sul coinvolgimento diffuso, la collaborazione emergente, la condivisione della conoscenza e lo sviluppo e valorizzazione di reti sociali interne ed esterne all’organizzazione. Dal punto di vista organizzativo l’Enterprise 2.0 è volto a rispondere alle nuove caratteristiche ed esigenze delle persone ed a stimolare flessibilità, adattabilità ed innovazione. In questo senso è importante fare un link zoom sul concetto Web 2.0 che poi sono tutti parte della stessa famiglia di significati circa le importanti innovazione apportate con la rapida diffusione dello strumento digitale Social Network/Rete Sociale.
Concorsi, Cultura, digitale, Economia, enterprise, Formazione, Giovani, Imprese 2.0, Industria, Innovazione, MECCATRONICA, Nanotecnologie, Nordest, Pubblica Amministrazione, Regioni, Ricerca, Scuola, Smart city, Società della Conoscenza, Software libero, Veneto, Web 2.0

Il Veneto sperimenta e innova con i FabLab, cioè i Fabrication Laboratory per i Makers. 18 progetti ammessi al finanziamento.

fablab veneto

La Regione del Veneto ha pubblicato la graduatoria dei FabLab, cioè i Fabrication Laboratory: 61 progetti presentati, 18 ammessi al finanziamento massimo di 100.000 €. 

Come scriveva lo scorso marzo Massimo Menichelli su chefuturo.it, l’Italia stava al terzo posto per numero di FabLab al mondo. Ora la mappa andrà aggiornata con il significativo impulso dato dal Veneto.

Ecco l’elenco dei beneficiari che potranno avviare i centri attrezzati per la fabbricazione digitale oltre che luoghi d’incontro e di relazione per la promozione della cultura digitale a beneficio di cittadini e imprese:

Soggetti beneficiari

Nome

Città

BCLEVER SRLS

FAB HUB VITTORIO VENETO

Vittorio Veneto

VERONA FABLAB

Verona FabLab

Grezzana

TALENTLAB APS

FABLAB PADOVA

Monselice

INNOVA SRL

FABLAB TINAI

Treviso

FABLAB VENEZIA SRLS

FabLab Venezia: supernodo regionale

Venezia Mestre

ASSOCIAZIONE SPORT SYSTEM

AFFARI PULITI IN 3D

Campolongo Maggiore

MAGIC SAS

CRUNCHLAB

San Donà di Piave

PIM LAB

FABLAB PORTOGRUARO

Portogruaro

IPSIA Galileo Galilei

MAKER LAB

Castelfranco Veneto

TEMPORIN VALENTINA

POPLab

Rovigo

SAMARCANDA COOP. SOC. ONLUS

MEGAHUB: fablab digitale e artigianale

Schio

IL MOSAICO Società Cooperativa Sociale

FABLAB 2 VILLE

Dueville

POLITECNICO CALZATURIERO SCARL

La Fabbrica del Futuro

Capriccio di Vigonza

FONDAZIONE CENTRO PRODUTTIVITA’ VENETO

FabLab Vicenza

Vicenza

UNINDUSTRIA TREVISO SERVIZI & FORMAZIONE SCARL

FABLAB TREVISO

Treviso

IM TECHNOLOGIES SRL

FABLAB PADOVA OFFICINA DIGITALE

Padova

FONDAZIONE UNIVERSITA’ CA’ FOSCARI

DEL FabLab

Venezia Centro Storico

ADELANTE Onlus

FABLAB CRE.TA

Bassano del Grappa

L’elenco completo e il Decreto della Giunta Regionale del Veneto n.58 del 4 Giugno 2015 sono pubblicati qui.

Il progetto vuole contribuire alla costituzione e attivazione in Veneto di una rete di centri attrezzati per la “fabbricazione digitale”. Cogliendo le opportunità offerte dalla “terza rivoluzione industriale” la Regione vuole sostenere percorsi di acculturazione e contaminazione in grado di rinnovare le competenze manifatturiere del nostro territorio.

I centri per la fabbricazione digitale, liberamente e gratuitamente accessibili da studenti, cittadini ed imprese e chiunque del territorio regionale intenda avvicinarsi al mondo della fabbricazione digitale, avranno queste due finalità:

  • diffondere la conoscenza delle potenzialità delle tecnologie di fabbricazione digitale ad un pubblico vasto;
  • diventare un punto di riferimento per il territorio per la sperimentazione e la definizione di progetti innovativi attraverso un dialogo con le imprese ed il mondo delle professioni.

Nel sito agendadigitale.regione.veneto.it c’è la situazione aggiornata del Veneto sull’importante tema del digitale.

FabLab di Stanford by Stanford University
FabLab di Stanford by Stanford University

digitale, ecommerce, enterprise, Formazione, Google, Imprese 2.0, ISTAT, Marketing, Pubblica Amministrazione, Social Network, Web 2.0, Wordpress, YouTube

Nuovo algoritmo di Google. Come aggiornare i siti? Adattare al mobile friendly con design responsivo.

Da circa un mese Google ha cambiato la classificazione delle ricerche. Cosa cambia? Come migliorare i siti di imprese, professionisti, agenzie, enti ed organizzazioni? 

