Concorsi, Creative Commons, Innovazione, Società della Conoscenza, Web 2.0

A scuola di innovazione con Garamond partner e sponsor editoriale

Le nuove tecnologie e i prodotti multimediali possono essere di grande aiuto sui banchi di scuola e questo concorso vuole promuoverne l’utilizzo, diffondendo le migliori esperienze realizzate in Italia. Rivolto alle scuole primarie e secondarie, il premio è aperto fino al prossimo 18 marzo 2010

La tecnologia fornisce oggi un’occasione storica, che permette alla scuola di uscire dal suo tradizionale isolamento e di modellarsi in forme diversamente distribuite. E’ in quest’ottica che nasce il premio A scuola di innovazione – organizzato da Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’InnovazioneMinistero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con ForumPa – dedicato agli innovatori di domani, con l’obiettivo di favorire l’apprendimento collaborativo e lo scambio di esperienze.

Gli amici di Garamond sono partner ed unico sponsor editoriale. Garamond è una casa editrice di Roma nata nel 1989 specializzata sull’uso didattico delle tecnologie digitali e di rete. Produce contenuti (libri, e-book, learning object) e strumenti (programmi autore, piattaforme di rete, sistemi hardware e software). Garamond cura la formazione e l’aggiornamento dei docenti che viene svolta soprattutto in modalità e-learning.

una costante azione di ricerca e sperimentazione sul campo, dalla quale origina ogni nuova iniziativa.

Il premio è rivolto alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado che abbiano prodotto o abbiano intenzione di produrre oggetti digitali per la didattica e che siano interessate a condividerli con il mondo della scuola.
La candidature possono essere presentate esclusivamente on line, utilizzando l’apposita scheda di candidatura, disponibile sul sito www.premioscuolainnovazione.it. L’inoltro on line delle candidature sarà possibile fino alle ore 24 del 18 marzo 2010.

Le scuole si possono candidare presentando Contenuti Didattici Digitali (CDD) appartenenti a  queste categorie:

  • Giochi educativi
  • Lezioni ed esercizi multimediali su specifiche discipline o ambiti disciplinari
  • Simulazioni ed esperimenti
  • Oggetti a sostegno della didattica per i diversamente abili
  • Oggetti per la sensibilizzazione su tematiche sociali, interculturali, ambientali, pari opportunità e di attualità

Cardine dell’iniziativa è lo spirito di condivisione: i contenuti digitali, infatti, devono essere distribuiti secondo le licenze Creative Commons, che permettono agli autori di mantenere la paternità delle proprie opere e, allo stesso tempo, ne consentono l’uso simultaneo, la distribuzione o l’eventuale rielaborazione a tutti coloro aderiscono a questo modello di licenze.
I migliori oggetti proposti saranno pubblicati all’interno della Libreria Digitale del portale InnovaScuola.

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Cos’è Creative Commons?

Licenze Creative Commons (CC) è la denominazione di alcune licenze di diritto d’autore redatte e messe a disposizione del pubblico a partire dal 16 dicembre 2002 dalla Creative Commons, un ente non-profit statunitense fondato nel 2001. Sono state quindi tradotte in italiano e adattate al nostro sistema giuridico da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Torino.

La filosofia su cui è fondato lo strumento giuridico delle licenze CC si basa sullo slogan “Some Rights Reserved” (alcuni diritti riservati), una graduale sfumatura intermedia fra il modello “tutti i diritti riservati” tipico del copyright tradizionale e il modello “nessun diritto riservato” tipico del pubblico dominio integrale o di una sorta di no-copyright. In sostanza l’autore può decidere quali diritti riservarsi e quali cedere a terzi, riguardo l’utilizzo dei contenuti originali da lui creati.

