CCIAA, Economia, Eventi, Formazione, Imprese 2.0, Industria, Innovazione, Nanotecnolgie, Nordest, Padova, PST Galileo Padova, Pubblica Amministrazione, Regioni, Responsabilità Sociale, Ricerca, Sistemi gestionali, Società della Conoscenza, Sostenibilità, Unioncamere, Università di Padova, Veneto

INNOVAZIONE a NORDEST con il Sistema medicale made in Veneto

Importante Convegno sull’Innovazione Biomedicale in programma il 27 novembre a Padova.

Verranno presentati i risultati dei progetti d’innovazione per il settore medicale “Made in Veneto” promossa dalla CNA e dal Sistema Camerale grazie al Progetto padovano SUPPORT INN.

27 novembre 2010 Sistema medicale made in Veneto

Il tessuto produttivo regionale a seguito della globalizzazione e della crisi, ha subito profonde trasformazioni, anche nel comparto della Sanità. Il biomedicale comprende l’insieme delle tecnologie e dei prodotti che afferiscono alla sanità e, in una accezione più ampia, alla salute ed al benessere. Nel settore vi sono significative filiere e reti specializzate, che possono costituire un importante volano per la ripresa della nostra economia.

Negli ultimi anni, anche con l’esperienza del Distretto Biomedicale Veneto, si è sviluppata una cultura di sistema che costituisce importante valore aggiunto al patrimonio del territorio veneto. La domanda di salute e benessere, il progressivo invecchiamento della popolazione, lo sviluppo dell’innovazione tecnologica, costituiscono i fattori di una nuova opportunità di sviluppo.

Un rapporto tra pubblico e privato ispirato dalla filosofia del “km zero”, può generare circoli virtuosi di crescita economica e civile a livello locale. Rafforzare gli strumenti per le aggregazioni, far crescere la cultura delle piccole e medie imprese, significa dar valore alla qualità nel territorio.

Materiali di approfondimento disponibili in:

http://www.osservatoriobiomedicaleveneto.it

  • pubblicazione – IL CASO AUSILI TECNICI PER DISABILI: RICERCA, NORMAZIONE & COMPETITIVITA’
  • pubblicazione – VERSO UN PROFILO TECNOLOGICO NEL MEDICALE: TREND E FILIERE
  • pubblicazione – BIOMEDICALE VENETO, DINAMICHE E PROSPETTIVE DI MERCATO
  • pubblicazione BIOMEDICALE VENETO E COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE
  • pubblicazione DINAMICA DI DOMANDA E OFFERTA DI DISPOSITIVI MEDICI NEL VENETO
  • pubblicazione – PROSPETTIVE NELL’ASSISTENZA PROTESICA E MERCATO DEGLI AUSILI
  • pubblicazione BIOMEDICALE VENETO TRA SOCIETA’ DEL BENESSERE E MERCATO
Città, digitale, Economia, enterprise, Etica, Eventi, Facebook, Imprese 2.0, Innovazione, Melica - Scandelin & Partners, Nordest, Partecipazione, Pedagogia, Pubblica Amministrazione, Ricerca, Sistemi gestionali, Social Network, Società della Conoscenza, Software libero, Veneto, Venezia, Web 2.0

INNOVAZIONE DIGITALE “Manifesto per l’Open Government” e “Social Inbox” Facebook

Due importanti novità stanno vivacizzando il mondo della partecipazione digitale sull’onda innovativa italiana e americana.

La pubblicazione del “Manifesto per l’Open Government” e le modifiche apportate con il “Social Inbox”dal re dei Social network, ovvero facebook.