Mobilegeddon algoritmo Google 2015 - mobile friendly

Gli effetti del nuovo algoritmo andrebbero considerati prima possibile. Infatti, nei risultati di ricerca, cambia il posizionamento di tutti i siti web .

Il cambiamento premi i siti mobile friendly, cioè costruiti e sviluppati con design responsivo. Vuol dire che Google ritiene più validi i siti con grafica adattiva, capaci di adeguarsi automaticamente al dispositivo con i quali vengono visualizzati.

L’adattamento vale per tablet, smartphone, cellulari, web tv. Perciò, per non retrocedere indietro nelle pagine dei risultati di ricerca, ogni sito dovrebbe essere aggiornato ed ottimizzato. Google, attraverso l’agente mobile Googlebot, scansiona il web tutti i giorni e aggiorna i propri data center una volta al mese.

Come migliorare l’efficacia dei siti web?

Per prima cosa abbandonare senza remore i siti realizzati in Flash. Poi fare attenzione la lettura avvenga in modo automatico, cioè senza uso di zoom. Eliminare plug-in obsoleti. Poi, studio baroni suggerisce queste 5 cose.

  1. Fare il test di verifica ottimizzazione con lo strumento online gratuito fornito da Google. Il test analizza il tuo indirizzo URL del sito e ti segnala subito se la pagina associata è ottimizzata per dispositivi mobili www.google.com/webmasters/tools/mobile-friendly.
  2. Pubblicare spesso contenuti, cioè rendere vivo il sito e passare a tecnologie digitali più efficaci, come ad esempio WordPress. Standard web 2.0 e usabilità sempre aggiornati, anche per il nuovo algoritmo di Google. A prezzi convenienti offre molte possibilità di personalizzazione.  Gestione contenuti agile, intuitiva, semplice da utilizzare.
  3. Scegliere agenzie web valide ed affidabili, nonché aggiornarsi con un rapido Corso di Formazione base web 2.0Creare e coltivare la propria rete di relazioni digitali mettendo in coordinamento i propri account nei social network come ad esempio facebook, YouTube, slideshare, Instagram e twitter.
  4. Consultare la Guida Google per la “Visualizzazione ottimale del sito su dispositivi mobili”. Utile per principianti o esperti, contiene una serie di informazioni per realizzare un sito perfetto per i visitatori che utilizzano dispositivi mobili.
  5. Consultare la Guida Google “Usabilità sui dispositivi mobili” .Contiene chiare spiegazioni. Ad esempio come un’area di visualizzazione si adatta alle dimensioni dello schermo del dispositivo e come i contenuti vanno fatti scorrere all’interno della visualizzazione.

Perché Google ha scelto di cambiare?

Il motivo è molto semplice, i dati del report annuale di wearesocial.it parlano chiaro. Da questo grafico si può notare che il traffico da dispositivi mobile sta crescendo in modo esponenziale:

statistiche 2015 crescita globale dati mobile - infografica by wearesocial

Gli utenti web si collegano alla rete con i dispositivi mobili hanno raggiunto livelli importanti e i dati sono in costante ascesa:

statistiche 2015 utilizzo di internet da fisso e mobile - infografica by wearesocial

Le persone connesse alla rete acquistano sempre più tramite i dispositivi mobili:

statistiche 2015 e-commerce da fisso e mobile - infografica by wearesocial

Pubblica Amministrazione e mobile friendly.

La Pubblica Amministrazione italiana è al passo con i tempi che cambiano? A quanto sembra c’è ancora molto da fare e in fretta per recuperare il divario con le altre amministrazioni europee.

Secondo i dati ISTAT disponibili, per quanto riguarda le dotazioni tecnologiche ci sono divari dimensionali e organizzativi. Per i comuni di grandi dimensioni le tecnologie mobili come tablet, smartphone e netbook sono usate nel 70% dei territori. Appena 8% nei piccoli comuni. Basso anche il livello dei dipendenti che utilizzano  dispositivi mobili in servizio.

Modulo online per richieste su questo argomento:

Agroalimentare, Ambiente, CCIAA, Comunicazione, Cultura, enterprise, Europa, green economy, Imprese 2.0, Innovazione, Nanotecnologie, Nordest, Partecipazione, Pubblica Amministrazione, Responsabilità Sociale, Ricerca, Sanità, Scuola, sicurezza, Smart city, Sostenibilità, Veneto

Nuova guida ai finanziamenti europei

Guida ai finanziamenti europei 2014 ricerca sviluppo tecnologico ambiente agricoltura fiscalità dogane innovazine infrastrutture formazione dg home cooperazione salute sicurezza fiscalità dogane istruzione cultura competitività

download -Guida ai Finanziamenti Europei 2014 – by Unioncamere Veneto

Circa 11 mesi fa la Commissione Europea aveva diffuso un innovativo comunicato stampa. Spiegava come l’Unione ha inteso ricalibrare la Politica di Coesione per l’Europa al fine di massimizzare l’impatto sulla crescita e l’occupazione. La comunicazione venne articolata nei 10 punti riportati più avanti, restando in questo post.