Una curiosità sull’origine del nome Creative Commons Nell’articolo The tragedy of the commons del 1968 (“La tragedia dei benicomuni”) l’economista Garret Hardin sosteneva che i beni comuni, ovvero quelli di proprietà di nessuno ma di cui tutti possono beneficiare, sono sempre destinati alla rovina: «La rovina è la destinazione verso la quale tutti gli uomini si affrettano, ciascuno perseguendo il proprio massimo interesse in una società che crede nella libertà di accesso ai beni comuni. Questa libertà porta la rovina a tutti quanti.» (Breve estratto della versione italiana disponibile alla pagina web www.oilcrash.com)

I teorici di Creative Commons sostengono invece che i beni come i prodotti della creatività e dell’ingegno umano non sono soggetti a deperimento poiché ogni creazione aumenta il suo valore sociale quante più sono le persone che ne possono beneficiare (oltretutto la creatività umana, a differenza di altre risorse naturali, non ha limiti).  Per questo possiamo parlare di una “comedy of the commons”, dove però i beni comuni sono beni comuni creativi, appunto dei “creative commons”.

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Bando Premio Scuola Innovazione

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Fonti:

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Comunicazione, digitale, Facebook, Imprese 2.0, Innovazione, Marketing, Social Network, Web 2.0

Facebook festeggia i 400 milioni di utenti e lancia la nuova home page personale

Festeggia il sesto compleanno e 400 milioni di utenti nel mondo, così Facebook coglie l’occasione per cambiare look e funzionalità.

Da questa mattina gran restyling nell’home page personale di 80 milioni di persone e aziende. L’operazione dovrebbe chiudersi in giornata

I cambiamenti più rilevanti riguardano la disposizione dei contenuti in homepage. In alto a sinistra, vicino al logo del social network, si possono vedere le nuove  icone relative a notifiche (più grandi e stilizzate in riga), messaggi non letti e richieste di amicizia. Con un click appare l’anteprima del contenuto, così è più veloce e si guadagna in tempo dedicato.

Nella fascia a sinistra del layout è visibile un sintetico elenco degli amici che sono online, come prima vale la regola “ti vedo se mi faccio vedere”. Invece, in alto a destra, alla voce “account” sono visibili i link per gestire il profilo, visualizzazione foto, privacy, eventi… gli album degli amici assumono rilevante centralità in mezzo alla pagina.

Interessante la soluzione adottata per spiegare le modifiche, sembra un cruscotto:

Comunicazione, digitale, Google, Innovazione, ISTAT, Social Network, Statistiche, Web 2.0, wikipedia

Il successo di un sito web? Non solo una questione di traffico: i casi Istat, SIS e Sistan

(Articolo di Daniele Frongia tratto da www.sis-statistica.it)

Il posizionamento e il successo di un sito

Come si analizza il successo o l’insuccesso di un sito web o un blog? Esistono numerosi software per l’analisi del traffico di un sito che si basano, prevalentemente, sul numero dei visitatori. Questi strumenti offrono una serie di informazioni come il numero di visitatori, le pagine più visitate, il tempo di permanenza medio, le pagine che attraggono il maggior numero di clic iniziali, o finali, le parole chiave utilizzate per arrivare al sito e l’analisi della distribuzione dei visitatori per provenienza geografica.

Ma è corretto dire che il successo di un sito è una funzione del solo numero di visitatori? Una nuova generazione di strumenti offre oggi l’opportunità di misurare il successo di un sito tenendo meglio conto della sua natura multidimensionale. In particolare possiamo vedere il successo di un sito in funzione, oltre che del traffico, anche del suo posizionamento nella rete [] ovvero della sua solidità di carattere “infrastrutturale”. Il posizionamento è dunque uno dei presupposti per un successo solido e duraturo del sito.

Se da un lato possiamo affermare che il successo di un sito è funzione del traffico e del suo posizionamento, dall’altro non possiamo pensare che la misura di tale successo sia completamente determinabile: il successo è infatti di natura prevalentemente soggettiva, e il dibattito al riguardo è in continua evoluzione. In questo articolo non proporremo quindi alcuna sintesi di questi due fattori per produrre un unico indice del successo.  Tratteremo invece più specificamente il posizionamento: l’aggiunta di questa dimensione di analisi è un aiuto concreto per migliorare la corrispondenza fra misurazione e percezione.