Intanto che le varie comunità territoriali e tematiche sparse in giro per l’Italia e l’Europa commentano con interesse a questa veloce fase di trasformazione della partecipazione digitale con i Social network, ecco che ci vengono utili due preziosi contributi:
  • Il primo è di oggi a cura di Giovanni Calia con riflessioni sul concetto che “il medium non è il messaggio”. Calia propone un interessantissimo approfondimento sulla “king news” della settimana, ovvero la “Social Inbox di Facebook“. Infatti, sua maestà dei Social network ha  “lanciato il suo nuovo concetto di comunicazione one-to-one, destrutturando il mondo della comunicazione moderna, disegnando un’era di comunicazione sempre più transmediale, destinata a cambiare le sorti della comunicazione tra persone, destinata quindi a cambiare la società prossima ventura”;
  • Il secondo importante contributo riguarda la pubblicazione finale del Manifesto per l’Open Government. I promotori di questa orginale iniziativa potrebbe essere letta in combinazione con quella di Innovatori relativa alla “Carta Etica Digitale” per la quale c’è stata la consultazione pubblica a Venezia il 25 ottobre 2009 in occasione del 1^ VeneziaCamp 2009. Insomma, i promotori del nuovo Manifesto, partono dalla considerazione che tutti noi siamo impegnati quotidianamente, con diverse modalità e professionalità, a promuovere l’innovazione all’interno del Paese e in particolar modo della Pubblica Amministrazione in tutte le le sue dimensioni centrali e territoriali. Ciò viene fatto con enorme passione e professionalità ma, spesso, anche con la grande frustrazione generata da una politica spesso distratta e poco sensibile ai temi dell’innovazione. In molti Paesi si stanno sperimentando sistemi di Open Government, ma l’Italia è restia ad abbracciare questa nuova dottrina e tende a restare impantanata nelle patologie istituzionali tipiche dei modelli organizzativi tradizionali che acuiscono la distanza con i cittadini. Qui sotto i contenuti del Manifesto.
Manifesto per l’Open Government 

  1. Governare con le persone – La partecipazione attiva è un diritto e un dovere di ogni cittadino. L’Open Government si propone di creare le condizioni organizzative, culturali e politiche affinché questo venga esercitato con pari opportunità per tutti.
  2. Governare con la rete – La Pubblica Amministrazione deve far riferimento a un nuovo modello organizzativo che abbandoni la logica burocratica verticale di gestione dei servizi pubblici a favore di una logica orizzontale, in grado di coinvolgere i diversi attori pubblici, privati e del non profit, nel raggiungimento di un obiettivo comune. Tale obiettivo può essere perseguito attraverso un efficace uso della Rete.
  3. Creare un nuovo modello di trasparenza – L’Amministrazione deve agire in modo da garantire sempre la più completa trasparenza dell’attività di governo e la pubblicità di tutto ciò che è relativo al settore pubblico. Fornire ai cittadini tutte le informazioni sull’operato dell’Amministrazione è indispensabile per realizzare un controllo diffuso sulle attività di governo e sulla gestione della cosa pubblica.
  4. Trattare l’informazione come infrastruttura – I dati delle Pubbliche Amministrazioni devono essere accessibili a tutti sul Web in formato aperto, gratuitamente ove possibile, e – in ogni caso – con licenze idonee a consentire la più ampia e libera utilizzazione. La disponibilità di dati aperti è, di fatto, l’infrastruttura digitale sulla quale sviluppare l’economia immateriale. Le Pubbliche Amministrazioni, liberando i dati che gestiscono per conto di cittadini e imprese, possono favorire lo sviluppo di soluzioni da parte di soggetti terzi e contribuire in modo strategico, allo sviluppo economico dei territori dalle stesse amministrati.
  5. Liberare i dati pubblici per lo sviluppo economico del terzo millennio – Le Pubbliche Amministrazioni devono concentrarsi sulla produzione, classificazione e pubblicazione di dati e informazioni grezzi e disaggregati, lasciando, salvo eccezioni espressamente previste dalla legge, all’iniziativa privata lo sviluppo di applicazioni ed interfacce per la loro rielaborazione, consultazione e fruizione. Un orientamento della Pubblica Amministrazione verso l’Open Data offre nuove opportunità a chi investe nella Rete, incentivando la crescita di nuovi distretti dell’economia immateriale che rappresenterebbero un nuovo modello di produzione da affiancare a quello tradizionale oggi in crisi e, troppo spesso, sostenuto dagli aiuti di stato.
  6. Informare, coinvolgere, partecipare per valorizzare l’intelligenza collettiva – La rete moltiplica il potenziale delle intelligenze coinvolte e aumenta l’efficacia dell’azione amministrativa. Le dinamiche organizzative ed i procedimenti della Pubblica Amministrazione vanno ripensati per  migliorare la qualità dei processi di informazione,  facilitare il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i cittadini, diffondere la cultura dell’Open Governement anche attraverso i social media e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
  7. Educare alla Partecipazione – Lo  Pubblica Amministrazione promuove la partecipazione di tutti i cittadini alla gestione  della cosa pubblica anche attraverso il ricorso alle tecnologie dell’informazione, eliminando ogni discriminazione culturale, sociale, economica, infrastrutturale o geografica ed educando alla partecipazione come diritto e dovere civico di ogni cittadino.
  8. Promuovere l’accesso alla Rete – La tecnologia, ed in particolare internet e gli strumenti di accesso alla Rete, sono elementi abilitanti ai processi di partecipazione. Per questo motivo è dovere dello Stato consentire a tutti i cittadini di accedervi e promuoverne la cultura d’uso.
  9. Costruire la fiducia e aumentare la credibilità della PA – La conoscenza e la partecipazione ai processi decisionali sono strumenti di costruzione della fiducia in un rapporto tra pari che coinvolge Amministrazione e Cittadini rendendo inutili gli attuali livelli di mediazione. L’appartenenza agli stessi ecosistemi (digitali e non), la pratica delle stesse dinamiche sociali e servizi efficaci costruiti intorno al cittadino e alle sue esigenze aiutano ad accrescere la fiducia, la credibilità dell’Amministrazione e la condivisione degli obiettivi.
  10. Promuovere l’Innovazione permanente nella Pubblica Amministrazione – La costruzione di servizi deve essere sempre realizzata in modalità condivisa e sviluppata, pensando l’utente al centro del sistema e mantenendo aperta la possibilità di far evolvere i sistemi. Una innovazione permanente per garantire una revisione continua, nelle forme di utilizzo, negli adeguamenti tecnici, funzionali ed organizzativi sempre in linea con l’evoluzione dei paradigmi della Rete.