Prima di approfondire i 10 punti, “studio baroni” suggerisce di tener conto del bilancio europeo 2014-2020. La Politica di Coesione investirà 325 miliardi di euro negli Stati membri. Sono interessate soprattutto le regioni ed anche le città europee di qualsiasi dimensione.

Lo scopo della Commissione è orientato a realizzare importanti macro obiettivi in tema di crescita e occupazione. In particolare, sul tema Coesione, vedi qui come si stavano sviluppando gli indirizzi del Governo Italiano.

La notizia di questi giorni è l’avvenuta pubblicazione, da parte di Unioncamere Veneto, della “Guida ai finanziamenti europei“, in versione aggiornata 2014.

Anche questa modalità di comunicazione è interessante perché, a Nordest, il Sistema Camerale ha offerto la possibilità (a tutti gli enti, imprese ed organizzazioni) di seguire passo dopo passo la materia nel corso degli anni.

Per esperienza diretta e, nel richiamare il linguaggio digitale, “studio baroni” evidenzia la buona pratica Pubblica che, in questo questo post, viene intesa sottoforma di “Pubblic Release”. In Francia, giusto per avere un modello statale di riferimento, sanno fare molto bene la Pubblica Amministrazione. Ovvero, i francesi non fanno le riforme e le controriforme come in Italia che spesso si impantanano nelle pastoie dei veti e controveti incrociati, talvolta incomprensibili, sia dalle aziende che dalla stessa popolazione italiana.

“Public Release”, anche nel senso di aggiornare efficacemente la PA con semplicità. Come si fa con le nuove versioni dei software o delle app. Le release, nel linguaggio digitale, possono avere intensità “minor” oppure “major” quando si fa un cambiamento abbastanza radicale.

I francesi, che hanno un oliato sistema deliberativo, sono semplici ed efficaci, come una vera e propria “macchina” della PA. In pochissimo tempo riescono ad implementare le innovazioni. Ci sono moltissimi casi che si potrebbero citare. Così facendo riescono, senza troppa fatica e intoppi burocratici, ad adattarsi allo sviluppo e guidare responsabilmente la propria società contemporanea d’oltralpe. In questo modo ne traggono beneficio tutti, in particolar modo le aziende che hanno riferimenti utili e sicuri. Sono soddisfatti che i loro enti locali perché riescono a stare “al passo con i tempi” in modo intelligente e – soprattutto – nell’interesse generale del loro Paese per il Bene Comune.

Per fare un altro esempio, forse ancora più calzante, è come parlare dello sviluppo di un modello auto. In questo senso, viene più facile pensare ai passi evolutivi, fatti nel tempo dal 1974, dalla Volkswagen con la mitica Golf. Più di altre case automobilistiche, ha saputo comunicare bene le “Auto Release”. Coerenza nel nome del modello e nelle forme dell’auto, migliorando, innovando e progredendo in bellezza, comfort e sicurezza.

Quindi, nel prendere spunto dai concetti di “Public Release” ed “Auto Release”, ecco gli elementi chiave circa questa nuova release UE nei suoi 10 punti essenziali:

  1. Investire in tutte le regioni dell’UE e adattare il livello di sostegno e il contributo nazionale (tasso di cofinanziamento) ai loro livelli di sviluppo: regioni meno sviluppate (PIL < 75% della media UE-27); regioni in transizione (PIL dal 75% al 90% della media UE-27); regioni più sviluppate (PIL > 90% della media UE-27). 
  2. Indirizzare le risorse sui settori chiave per la crescita: gli investimenti a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) verranno concentrati su 4 priorità chiave: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) ed economia a bassa emissione di carbonio, a seconda della categoria della regione (meno sviluppata: 50%, in transizione: 60% e più sviluppata: 80%). Circa 100 miliardi di euro saranno consacrati a questi settori, dei quali almeno 23 miliardi di euro serviranno a sostenere il passaggio a un’economia a bassa emissione di carbonio (efficienza energetica ed energie rinnovabili). In relazione a ciò le risorse del FESR saranno soggette a un’opportuna ripartizione (regioni meno sviluppate: 12%, in transizione: 15% e più sviluppate: 20%). Circa 66 miliardi di euro saranno consacrati alla priorità Reti transeuropee di trasporto nonché a progetti per l’infrastruttura ambientale chiave per il tramite del Fondo di coesione. Grazie al Fondo sociale europeo (FSE) la politica di coesione recherà un contributo significativo alle priorità unionali nel campo dell’occupazione, ad esempio mediante azioni di formazione e di apprendimento permanente, di istruzione e di inclusione sociale (almeno il 20% dell’FSE sarà stabilito in funzione delle esigenze di ciascuno Stato membro dovrà essere impiegato per questo obbiettivo). Lo stanziamento minimo per l’FSE sarà stabilito da ciascuno Stato membro, con un minimo predefinito, per un totale di almeno 70 miliardi di euro. La nuova iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, del valore di almeno 6 miliardi di euro, correlata all’FSE, sosterrà l’implementazione della garanzia per i giovani.
  3. Stabilire obiettivi chiari, trasparenti e misurabili e parametri di responsabilità e di risultato: i paesi e le regioni dovranno annunciare sin dall’inizio quali obiettivi intendono raggiungere con le risorse disponibili e identificare esattamente in che modo misureranno i progressi compiuti in direzione di tali obiettivi. Ciò consentirà il monitoraggio regolare e la discussione sull’uso delle risorse finanziarie. Ciò significherà che per i programmi che presentano migliori risultati potranno essere resi disponibili finanziamenti addizionali (attraverso la cosiddetta “riserva di efficacia ed efficienza”) verso la fine del periodo.
  4. Definire condizioni prima che i finanziamenti vengano convogliati in modo da assicurare investimenti più efficaci: ad esempio, le strategie di “specializzazione intelligente” volte a identificare i punti di forza particolari e le potenzialità, le riforme favorevoli all’imprenditoria, le strategie dei trasporti, le misure per migliorare i sistemi di appalti pubblici, il rispetto delle normative ambientali, le strategie di lotta contro la disoccupazione e contro la dispersione scolastica o quelle a promozione della parità tra i generi e della non-discriminazione sono tutte precondizioni irrinunciabili.
  5. Definire una strategia comune per assicurare un migliore coordinamento ed evitare le sovrapposizioni: un quadro strategico comune costituirà la base per un migliore coordinamento tra i Fondi strutturali e di investimento europei (FESR, Fondo di coesione e FSE nella loro qualità dei tre fondi che partecipano alla politica di coesione nonché il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo per la pesca). Tale quadro consentirà inoltre di assicurare un migliore collegamento con altri strumenti unionali come Orizzonte 2020, il meccanismo per collegare l’Europa e il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale.
  6. Ridurre la burocrazia e semplificare l’uso degli investimenti unionali attraverso un insieme comune di regole per tutti i Fondi strutturali e di investimento europei nonché regole di contabilità più semplici, oneri di rendicontazione più mirati e un maggior uso delle tecnologie digitali (“e-cohesion”).
  7. Accrescere la dimensione urbana della politica stanziando un importo minimo delle risorse a valere sul FESR per progetti integrati nelle città, al di là degli altri tipi di spesa consacrata alle zone urbane.
  8. Rafforzare la cooperazione transfrontaliera e agevolare la costituzione di un maggior numero di progetti transfrontalieri. Assicurare inoltre che strategie macroregionali come quella danubiana e del Baltico siano sostenute dai programmi nazionali e regionali.
  9. Assicurare che la politica di coesione sia meglio correlata alla più ampia governance economica dell’UE: i programmi dovranno essere coerenti con i programmi di riforma nazionali e dovrebbero affrontare le riforme pertinenti identificate nelle raccomandazioni per paese nel contesto del semestre europeo. Se del caso la Commissione può chiedere agli Stati membri, facendo leva sulla cosiddetta clausola di “condizionalità macroeconomica”, di modificare i programmi per sostenere le principali riforme strutturali. In ultima istanza la Commissione può sospendere l’erogazione dei finanziamenti se le raccomandazioni economiche venissero violate ripetutamente e gravemente.
  10. Incoraggiare l’uso degli strumenti finanziari per dare alle PMI maggiore sostegno e accesso al credito: i prestiti, le garanzie e il capitale netto/di ventura riceveranno un sostegno dai fondi dell’UE sulla base di regole comuni, allargando le possibilità del loro uso e erogando incentivi (ad esempio, tassi di cofinanziamento più elevati). L’accento posto sui prestiti piuttosto che sulle sovvenzioni dovrebbe migliorare la qualità dei progetti e scoraggiare la dipendenza dalle sovvenzioni.
CCIAA, enterprise, Imprese 2.0, Pubblica Amministrazione, Sistemi gestionali

CONTRATTI TIPO, al via il progetto delle Camere di Commercio. Utili pubblicazioni disponibili online

I contratti tipo sono strumenti a carattere preventivo che si predispongono per evitare l’insorgenza di problemi tra consumatori e imprese.

I contratti tipo sono infatti il risultato di una concertazione a livello locale e nazionale con i principali rappresentanti delle categorie economiche interessate e delle associazioni dei consumatori, e impediscono l’uso di quelle condizioni generali di contratto ritenute vessatorie perché comportano un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi a carico del consumatore, e consentono di tutelare il mercato e i consumatori.

I target di questa iniziativa sono gli addetti ai lavori (avvocati, consulenti, commercialisti, notai, esperti del tema), alle piccole e medie imprese, ma anche i cittadini.

Pubblicazioni disponibili online:

Sito di riferimento: www.contratti-tipo.camcom.it

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Come fare business con i social network? Imperdibile collana del Sole 24 Ore dal 10 febbraio

Dal 10 febbraio 2011 esce un’imperdibile collana del Sole 24 Ore dal titolo «Come fare business con i social network».

Il primo volume è dedicato a Facebook, il social network che, con oltre 16 milioni di italiani e 600 milioni di utenti nel mondo, rappresenta una grande piazza virtuale dove condividere informazioni per cui ogni azienda può trarre benefici dalla relazione con i clienti, potenziali e reali.

Il volume dedicato a Twitter spiega come il linguaggio dei 140 caratteri sia diventato una piattaforma straordinaria per il marketing dell’ascolto e per puntare sul passaparola.

«Personal branding», è invece rivolto a chi vuole puntare sulla rete per rafforzare la propria immagine e il proprio brand e aumentare così le opportunità di business.