Possiamo descrivere il posizionamento con una metafora: mentre le classiche analisi quantitative sul traffico ci dicono quanti sono e cosa fanno gli ospiti nella nostra casa, l’analisi del posizionamento prova a dirci come e dove è situata la casa, se è in centro o in periferia, se è collegata ad altre strutture, se è così importante e ben vista da influenzare il vicinato (guarda che bel portone, lo voglio anch’io) e così via.

L’analisi del posizionamento fornisce inoltre indicazioni utili per confrontare siti di categorie diverse (se repubblica.it ricevesse 100.000 visite al giorno sarebbe un flop; di contro, un sito altamente specialistico, ben posizionato e con 1000 visite al giorno sarebbe un successo strepitoso) e su sottoreti specifiche, come vedremo nell’ultimo paragrafo, con risultati più puntuali e significativi. In questo articolo definiamo quindi un sito ben posizionato (o centrale) come influente e rilevante nella rete.

Primi metodi di misura del posizionamento

Per definire meglio il posizionamento occorrono due brevi premesse teoriche: il sistema di punteggio assegnato da Google alle pagine web e i recenti studi sulle reti complesse.

Google PageRank (PR). Google assegna a ciascuna pagina  presente nel suo database un proprio punteggio, il PageRank, che consiste in un numero compreso tra 0 e 10, calcolato sulla base di numerose variabili.

Basato sullo specifico carattere “democratico” del Web, PageRank sfrutta la vastissima rete di collegamenti associati alle singole pagine per determinarne il valore. In pratica, Google interpreta un collegamento dalla pagina A alla pagina B come un “voto” espresso dalla prima in merito alla seconda. Tuttavia, non si limita a calcolare il numero di voti, o collegamenti, assegnati a una pagina. Oltre a effettuare questo calcolo, Google prende in esame la pagina che ha assegnato il voto. I voti espressi da pagine “importanti” hanno più rilevanza e quindi contribuiscono a rendere “importanti” anche le pagine collegate. PageRank assegna ai siti Web importanti e di alta qualità un “voto” più elevato di cui Google tiene conto ogni volta che esegue una ricerca. (Google)

Google PageRank

Analisi delle reti complesse. L’analisi delle reti nasce nel Settecento con il problema dei ponti di Eulero, padre della teoria dei grafi. Da allora l’analisi è stata prevalentemente usata per le reti sociali, con i primi studi di Huber (1802), passando poi per Comte, Galton, Watson, LeBon, Simmel, Marconi (il primo a parlare dei sei gradi di separazione), Moreno e così via dal dopoguerra in poi, con il contributo di molti sociologi e matematici. L’analisi delle reti sociali (social network analysis) ha trovato pieno consolidamento negli anni ’70 per poi trarre nuova linfa dagli studi dei fisici, primi tra tutti quelli di Barabási e della sua equipe alla fine degli anni ‘90. Uno dei risultati più importanti del lavoro di Barabási è l’aver individuato un tratto comune in tutte le reti complesse (WWW, Internet, neuroni-dendriti del cervello, catene alimentari, alleanze aziendali ecc.): la distribuzione del numero di link ricevuti da parte di un nodo segue una legge di potenza. Come noto, infatti, leggi di potenza ricorrono nella distribuzione di probabilità di numerosi fenomeni tra cui il numero di collegamenti ai siti web: le pagine web che ricevono moltissimi link sono pochissime, mentre sono moltissime quelle che ne ricevono zero o uno. 

Legge di potenza

Dunque anche per il PR, che è direttamente proporzionale a numerose variabili tra cui i link in entrata, può essere fatto un discorso analogo. Il punteggio in decimi del PR non va dunque inteso come quello scolastico: la stragrande maggioranza delle pagine ha infatti un PR pari a 0, il valore 3 è già un risultato discreto, 5 è molto buono mentre valori più alti sono generalmente raggiunti da un ristretto sottoinsieme di ottimi blogger, siti di grandi imprese o enti pubblici, oltre che, ovviamente, da giganti come GoogleMicrosoftWikipedia. I siti elitari così ricchi di link e con un alto PR sono chiamati hub.

Per Google il PR è un indicatore necessario e sufficiente a dare un’indicazione del posizionamento. Ma oltre al PR, quali altri indicatori è possibile utilizzare per misurare il posizionamento?