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Fonti:

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ABI, Eventi, Imprese 2.0, Resilienza, Ricerca, Sistemi gestionali, Società della Conoscenza, wikipedia

Oltre la crisi con “Basilea 3”? Dopo Seul ecco un importante nazionale evento di formazione ABI (a Roma il 1 dicembre 2010)

Lo scorso 11 e 12 novembre a Seul, nell’ambito del G20, sono state sancite le regole finali dell’accordo che il Comitato sulla vigilanza bancaria aveva approvato il 12 Settembre a Basilea.

Fonte: http://www.ilpost.it

Con Basilea 3 giunge così al termine la prima fase del riesame del sistema normativo. Questo nuovo accordo dovrebbe in un certo senso rappresentare un segnale di uscita dal “tunnel della crisi”.

Si tratta di una riforma pensata per rafforzare le banche, evitare altre crisi economiche. Il numero 3 sta a significare una sorta di upgrade, cioè un miglioramento dell’accordo sottoscritto per la prima volta nel 1988 nella città svizzera dove ha sede il comitato.

Come spiega “il POST” in “Cos’è l’accordo di Basilea 3”, il meccanismo della riforma è facile da comprendere, almeno sulle linee generali. Le operazioni di una banca (vendita di titoli, erogazione di crediti) comportano dei rischi e quindi delle possibili perdite, e Basilea 3 mira ad aumentare il capitale che l’istituto di credito tiene da parte “per sicurezza”, aumentando la percentuale già stabilita dagli accordi di Basilea e Basilea 2. Per semplificarla all’estremo: sono soldi in cassaforte, da tenere per le emergenze.