Con il volume «E-mail marketing» si impara a realizzare strategie di marketing utilizzando la posta elettronica come canale di comunicazione con i clienti per sviluppare il business.

In «Search engine marketing» vengono svelati i segreti per farsi trovare in modo facile e veloce dai propri clienti attraverso i motori di ricerca.

La collana si chiude con «Web analytics», ovvero ogni azione sul web è misurabile e proprio nell’interpretazione delle statistiche c’è una miniera di opportunità di business

Tutti i volumi saranno in edicola ogni giovedì con Il Sole 24 Ore, a 9,90 € oltre al prezzo del quotidiano.

fonti:

Città, digitale, Economia, enterprise, Etica, Eventi, Facebook, Imprese 2.0, Innovazione, Melica - Scandelin & Partners, Nordest, Partecipazione, Pedagogia, Pubblica Amministrazione, Ricerca, Sistemi gestionali, Social Network, Società della Conoscenza, Software libero, Veneto, Venezia, Web 2.0

INNOVAZIONE DIGITALE “Manifesto per l’Open Government” e “Social Inbox” Facebook

Due importanti novità stanno vivacizzando il mondo della partecipazione digitale sull’onda innovativa italiana e americana.

La pubblicazione del “Manifesto per l’Open Government” e le modifiche apportate con il “Social Inbox”dal re dei Social network, ovvero facebook.

Intanto che le varie comunità territoriali e tematiche sparse in giro per l’Italia e l’Europa commentano con interesse a questa veloce fase di trasformazione della partecipazione digitale con i Social network, ecco che ci vengono utili due preziosi contributi:
  • Il primo è di oggi a cura di Giovanni Calia con riflessioni sul concetto che “il medium non è il messaggio”. Calia propone un interessantissimo approfondimento sulla “king news” della settimana, ovvero la “Social Inbox di Facebook“. Infatti, sua maestà dei Social network ha  “lanciato il suo nuovo concetto di comunicazione one-to-one, destrutturando il mondo della comunicazione moderna, disegnando un’era di comunicazione sempre più transmediale, destinata a cambiare le sorti della comunicazione tra persone, destinata quindi a cambiare la società prossima ventura”;
  • Il secondo importante contributo riguarda la pubblicazione finale del Manifesto per l’Open Government. I promotori di questa orginale iniziativa potrebbe essere letta in combinazione con quella di Innovatori relativa alla “Carta Etica Digitale” per la quale c’è stata la consultazione pubblica a Venezia il 25 ottobre 2009 in occasione del 1^ VeneziaCamp 2009. Insomma, i promotori del nuovo Manifesto, partono dalla considerazione che tutti noi siamo impegnati quotidianamente, con diverse modalità e professionalità, a promuovere l’innovazione all’interno del Paese e in particolar modo della Pubblica Amministrazione in tutte le le sue dimensioni centrali e territoriali. Ciò viene fatto con enorme passione e professionalità ma, spesso, anche con la grande frustrazione generata da una politica spesso distratta e poco sensibile ai temi dell’innovazione. In molti Paesi si stanno sperimentando sistemi di Open Government, ma l’Italia è restia ad abbracciare questa nuova dottrina e tende a restare impantanata nelle patologie istituzionali tipiche dei modelli organizzativi tradizionali che acuiscono la distanza con i cittadini. Qui sotto i contenuti del Manifesto.
Manifesto per l’Open Government 