E’ possibile, ad esempio, considerare i seguenti indicatori (il cui contributo è assente o presente in modo marginale nel PR):
- Yahoo backlink: numero di collegamenti ipertestuali indicizzati da Yahoo alle pagine del sito;
- Wikipedia: numero collegamenti esterni negli articoli di Wikipedia alle pagine del sito;
- Delicious: numero segnalibri Delicious in cui viene citato il sito;
- DMOZ: numero collegamenti DMOZ in cui viene citato il sito;
- Twitter: numero tweet di Twitter in cui viene citato il sito;
- Digg: numero articoli su Digg in cui viene citato il sito.

Un sito che presenta valori alti di questi indicatori è ben posizionato nella sua categoria: i suoi contenuti sono sulla bocca di tutti, esso viene “ascoltato”, può influenzare altri siti, insomma è un attore che gode di una posizione (meritatamente) privilegiata nella rete.

Una misura del posizionamento può essere calcolata mediante un’opportuna sintesi di questi indicatori. Vediamo, in pratica, come è possibile procedere.

SIS, Sistan e Istat a confronto

Confrontiamo tre siti che si occupano di statistiche ufficiali e di promozione delle scienze statistiche: l’Istituto Nazionale di Statistica (www.istat.it), il Sistema Statistico Nazionale (www.sistan.it) e la Società Italiana di Statistica (www.sis-statistica.it).

In generale è possibile definire delle misure sintetiche per ciascun sito, seguendo opportune metodologie, ciascuna delle quali prevede la normalizzazione, la standardizzazione e infine l’aggregazione degli indicatori elementari. In questo caso applichiamo il Mazziotta Pareto Index (MPI), un indice sintetico nato in Istat che sopperisce ai fenomeni di compensazione tra indicatori e che varia tra 70 e 130. Per costruire l’indicatore si utilizza una funzione di aggregazione basata sulla non sostituibilità dei caratteri; in questo caso si ritiene infatti che gli indicatori elementari scelti siano egualmente importanti ai fini della valutazione del posizionamento. In particolare, per l’MPI presentato nel prospetto seguente, sono stati presi in considerazione solo il PR e i primi due indicatori (Yahoo e Wikipedia), dal momento che i servizi Delicious, Twitter, DMOZ e Digg sono ancora poco diffusi in Italia.

Per il calcolo del MPI sono stati utilizzati solo i primi tre indicatori. Dati rilevati il 13/09/2009.

Questi risultati indicano che i siti considerati possiedono contenuti di qualità, pertinenti al mondo della statistica ufficiale e che godono di una discreta centralità nella rete. Tuttavia, in un’analisi comparata con altri istituti di statistica europei, la posizione dell’Istat, così come quella della SIS e del Sistan, è certamente migliorabile.

Nuovi metodi di misura del posizionamento

L’approccio precedente presenta alcuni punti deboli tra cui la soggettività della scelta degli indicatori e il fatto che non siano indipendenti. Per queste ragioni, in alternativa, possono essere presi in considerazione nuovi metodi come ad esempio il Coolhunting for Trends on the Web del MIT, che consente di misurare e monitorare il posizionamento di marche, blog o siti sul Web con un approccio basato sia sui database di Google che sulle classiche misure di centralità della social network analysis. L’obiettivo di questo paragrafo è di fornire una prima presentazione di CONDOR, lo strumento software sviluppato nell’ambito progetto del MIT, rispetto ad alcuni risultati ottenuti mediante l’analisi del sito dell’Istat. CONDOR  consente di rappresentare e analizzare le sottoreti tematiche di un sito, ovverosia il sottoinsieme del Web dove il sito viene citato. Di seguito è riportata la blogosfera di riferimento dell’Istat, e cioè l’insieme dei blog dove l’istituto viene citato attraverso un collegamento ipertestuale e i blog ad essi connessi da al più tre gradi di separazione:

Blogosfera Istat.it nel periodo 1-20 settembre 2009
(analisi di Francesca Grippa – UNILE e Daniele Frongia – Istat)

In questo caso l’analisi del posizionamento di un sito può fornire ulteriori informazioni circa le porzioni del Web dove si possono raccogliere e analizzare importanti feedback sul proprio operato e sulla propria immagine.