L’indicatore principale che l’accordo ha modificato è il rapporto tra il capitale e il rischio ponderato, che dal 2 per cento dovrà salire al 4,5 per cento. A rafforzare questa misura, scrive l’Economist, entra poi in vigore un “cuscinetto” (buffer) del 2,5 per cento. La percentuale del cuscinetto, hanno fatto sapere i regolatori, potrebbe anche aumentare nel caso la situazione economica peggiori di nuovo.

ABI, ABIEventi, ABIFormazione e Bancaria Editrice organizzano per prossimo 1 dicembre a Roma un importante evento nazionale intitolato “BASILEA 3 DOPO SEUL”, cioè una giornata di alto aggiornamento che si svolgerà a Roma, a Palazzo Altieri (Piazza del Gesù 49). A questi link ecco il PROGRAMMA oppure l’accesso all’ISCRIZIONE.

Studio Baroni evidenzia un aspetto importante di questo evento ABI, cioè il carattere 2.0. Infatti, i partecipanti a “Basilea 3 dopo Seul” potranno inoltre partecipare attivamente alla costruzione delle iniziative ABI 2011, proponendo i temi di loro interesse. Questa opportunità si può cogliere complilando un QUESTIONARIO.

Fonte: © 2010 ABIServizi S.p.A - newsletter

Oltre al fondamentale impatto macro, la revisione del “framework normativo” impone numerose modifiche allo scenario regolamentare e comporterà un rilevante impatto sui modelli di business degli intermediari finanziari. Le banche devono prepararsi adesso. L’attenzione deve ora focalizzarsi sulla valutazione delle conseguenze strategico-organizzative, al fine di rivedere, laddove “necessario”, l’attuale modello operativo. L’evento ABI è finalizzato a presentare il complesso quadro di novità regolamentari che definiscono il nuovo sistema di capital ratios. L’obiettivo dichiarato è illustrare, all’interno di un quadro unificante, gli interventi regolamentari sul capitale interno, risk-specific e complessivo, e sul computo del Patrimonio di Vigilanza.

Tra i temi che saranno discussi a Roma:

  • Le nuove regole di Basilea 3 dopo Seul: tempi, criticità e opportunità
  • Il nuovo sistema di vigilanza europeo
  • La roadmap per l’implementazione di Basilea 3
  • Strategie per le banche locali alla luce di Basilea 3
  • La nuova vigilanza sulle agenzie di rating
  • Il rafforzamento del capitale nelle banche e la fiscalità
  • Governance e remuneration policies
  • L’impatto di Basilea 3 sui bilanci bancari: regole e tempi di attuazione
  • L’impatto di Basilea 3 sul pricing del credito e sulle politiche di funding
  • Il modello di business della banca commerciale: come cambia
  • Il nuovo approccio ai rischi di credito, di mercato e di liquidità

Interverranno, tra gli altri, Giovanni Sabatini (ABI), Carlo Monticelli (Ministero dell’Economia e delle Finanze), Mario Nava (Commissione Europea), Franco Bassanini (Cassa Depositi e Prestiti), Enrico Granata (ABI), Rainer Masera (Università Marconi), Marco Massaccesi (Banca Monte dei Paschi di Siena), Maria Beatrice Verardi (Capgemini), Andrea Resti (Università Bocconi), Giuseppe Attene (BNP Paribas), Laura Zaccaria (ABI), Paola Schwizer (Università di Parma), Marco Berlanda (Banco Popolare), Emanuele Flappini (Mediobanca), Luca Giannini (ABI), Giuseppe Lusignani (Università di Bologna), Gregorio De Felice (Intesa Sanpa olo), Gianfranco Torriero (ABI).