  1. Governare con le persone – La partecipazione attiva è un diritto e un dovere di ogni cittadino. L’Open Government si propone di creare le condizioni organizzative, culturali e politiche affinché questo venga esercitato con pari opportunità per tutti.
  2. Governare con la rete – La Pubblica Amministrazione deve far riferimento a un nuovo modello organizzativo che abbandoni la logica burocratica verticale di gestione dei servizi pubblici a favore di una logica orizzontale, in grado di coinvolgere i diversi attori pubblici, privati e del non profit, nel raggiungimento di un obiettivo comune. Tale obiettivo può essere perseguito attraverso un efficace uso della Rete.
  3. Creare un nuovo modello di trasparenza – L’Amministrazione deve agire in modo da garantire sempre la più completa trasparenza dell’attività di governo e la pubblicità di tutto ciò che è relativo al settore pubblico. Fornire ai cittadini tutte le informazioni sull’operato dell’Amministrazione è indispensabile per realizzare un controllo diffuso sulle attività di governo e sulla gestione della cosa pubblica.
  4. Trattare l’informazione come infrastruttura – I dati delle Pubbliche Amministrazioni devono essere accessibili a tutti sul Web in formato aperto, gratuitamente ove possibile, e – in ogni caso – con licenze idonee a consentire la più ampia e libera utilizzazione. La disponibilità di dati aperti è, di fatto, l’infrastruttura digitale sulla quale sviluppare l’economia immateriale. Le Pubbliche Amministrazioni, liberando i dati che gestiscono per conto di cittadini e imprese, possono favorire lo sviluppo di soluzioni da parte di soggetti terzi e contribuire in modo strategico, allo sviluppo economico dei territori dalle stesse amministrati.
  5. Liberare i dati pubblici per lo sviluppo economico del terzo millennio – Le Pubbliche Amministrazioni devono concentrarsi sulla produzione, classificazione e pubblicazione di dati e informazioni grezzi e disaggregati, lasciando, salvo eccezioni espressamente previste dalla legge, all’iniziativa privata lo sviluppo di applicazioni ed interfacce per la loro rielaborazione, consultazione e fruizione. Un orientamento della Pubblica Amministrazione verso l’Open Data offre nuove opportunità a chi investe nella Rete, incentivando la crescita di nuovi distretti dell’economia immateriale che rappresenterebbero un nuovo modello di produzione da affiancare a quello tradizionale oggi in crisi e, troppo spesso, sostenuto dagli aiuti di stato.
  6. Informare, coinvolgere, partecipare per valorizzare l’intelligenza collettiva – La rete moltiplica il potenziale delle intelligenze coinvolte e aumenta l’efficacia dell’azione amministrativa. Le dinamiche organizzative ed i procedimenti della Pubblica Amministrazione vanno ripensati per  migliorare la qualità dei processi di informazione,  facilitare il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i cittadini, diffondere la cultura dell’Open Governement anche attraverso i social media e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
  7. Educare alla Partecipazione – Lo  Pubblica Amministrazione promuove la partecipazione di tutti i cittadini alla gestione  della cosa pubblica anche attraverso il ricorso alle tecnologie dell’informazione, eliminando ogni discriminazione culturale, sociale, economica, infrastrutturale o geografica ed educando alla partecipazione come diritto e dovere civico di ogni cittadino.
  8. Promuovere l’accesso alla Rete – La tecnologia, ed in particolare internet e gli strumenti di accesso alla Rete, sono elementi abilitanti ai processi di partecipazione. Per questo motivo è dovere dello Stato consentire a tutti i cittadini di accedervi e promuoverne la cultura d’uso.
  9. Costruire la fiducia e aumentare la credibilità della PA – La conoscenza e la partecipazione ai processi decisionali sono strumenti di costruzione della fiducia in un rapporto tra pari che coinvolge Amministrazione e Cittadini rendendo inutili gli attuali livelli di mediazione. L’appartenenza agli stessi ecosistemi (digitali e non), la pratica delle stesse dinamiche sociali e servizi efficaci costruiti intorno al cittadino e alle sue esigenze aiutano ad accrescere la fiducia, la credibilità dell’Amministrazione e la condivisione degli obiettivi.
  10. Promuovere l’Innovazione permanente nella Pubblica Amministrazione – La costruzione di servizi deve essere sempre realizzata in modalità condivisa e sviluppata, pensando l’utente al centro del sistema e mantenendo aperta la possibilità di far evolvere i sistemi. Una innovazione permanente per garantire una revisione continua, nelle forme di utilizzo, negli adeguamenti tecnici, funzionali ed organizzativi sempre in linea con l’evoluzione dei paradigmi della Rete.

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Fonti:

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Arte, Città, Comunicazione, Cultura, digitale, Economia, enterprise, Etica, Eventi, Film, Formazione, Giovani, Imprese 2.0, Industria, Innovazione, Marketing, Melica - Scandelin & Partners, Nordest 2019, Partecipazione, Pedagogia, Psicologia, QR code, Ricerca, Social Network, Società della Conoscenza, Software libero, Venezia, Web 2.0, Wordpress

Cinema e videogame nella rete: pratiche di contaminazione – Venezia 19 e 20 novembre 2010

fonti:

locandina

venerdì 19 novembre 2010 ore 9.30

Università Ca’ Foscari, Aula Baratto

Dorsoduro 3246, Venezia

giornata di studio

Cinema e videogame nella rete:

pratiche di contaminazione

 

tavola rotonda

sabato 20 novembre 2010 ore 16.00

Centro Culturale Candiani, Mestre

Fate il vostro gioco: videogame, letteratura e cinema nella cultura contemporanea

 

Nell’epoca del digitale, l’identità di un medium si negozia in maniera sempre più significativa attraverso la ripresa di altri media, più vecchi e più giovani: cinema, videogame, televisione, web attivano processi reciproci di incorporazione e rimodellamento di strategie espressive.

Studiosi provenienti da ambiti di ricerca diversi (film studies, media studies, game studies, informatica giuridica) si incontreranno il 19 e 20 novembre per cercare di cartografare un territorio complesso e mutevole, per discutere nuovi strumenti di indagine e di analisi che sappiano rendere conto della complessità senza tradirla, e che ci offrano i mezzi per orientarci in un’epoca che sempre più prepotentemente ci richiede di essere, oltre che spettatori e lettori, attori consapevoli della produzione culturale. Le due iniziative rientrano nella più ampia manifestazione “I play videogame”, che proporrà anche una mostra, una retrospettiva e una sfida live tra campioni internazionali.