In conclusione, per l’analisi di un sito occorre tenere in considerazione due fattori: il traffico e il posizionamento nella rete. In questi ultimi anni gli studi di fisici, matematici e sociologi stanno contribuendo a definire nuovi metodi e strumenti per l’analisi del posizionamento. L’argomento non è ancora pienamente maturo ma le potenzialità e le prospettive sono estremamente interessanti, anche per chi produce statistiche ufficiali e diffonde cultura statistica.

Per saperne di più

Analisi delle reti

Freeman L.C. (2007) Lo sviluppo dell’analisi delle reti sociali. Uno studio di sociologia della scienza, FrancoAngeli, Milano

Hanneman R.A., Riddle M. (2005) Introduction to social network methods, University of California, USA

Barabási A.L. (2004) Link. La scienza delle reti, Einaudi, Torino

Frongia, D. (2008), Intervista a Ginestra Bianconi sulle reti complesseSegnalazionIT, Roma

Nuovi metodi di misura del posizionamento

Bennato D. (2009) Vox Internet vox dei! Sarà vero? in Internet Magazine n.134 (gennaio), , pp.26-27, Roma

Gloor P., Krauss J., Nann S., Fischbach K., Schoder D. (2008) Web Science 2.0: Identifying Trends through Semantic Social Network Analysis, USA

Mazziotta Pareto Index

Mazziotta M., Pareto A. (2010) Appendice Metodologia in La dotazione di infrastrutture della sanità, Collana Informazioni, Istat, Roma

L’autore

Daniele Frongia (frongia _at_ istat.it)

Daniele Frongia lavora presso l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) dove si occupa di metodi e strumenti Web 2.0. E’ autore del blog http://segnalazionit.org/.

Bandi europei, Concorsi, enterprise, Industria, Innovazione, Pubblica Amministrazione, Regioni, Ricerca

Nuovo Bando Regione Veneto, ricerca e sviluppo, disponibili oltre 22 milioni €

  • DESTINATARIImprese del Veneto
  • SCADENZA28 febbraio 2010
  • FINALITA’L’intervento si pone l’obiettivo di promuovere l’attivazione e la crescita di strutture di ricerca e innovazione interne alle imprese, oltre che il sostegno al trasferimento tecnologico a favore delle piccole e medie imprese
  • FONDI STANZIATI: 22.625.358 €
  • SITO DI RIFERIMENTO: Regione Veneto, Direzione Sviluppo Economico Ricerca Innovazione

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Ambiente, Comunicazione, digitale, Innovazione, libri, Nanotecnologie, Società della Conoscenza

Comunicare la Fisica

Dal sito Unesco ecco un libro (si può scaricare gratuitamente) in italiano e inglese che spiega cos’è la Fisica.  A cura di Massimo Armeni e introduzione di Piergiorgio Odifreddi.

Come sottolinea anche la Commissione Europea, la scienza e la tecnologia influenzano in maniera crescente la società: «ogni giorno il progresso scientifico e tecnologico fornisce innovazioni essenziali alla nostra qualità di vita. Le nuove scoperte nelle scienze, nella tecnologia dell’informazione, così come nel mondo della fisica, stanno influenzando fortemente le strutture sociali, economiche, politiche e etiche a cui siamo abituati» (estratto da pagina 24).
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Comunicazione, Google, Innovazione, Marketing, Social Network, Software libero, YouTube

Il marketing 2.0 secondo Google: regala Nexus One ai YouTube partner, in cambio chiede di realizzare video

Il marketing 2.0 secondo Google che regala Nexus One ai YouTube partner. In cambio chiede video che, messi in rete, in pochi giorni collezionano centinaia di migliaia di visite. Ecco i  video realizzati con Nexus One:

digitale, Facebook, Google, Imprese 2.0, Innovazione, Marketing, Social Network, Software libero, Twitter, Web 2.0, wikipedia, YouTube

Il futuro del lavoro

Interessante presentazione di From Jbrenman che parte da alcune considerazioni su cos’era il web 10 anni fa.