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Fonti:

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Città, Creative Commons, digitale, Economia, Eventi, Formazione, Imprese 2.0, Industria, Innovazione, Marketing, Nanotecnologie, Nordest, Nordovest, Partecipazione, Politecnico di Torino, Pubblica Amministrazione, Ricerca, Sistemi gestionali, Social Network, Società della Conoscenza, Software libero, Torino, Venezia, Web 2.0, wikipedia, YouTube

INNOVAZIONE DIGITALE – Ecco tre importanti eventi da oggi a fine novembre tra Venezia e Torino

A proposito di innovazione e sviluppo digitale, questo fine mese di novembre si preannuncia davvero scoppiettante 🙂

Infatti, tra Venezia e Torino, sono in programma tre eventi di grande importanza per la comunità degli innovatori italiani che operano in ottica europea ed internazionale. Vediamoli ad uno ad uno :

    1. TORINO 27 Novembre 2010, seconda Conferenza Annuale del Centro NEXA su Internet & Società. Momento di discussione, da diversi punti di vista, sul Diritto d’Autore internazionale e il tema della libertà di espressione e di informazione online in Italia. I ricercatori e i fellows del Centro NEXA ne parleranno con esperti, policy makers, professionisti, appassionati e semplici cittadini. L’evento includerà anche CCIT2010, una sessione sullo stato di Creative Commons in Italia, riprendendo la tradizione degli incontri “CCIT”. Sempre in tema Creative Commons, in serata avrà luogo il Creative Commons Music Party. La partecipazione alla conferenza NEXA è gratuita, ma occorre registrarsi entro il 25 Novembre, fino a esaurimento posti disponibili (la registrazione è aperta su nexa2010.eventbrite.com);
    2. VENEZIA – TERRAFERMA/MARGHERA, venerdì 26 Novembre al Parco Tecnologico e Scientifico VEGA di Venezia con il patrocinio di APSTI Associazione Parchi Scientifici Tecnologici Italiani. A proposito di questo evento sulla Banda Larga, Studio Baroni raccoglie e rilancia l’invito di Michele Ficara di non perdersi il convegno  “cosa faresti se avessi 300 mbps” nel quale verranno esplorate le possibilità ed opportunità di business per le aziende innovative che decideranno di utilizzare i 300 mb di connettività messi a loro disposizione dal VEGA. Infatti, è ormai noto che la diffusione della banda larga costituisce un asset fondamentale per lo sviluppo del Paese. Se ne fa un gran parlare e un grande polemizzare, ma il VEGA ha deciso di fare e, in accordo con Fastweb, dal prossimo 1 gennaio 2011  i 300 MB saranno una realtà. Con il termine “video on demand” (“video su richiesta”), in sigla VOD, si intende un servizio interattivo della televisione. Il servizio permette agli utenti di fruire, gratuitamente o a pagamento, di un programma televisivo in qualsiasi momento lo desiderino. Ecco il video invito di Michele Ficara:
      . In merito alle prospettive sull’Open Source, va ricordato che lo scorso 11 novembre, sempre al VEGA, è intevenuto Bryan Cheung, Presidente di Liferay Inc., società leader mondiale nelle applicazioni Open Source;
    3. VENEZIA venerdì 19 novembre 2010 Università Ca’ Foscari, Aula Baratto (Dorsoduro 3246, Venezia) giornata di studio “Cinema e videogame nella rete: pratiche di contaminazione”. Nell’epoca del digitale, l’identità di un medium si negozia in maniera sempre più significativa attraverso la ripresa di altri media, più vecchi e più giovani: cinema, videogame, televisione, web attivano processi reciproci di incorporazione e rimodellamento di strategie espressive. Studiosi provenienti da ambiti di ricerca diversi (film studies, media studies, game studies, informatica giuridica) si incontreranno per cercare di cartografare un territorio complesso e mutevole, per discutere nuovi strumenti di indagine e di analisi che sappiano rendere conto della complessità senza tradirla, e che ci offrano i mezzi per orientarci in un’epoca che sempre più prepotentemente ci richiede di essere, oltre che spettatori e lettori, attori consapevoli della produzione culturale. Le due iniziative rientrano nella più ampia manifestazione “I play videogame”, che proporrà anche una mostra, una retrospettiva e una sfida live tra campioni internazionali.

    Rapida evoluzione del digitale nello scenario italiano.