9.30-13.00

presiede Fabrizio Borin
Università Ca’ Foscari Venezia
introducono:
  • Filippo Maria Carinci Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia
  • Giuseppe Barbieri Direttore del Dipartimento di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici “G. Mazzariol”
  • Roberto Ellero Direttore Attività e Produzioni Culturali – Centro Culturale Candiani, Comune di Venezia

 

intervengono:

 

  • Ruggero Eugeni Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano > Prima persona. L’esperienza della relazione interpersonale tra cinema e videogioco
  • Massimo Melica Studio legale Melica, Scandelin & Partners > Entertainment tra economia, diritto e libertà di espressione
  • Giovanni Ziccardi Università degli Studi di Milano > Hacking artistico tra cinema e videogiochi, nuovo appropriazionismo, circolazione, scambio e riutilizzo delle opere in rete: limiti giuridici e diritti di libertà
  • Federico Zecca Università degli Studi di Udine > Dal movie franchise al (trans)media franchise. Cinema e videogame tra sfruttamento transmediale e traduzione intermediale

15.00-18.30

presiede Roberta Novielli

Università Ca’ Foscari Venezia

 

intervengono:

 

  • Guglielmo Pescatore Università degli Studi di Bologna > Dal gioco all’uso: machinima e dintorni
  • Mario Gerosa Politecnico di Milano > Cinema nei mondi virtuali e divismo transmediale
  • Domenico Quaranta Accademia di Belle Arti di Brera > Machine Animation. Videogiochi e machinima nell’arte contemporanea
  • Matteo Bittanti California College of the Arts > Il cinema technoludico tra update e refresh. Strategie di incorporazione del videogame nel cinema contemporaneo
  • Cristiano Poian User experience designer e Researcher > Oh… There’s a book/film/game on my pad!
  • Marco Benoît Carbone e Federico Giordano Master in Editoria Bologna e Università di Udine > Mirabilia/Digitabilia: dagli spazi artistici della visione al neon digitale

ingresso libero


Segreteria organizzativa:
Comunicazione, digitale, Economia, enterprise, Etica, Facebook, Google, Imprese 2.0, Industria, Innovazione, Marketing, Partecipazione, Privacy, Pubblica Amministrazione, Ricerca, Social Network, Società della Conoscenza, Web 2.0, wikipedia

Newsletter aziendali e la FIAT con il caso “eco DriveGP”

Quasi tutte le aziende, più o meno grandi che siano, comunicano con il loro mercato di riferimento. Anche con i propri pubblici interni ed esterni con relazioni in ottica stakeholder (o multistakeholder)*

Come possiamo leggere dalla  più consultata e autorevole enciclopedia libera qual’è Wikipedia, per newsletter si intende un notiziario scritto o per immagini diffuso periodicamente per posta elettronica. Oggi è prevalentemente in formato HTML, che permette di gestire anche immagini.

Ma le newsletter sono spesso invasive e talvolta invadono le caselle di posta elettronica in modo spropositato. Parecchi operatori e privati manifestano fastidio di tale invasività e fanno clic su “rimuovi iscrizione! per annullare l’iscrizione alla ricezione (autorizzata ai sensi del D.Lgs 196/2003 detto anche “Codice Privacy”).

Le segnalazioni degli utenti infastiditi o quelle degli studi legali arrivano al Garante Privacy il quale esegue spesso richiami, esprime pareri oppure può anche attivare autonome procedure con procedimenti legali.

Tra i vari operatori di servizi newsletter sul mercato, come il Gruppo SEAT Pagine Gialle (giusto per fare un esempio con le sue controllate Kompass e Consodata) è importante scegliere tra quelli che hanno un CODICE ETICO e soprattutto dichiarino pubblicamente quanto previsto dalla legislazione italiane ed europea. Nel senso che è preferibile scegliere la fornitura di servizi da società affidabili perchè certificate e con chiare regole legali comunicate all’atto dell’invio e nel testo stesso della newsletter.

Nel panorama dei servizi newsletter è preferibile anche scegliere chi opera con formati HTML perché, come dice ancora Wikipedia, il formato testuale permette l’adattamento visuale con strumenti diversi dal personal computer, dotati di monitor più piccoli e di software incapace di interpretare l’HTML in maniera corretta, ovvero strumenti che via via vanno diventando di uso comune e pian piano vengono forniti di software sempre più capaci di leggere lo standard HTML.

L’oggetto della newsletter può spaziare dall’informazione all’intrattenimento, anche se diversi portali e provider spesso usano questo canale in modo invadente e con fini prettamente pubblicitari, che si collocano fra il mailing e lo spam vero e proprio.

La frequenza di invio è varia, può essere giornaliera o mensile-saltuaria. La ricezione in genere è gratuita, anche se talune newsletter divulgative, che trattano argomenti di nicchia, possono essere a pagamento, ma se ne incontrano ben poche.

Le newsletter devono sottostare alla normativa relativa a privacy e vita privata, della quale si occupa il Garante Privacy che afferma come sia vietato inviare messaggi informativi o pubblicitari non sollecitati. La newsletter è caratterizzata da un singolo utente o un gruppo editoriale che invia messaggi unilateralmente verso la massa di iscritti, mentre questi ultimi possono inviare messaggi email al solo mittente originario e non anche a tutta la massa o a qualcuno degli iscritti, che restano vicendevolmente anonimi.

Quest’ultimo aspetto segna la differenza sostanziale fra newsletter e mailing list. Stante che, in quest’ultima, ogni iscritto può inviare messaggi all’intera massa di iscritti, creando discussioni di sorta, private o pubbliche. Come mezzi analoghi alla newsletter c’è la E-zine, ma anche la Webzine e il Giornale on-line.