Etica, Innovazione, Ricerca, Società della Conoscenza

IN QUALI IMPRESE SI LAVORA MEGLIO IN ITALIA?

Great Place to Work® Institute Italia ha stilato la lista dei migliori ambienti di lavoro in Italia del 2010. A proposito del Great Place to Work, Ilaria Verunelli su IlSOLE24ORE.com sottolinea che si tratta di un ambiente nel quale i dipendenti “si fidano delle persone per cui lavorano, sono orgogliosi di ciò che fanno, e si trovano bene con le persone con cui lavorano”.

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Ecco la classifica 2010 stilata per l’Italia:

1 Microsoft Italia
855 dipendenti
www.microsoft.it
Settore: ICT – Software
Proprietà: Quotata in borsa
2 Mars Italia
236 dipendenti
www.mars.it
Settore: Industria manifatturiera – Prodotti alimentari
Proprietà: Di proprietà privata
3 Cisco Systems Italy
479 dipendenti
www.cisco.com
Settore: Telecomunicazioni
Proprietà: Di proprietà privata
4 Elica
1227 dipendenti
www.elica.com
Settore: Industria manifatturiera – Mobili
Proprietà: Quotata in borsa
5 Nissan Italia
187 dipendenti
www.nissan.it
Settore: Industria manifatturiera – Distribuzione carburanti
Proprietà: Di proprietà privata
6 W.L. GORE & Associati
87 dipendenti
www.gore.com
Settore: Industria manifatturiera – Tessile e prodotti per il tessile
Proprietà: Di proprietà privata
7 Tetra Pak
704 dipendenti
www.tetrapak.com
Settore: Industria manifatturiera – Macchine e apparecchiature
Proprietà: Di proprietà privata
8 Janssen-Cilag
634 dipendenti
www.janssen-cilag.it
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica – Farmaceutica
Proprietà: Quotata in borsa
9 FedEx Express
892 dipendenti
www.fedex.com
Settore: Trasporti – Trasporti aerei commerciali
Proprietà: Quotata in borsa
10 Medtronic Italia
506 dipendenti
www.medtronic.it
Settore: Medicale – Distributori farmaceutici
Proprietà: Quotata in borsa
11 Decathlon Italia
4418 dipendenti
www.decathlon.it
Settore: Grande distribuzione – Specialità
Proprietà: Di proprietà privata
12 PepsiCo Italia
264 dipendenti
www.pepsi.it
Settore: Industria manifatturiera – Prodotti alimentari
Proprietà: Quotata in borsa
13 Novartis Farma
1716 dipendenti
www.novartis.it
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica – Farmaceutica
Proprietà: Quotata in borsa
14 S.C. Johnson Italy
163 dipendenti
www.scjohnson.it
Settore: Industria manifatturiera – Chimico
Proprietà: Di proprietà privata
15 HILTI ITALIA
1258 dipendenti
www.hilti.it
Settore: Industria manifatturiera – Costruzioni
Proprietà: Di proprietà privata
16 Bristol-Myers Squibb
651 dipendenti
www.bms.it
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica
Proprietà: Quotata in borsa
17 sanofi-aventis Stabilimento di Scoppito (AQ)
342 dipendenti
www.sanofi-aventis.it
Settore: Medicale – Distributori farmaceutici
Proprietà: Quotata in borsa
18 Innovex
189 dipendenti
www.innovex.com
Settore: Medicale – Servizi sanitari
Proprietà: Di proprietà privata
19 MEDIAMARKET (Media World e Saturn)
6222 dipendenti
www.mediamarkt.de
Settore: Grande distribuzione – Elettronica e computer
Proprietà: Di proprietà privata
20 Zeta Service
55 dipendenti
www.zetaservice.com
Settore: Servizi professionali
Proprietà: Di proprietà privata
21 National Instruments Italy
65 dipendenti
www.ni.com/Italy
Settore: ICT – Hardware
Proprietà: Quotata in borsa
22 ConTe.it
161 dipendenti
www.ni.com/Italy
Settore: Servizi finanziari e assicurativi – Assicurazione auto
Proprietà: Di proprietà privata
23 McDonald’s Italia
3075 dipendenti
www.mcdonalds.it
Settore: Strutture per il turismo – Servizi di ristoro
24 Leroy Merlin Italia
5611 dipendenti
www.leroymerlin.it
Settore: Grande distribuzione – Specialità
Proprietà: Di proprietà privata
25 Kellogg Italia
134 dipendenti
www.kelloggs.it
Settore: Industria manifatturiera – Prodotti alimentari
Proprietà: Di proprietà privata
26 RE/MAX Italia
1400 dipendenti
www.remax.it
Settore: Costruzioni e Proprietà immobiliari – Proprietà immobiliari
Proprietà: Di proprietà privata
27 Best Western Italia
61 dipendenti
www.bestwestern.it
Settore: Strutture per il turismo – Alberghi
Proprietà: Cooperativa
28 Merck Serono
621 dipendenti
www.merckserono.it
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica
Proprietà: Quotata in borsa
29 JT International Italia
114 dipendenti
www.jti.com
Settore: Servizi industriali
Proprietà: Di proprietà privata
30 Bon Prix
292 dipendenti
www.bonprix.it
Settore: Grande distribuzione – Abbigliamento
Proprietà: Di proprietà privata
31 Guaber
86 dipendenti
www.guaber.com
Settore: Industria manifatturiera
Proprietà: Di proprietà privata
32 Phoenix Contact
87 dipendenti
www.phoenixcontact.it
Settore: Elettronica
Proprietà: Di proprietà privata
33 Difa Cooper
71 dipendenti
www.difacooper.com
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica – Farmaceutica
Proprietà: Di proprietà privata
34 everis Italia
183 dipendenti
www.everis.it
Settore: ICT – Consulenza IT
Proprietà: Di proprietà privata
35 GetaLine
57 dipendenti
www.euronova-italia.it
Settore: ICT – Gestione base dati
Proprietà: Di proprietà privata