    Come spiegano in qui in “TAFTER cultura é sviluppo”, lo scorso 10 novembre è stato sottoscritto un accordo nazionale pubblico-privato per lo sviluppo di reti a banda larga. Emerge che “il  secondo decisivo passo per l’attuazione del piano “Italia digitale”, dopo quello che il Governo sta operando insieme alle Regioni per il superamento del digital divide nel nostro Paese (oltre 2 milioni di italiani già usciti dal digital divide da inizio legislatura e risorse stanziate e cantieri in apertura per fare uscire dal dd altri 1,2 milioni di italiani entro la metà del 2011). L’Italia segna in questo modo un passaggio fondamentale per raggiungere gli obiettivi definiti dall’Agenda Digitale europea, affinché – entro il 2020 – il 50 per cento degli italiani possa abbonarsi a servizi con velocità superiore a 100 Mbps”.

    Comunicazione, Cultura, digitale, Economia, Etica, Facebook, Filosofia, Formazione, Imprese 2.0, Innovazione, Marketing, Nordest 2019, Partecipazione, Pedagogia, Psicologia, Ricerca, Scuola, Sistemi gestionali, Social Network, Società della Conoscenza, Software libero, Sostenibilità, Venezia, Web 2.0, wikipedia, Wordpress

    qualcosa su facebook

    Il blog “qualcosa su facebook” è nato ispirato grazie alla lettura di un Saggio di Maria Maddalena Mapelli (pubblicato sul n. 347 della rivista Aut Aut, “Web 2.0. Un nuovo racconto e i suoi dispositivi”, luglio-settembre 2010). Ecco i primi contenuti:

    Maria Maddalena Mapelli, filosofa, si occupa di Rinascimento, virtuale e formazione e coordina il blog Ibridamenti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

    Facebook, Partecipazione, Sistemi gestionali, Social Network, Statistiche, Web 2.0

    Record per ilMeteo.it che supera Repubblica.it e Corriere.it… si trasformerà in social meteo 2.0?

    Il portale italiano di informazioni ilMeteo.it ieri ha registrato 1.717.414 utenti e diventa il sito di informazione più visto in Italia

    Superati sia Repubblica.it con 1.678.729 contatti e il Corriere.it, poco più sotto con 1.528.030 clic. E’ la prima volta che un sito di informazione specifica batte i siti d’informazione generalisti

    E se il portale meteo più cliccato in Italia facesse un pensierino in ottica 2.0? Le basi ci sono tutte visto che il forum Meteo.it conta oltre 100.000 discussioni, più di 2.200.000 messaggi, una chat e possibilità di caricare video e foto.

    Ma ilMeteo.it è presente anche in facebook con un gruppo di 4.572 iscritti (la Repubblica facebook ne ha 156.629, il Corriere della Sera facebook 22.825).

    ilMeteo.it è gestito da ILMETEO SRL, società costituita a fine 2000 dall’attuale Amministratore Antonio Sanò. Fornisce servizi a siti web, giornali, radio e TV  e tra i principali clienti ci sono AUTOSTRADE per l’ITALIA, TRENITALIA, RAIUNO-Linea Verde e UnoMattina e PAGINE GIALLE quale fornitore ufficiale. Conta oggi più di 20 persone tra dirigenti,collaboratori, esperti in meteorologia, nautica, agro-meteorologia, Fisica, Chimica, Ingegneria con collaborazioni scientifiche internazionali. ilMeteo.it utilizza ETA model, un modello matematico inventato dal prof. Mesinger dell’Università di Belgrado.

    Confindustria, Cultura, Economia, Eventi, Industria, Regioni, Sistemi gestionali

    Confindustria festeggia 100 anni con 142.000 imprese e 5 milioni di addetti

    Spegne cento candeline l’organizzazione delle imprese italiane di Confindustria

    142.000 aziende, cinque milioni di addetti, 18 Confindustrie regionali, 103 Associazioni territoriali, 22 Federazioni di settore, 3 Federazioni di scopo, 95 Associazioni di categoria, 18 Soci Aggregati e 259 Organizzazioni associate, questi i numeri del sistema Confindustria Italia.