Per capire cosa significa fare una buona newsletter, vediamo un attimo anche un’interessante caso che aprirebbe una riflessione sulla qualità dei contenuti newsletter (di questo ne parleremo una prossima volta).

La newsletter di FIAT con il caso  “eco DriveGP” propone una comunicazione semplice. In grande evidenza c’è un’unica e accattivante immagine stile vignetta. FIAT invita a partecipare e offre la possibilità di vincere la partecipazione al Motor Show.

bimbiambiente FIAT

Il testo della newsletter è essenziale, asciutto in poche righe e dice:

“Allaccia la cintura, controlla gli specchietti e metti alla prova le tua abilità di guida con eco:DriveGP. Dal 28 ottobre al 22 novembre non perderti la grande sfida che ti premia con il Motor Show di Bologna. Partecipare è semplice come usare eco:Drive: guida nel modo più efficiente possibile per scalare la classifica e diventare il miglior eco:Driver in Italia. Così potrai sfidare i campioni degli altri paesi europei a Bologna”.

Ci sono anche due link e un collegamento al “the king of network” dei social network occidentali, ovvero facebook. Nelle informazioni legali FIAT scrive correttamente: “Ricevi questa newsletter in quanto iscritto ai siti Fiat. Se non desideri piu’ ricevere la newsletter, clicca qui. Questa e-mail e’ generata automaticamente, non rispondere al mittente, ma collegati al sito www.fiat.it e clicca sulla sezione Contattaci.

Per ultimo, ma ne parleremo ancora prossimamente, ci sono altri interessanti casi. La newsletter di Facebook è senza immagini e fa riferimento alle iniziative marketing di “Facebook Ads”.  Le newsletter di Google sono altrettanto interessanti poichè c’è una “Comunità Google” che ci lavora e qui si può leggere un esempio della “qualità relazionale 2.0” con utenti esterni alla “Comunità Google”.

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* stakeholder o multistakeholder

Fonti:

CUOA, enterprise, Imprese 2.0, Industria, Innovazione, Nanotecnolgie, Nordest, Padova, Politecnico di Milano, Pubblica Amministrazione, Regioni, Ricerca, Scuola, Società della Conoscenza, Unioncamere, VEGA, Veneto, Venezia

Il tema “GLOCAL” nell’Atlante Tecnologico Italia 2010 (“Zeitgeist” ricerca Italia/Germania)

Come si può comprendere l’importanza del Made in Italy delle eccellenze tecnologiche?

Atlante Tecnologico Italia

il portale italo/tedesco che fa lo zeitgeist della ricerca italiana!

(visita il sito: Atlante Tecnologico Italia 2010)

Nell’apertura dell’Atlante viene spiegato che con il termine “Ricerca e Sviluppo” si intende “quel settore di un’impresa industriale (uomini, mezzi e risorse finanziarie), coinvolto nello studio di innovazioni tecnologiche da utilizzare per migliorare i propri prodotti, crearne di nuovi, o migliorare i processi di produzione”.

E proprio nell’ottica dell’innovazione per il miglioramento abbiamo visto l’esempio del Nordest che progetta un sistema “knowledge network” per mettere in rete la conoscenza. Questa prospettiva sembra andare nella stessa direzione indicata da “ditt” quando viene affermato che la “competitività sui mercati internazionali può essere realizzata attraverso l’innovazione nella ricerca, la disponibilità di capitale umano qualificato e la capacità di utilizzare le nuove conoscenze per lo sviluppo tecnologico”.

Considerato che il “fine primario per garantire un incremento di competitività è l’integrazione fra innovazione e ricerca soprattutto a livello internazionale”, torna utile richiamare l'”Orientamento GLOCAL” suggerito da Studio Baroni sul tema del “km zero” e riproposto qui sotto.

Orientamento GLOCAL”

Per sviluppare una strategia che metta in rapporto il locale con il globale, Studio Baroni suggerisce un “orientamento “GLOCAL” che raccoglie l’ispirazione suggerita dal sociologo contemporaneo Zygmunt Bauman. “GLOCAL” è un termine che deriva da “glocalizzazione” e nasce dalla fusione di globale con locale.

Interpretando il pensiero di Bauman, per una strategia di sviluppo orientata alla filosofia “GLOCAL” appare quindi necessario:

  • porre al centro le persone che abitano o sostano nel territorio e valorizzano il patrimonio locale materiale e immateriale;
  • affermare l’importanza della comunicazione tra le persone e iportatori d’interesse e presta particolare attenzione alle nuove tecnologie open source e social network per il web 2.0;
  • tutelare, esaltare e promuovere le caratteristiche delle aree locali intese ciascuna come “prodotto territorio” nella loro relazione con la cultura e il mercato globale;
  • enfatizzare il ruolo delle istituzioni e associazioni locali nelle relazioni internazionali e promuovere la Responsabilità Sociale delle Imprese per dare vita a innovative partnership tra istituzioni pubbliche e private.

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“Orientamento GLOCAL”: (C) con Licenza Creative Commons “Attribution No Derivatives (by-nd)”