A quanto pare il lavoro di analisi viene realizzato soprattutto sulla base di due innovativi strumenti di rilevazione:

  • Il Trust Index© consiste in circa 50 affermazioni su credibilità, rispetto, equità, orgoglio, e cameratismo, ovvero le cinque dimensioni che compongono il Modello© di Great Place to Work® . Ciascuna affermazione, formulata in chiave positiva, rientra in una delle cinque dimensioni del Modello© . Ad esempio su Credibilità: “I Responsabili mi tengono informato/a sulle questioni e sui cambiamenti di rilievo. Alle persone viene data molta responsabilità.”, oppure su Rispetto: “I Responsabili coinvolgono le persone nelle decisioni che influiscono sul loro lavoro e sul loro ambiente lavorativo. Mi vengono offerte opportunità di addestramento e sviluppo per migliorare dal punto di vista professionale.” Inoltre, sempre il Trust Index©, contiene una domanda a risposta aperta che permette ai dipendenti di esprimere, con parole loro, cosa rende la loro azienda eccellente.
  • Il Culture Audit© è uno strumento di rilevazione composto da due parti in questo strumento. Nella parte I, vengono fatte domande sulla demografia dei dipendenti (ad es. numero di dipendenti nel Paese, turnover volontario, composizione etnica, anzianità aziendale, ecc.). Inoltre vengono chieste informazioni generali sull’azienda (ad es. anno di fondazione, fatturati), così come sui benefici offerti ai dipendenti (ad es. palestra, percentuale di premio assicurativo pagato dall’azienda, numero di giorni di ferie). Nella seconda parte del Culture Audit© le domande sono a risposta aperta e permettono all’azienda la possibilità di far conoscere la loro cultura. Le domande della II parte sono in relazione con ill Modello© di Great Place to Work® che è al centro di questa parte della valutazione.