    Valerio Castronovo ha descritto la storia di Confindustria come quella dell’Italia industriale che nasce agli inizi del ‘900: “A tenerla a battesimo fu un robusto nucleo di imprese tessili e meccaniche attive nel Nord-ovest del paese, dove nel corso dell’ultimo decennio dell’Ottocento s’era ampliata la rete delle comunicazioni ferroviarie, degli impianti idroelettrici e di altre infrastrutture.”.

    Questi gli eventi in programma ai quali si associano le numerose iniziative promosse dalle organizzazioni territoriali e settoriali del sistema Confindustria:

    • CONSEGNA DEI RICONOSCIMENTI SPECIALI ALLE IMPRESE CENTENARIE DELLA CONFEDERAZIONE, Roma, Auditorium Confindustria, 26 maggio 2010;
    • MOSTRA GIOVANI ARTISTI CONFINDUSTRIA: “21×21. 21 artisti per il 21° secolo”, Torino fino al 31 agosto 2010;
    • MOSTRA FOTOGRAFICA, “Cento anni di imprese per l’Italia”, Roma Ara Pacis, dal 30 settembre al 30 novembre 2010;
    • “CENTO ANNI DI IMPRESE. STORIA DELLA CONFINDUSTRIA 1910-2010”, Roma, Sala della Lupa, 9 giugno 2010;
    • CONVEGNO SULLE RELAZIONI INDUSTRIALI, Genova, Magazzini del Cotone, 24-25 settembre 2010;
    • GIORNATA DELLA RICERCA E INNOVAZIONE, Roma, 5 ottobre 2010;
    • ORIENTAGIOVANI, Napoli, Ottobre 2010;
    • SETTIMANA DELLA CULTURA D’IMPRESA, dal 14 al 22 Novembre 2010.

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    fonti:

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    Innovazione, Politecnico di Milano, Sistemi gestionali

    I sistemi gestionali nelle PMI: classificazione del Politecnico di Milano

    I sistemi gestionali sono una delle principali applicazioni del sistema informativo delle aziende.

    Supportano in modo integrato molteplici attività (amministrazione, finanza, gestione della produzione, vendite, ecc.).

    Nelle imprese, in particolare in quelle di piccole e medie dimensioni, il patrimonio applicativo è spesso frutto di un percorso di evoluzione che si è articolato lungo due direzioni principali: l’ampliamento del livello di supporto ai processi e l’integrazione applicativa.

    Tale approccio ha portato le aziende a informatizzare i processi in base alle priorità: inizialmente i processi amministrativi, poi la gestione dei clienti e degli ordini e successivamente, in funzione della tipologia di aziende, i processi produttivi, la logistica, i servizi post vendita. Parallelamente è cresciuta l’esigenza di disporre di informazioni, di dettaglio e di sintesi, per monitorare e governare i processi. Si sono quindi introdotte applicazioni per la reportistica e per l’analisi dei dati (Business Intelligence).

    La disponibilità, a partire dagli anni ’90, di soluzioni software gestionali in grado di garantire un’ampia copertura applicativa attraverso differenti moduli e di supportare i processi in modo integrato, i cosiddetti Enterprise Resource Planning (ERP), ha rappresentato un’opportunità per molte imprese.

    benefici derivanti dall’introduzione di un sistema gestionale integrato sono molteplici e legati prevalentemente all’introduzione della logica di funzionamento per processi, all’integrazione delle informazioni e al miglioramento delle prestazioni chiave, come la produttività, i tempi di ciclo, il numero di errori.

    La fotografia attuale dei sistemi gestionali presenti nelle aziende italiane è ancora eterogenea. L’Osservatorio ICT & PMI della School of Management del Politecnico di Milano, distingue le applicazioni gestionali in cinque categorie principali:

    1. ERP internazionali. Applicazioni  (letteralmente “pianificazione delle risorse d’impresa”) caratterizzate da un’elevata copertura funzionale realizzata attraverso moduli, ovvero insiemi di funzionalità destinate a supportare uno specifico processo o funzione aziendale (quali ad esempio l’amministrazione, la produzione, la logistica, ecc.), che condividono un’unica base dati. In tale modo l’integrazione tra le varie funzionalità è garantita. Sono realizzate da software house internazionali, in grado quindi di acquisire esperienza sulle modalità migliori di lavoro delle aziende, le cosiddette best practice, e di codificarla nelle modalità di utilizzo delle funzionalità del software.
    2. Gestionali nazionali. Applicazioni che garantiscono un buon livello di supporto integrato ai processi, anche se in generale non al livello degli ERP internazionali. Sono realizzati principalmente da software house nazionali, anche se alcune di esse fanno oggi parte di gruppi internazionali, che, sebbene non abbiano accesso ad un casistica di studio così ampia come nel caso dei fornitori di ERP internazionali, conoscono molto bene la realtà nazionale e sono quindi in grado di fornire un prodotto altamente localizzato al contesto (si pensi alle specificità dei processi nei settori tessile, alimentare o arredo italiani, alle particolarità normative, ecc.).
    3. Gestionali verticali. Applicazioni che presentano un’elevata personalizzazione, in termini di tipologie di informazioni gestite, funzionalità messe a disposizione, tipologie di interfacce, per un determinato settore industriale. Sono spesso derivati da ERP internazionali o gestionali nazionali e rappresentano una soluzione utile per le imprese che operano in contesti molto particolari e che sono interessate a contenere i tempi e i costi di adattamento del software gestionale all’impresa durante la fase di introduzione.
    4. Sistemi sviluppati ad hoc. Applicazioni software sviluppate per soddisfare le esigenze dell’impresa. Possono essere realizzate interamente ex novo o a partire da un nucleo di funzionalità di base di un prodotto gestionale. In relazione alla modalità di realizzazione, possono essere sviluppate internamente all’impresa o da parte di una software house. Anche se queste soluzioni garantiscono la maggiore rispondenza alle specifiche esigenze delle imprese, sono spesso realizzate su tecnologie proprietarie e non allo stato dell’arte, determinando spesso vincoli all’evoluzione futura, in termini di sviluppo di nuove funzionalità o integrazione con altre applicazioni.
    5. Pacchetti semplici. Applicazioni in grado di supportare un numero limitato di funzionalità (ad esempio, le funzionalità amministrative), basate su tecnologie relativamente allo stato dell’arte e sono realizzate da società di informatica locali. Rappresentano solitamente il primo passo di implementazione per le imprese di dimensioni inferiori. Nel caso emerga l’esigenza di ampliare la copertura funzionale, tali applicazioni vengono spesso completate mediante sviluppo ad hoc di nuove funzionalità.

    Fonte: newsletter accreditati  http://www.ict4executive.it

    digitale, enterprise, Imprese 2.0, Resilienza, Ricerca, Sistemi gestionali, Social Network, Società della Conoscenza, Software libero

    Cloudworker, consumatore prosumer che fa crescere la propria resilienza

    Il “lavoratore nuvola” Cloudworker utilizza il digitale, i social e gli strumenti di collaborazione. Può lavorare con ampi margini di libertà da ogni luogo e in qualsiasi momento, sviluppa notevoli contatti interpersonali nel mondo digitale e in quello reale.

    Il Cloudworker sviluppa in piena libertà carriera e stile di vita tagliati su misura sulle proprie esigenze. A tal riguardo Studio Baroni mette in evidenza l’innovativo concetto del prosumer, cioè di persona che, nello stesso tempo, è consumatore e produttore di contenuti o proposte che condivide. In questo modo il consumatore prosumer diventa un testimonial credibile di qualsiasi prodotto o servizio, cioè un influencer.

    Da questa prospettiva emergono nuove professionalità, inoltre, ciò contribuisce a far maturare nelle persone interessanti fattori di resilienza.

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