Perché un’azienda si qualifichi per entrare nella classifica dei migliori ambienti organizzativi italiani deve avere un minimo di 50 persone tra personale a tempo pieno e parziale. Qualsiasi organizzazione, privata, pubblica, non profit può partecipare. Il processo di valutazione prevede che un organizzazione esegua le seguenti attività:

  1. Contattare Great Place to Work® Institute Italia , o inviare un email ainfo@greatplacetowork.it per comunicare l’interesse dell’organizzazione a partecipare (n.b. fornire un nome e informazioni di una persona da contattare in azienda).
  2. Distribuire, secondo specifiche linee guida, un questionario di rilevazione degli atteggiamenti (Great Place to Work® Trust Index©) a un campione selezionato casualmente della popolazione aziendale tra le 50 e le 500 persone. La compilazione del questionario richiede alle persone 15′; i dipendenti lo rispediscono in una apposita busta con le spese postali prepagate.
  3. Completare il Questionario azienda (il Culture Audit© di Great Place to Work®); questo strumento richiede dati sull’organizzazione e risposte a domande aperte sulle pratiche di gestione delle persone, la filosofia e l’ambiente di lavoro dell’azienda.
  4. Spedire altro materiale rilevante di documentazione (manuali del dipendente, materiali di orientamento e di reclutamento, newsletter e video per i dipendenti, ecc.) che fornisca un’immagine più completa del perché l’azienda sia un ambiente di lavoro eccellente.

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Fonti:

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Ambiente, Città, Concorsi, digitale, enterprise, Eventi, Imprese 2.0, Innovazione, Nanotecnologie, Nordest, Padova, Ricerca, Università di Padova

L’innovazione degli incubatori d’impresa universitari: il caso PNICube e il concorso StartUp 2009

PNICube è l’Associazione degli Incubatori e delle Business Plan Competition accademiche italiane. Si tratta di una realtà che trova origine su iniziativa del Ministero delle Attività Produttive che nel 2003 finanzia il progetto IUNet (gestito dall’Associazione Incubatori Universitari – AIU), al fine di creare una rete di collegamento tra gli incubatori di impresa universitari. Lo stesso anno prende il via la prima edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), una sorta di “coppa campioni” dei migliori progetti di impresa nati in ambito universitario organizzato da cinque Start Cup.

Questi gli obiettivi di PNICube:

  • Scambiare esperienze tra i soci e favorirne la reciproca collaborazione
  • Sensibilizzare e promuovere l’adozione di politiche a favore di iniziative di incubazione di imprese
  • Acquisire risorse indirizzate alle attività di creazione di impresa
  • Promuovere e sostenere i soci nelle collaborazione internazionali
  • Favorire la creazione di start up dalla ricerca
StartUp dell’Anno, giunta alla terza edizione, consiste in un concorso tra le migliori aziende nate nell’ambito della ricerca pubblica che abbiano compiuto la fase di start-up e prevede l’attribuzione di un premio del valore di 10.000 € a quella che ha conseguito le migliori performance tecniche e di sviluppo, a giudizio di una giuria composta da operatori di fondi internazionali ed imprenditori, selezionati da PNICube.

Ecco l’elenco delle aziende finaliste individuate dalla Giuria e presentate lo scorso 8 maggio a Padova:

ACTUA:
www.actuatech.eu
Settore di attività: ICT, E-business, Biotech, meccanica, servizi, altro
Contatto: Stefano Carabelli, stefano.carabelli@polito.it

Actua punta a diventare una holding company per lo sviluppo delle tecnologie sull’efficienza energetica, trasformando tecnologie di nicchia in prodotti. Actua ha attualmente 10 dipendenti e raggiungerà nel 2009 1 M€ di fatturato.

BIOTRACK:
www.biotrack.it
Settore di attività: Biotech
Contatto: Elisa Filippi, info@biotrack.it

Biotrack è nato come spin-off dell’Università degli Studi di Milano nel 2005 dall’intuizione del Prof. Francesco Salamini, emerito scienziato di fama internazionale, e vede la partecipazione di 8 soci: Università di Milano, 4 professori universitari, Parco Tecnologico Padano, Biolab SpA, Biodiversity SpA. L’azienda si avvale di 5 collaboratori a tempo pieno. L’attività di Biotrack ha il suo core business nello sviluppo di progetti di ricerca di proteomica e di trasferimento tecnologico: grazie alle potenzialità tecniche e alle competenze analitiche, l’impresa è in grado di offrire alle aziende del settore agroalimentare e da poco, a quello farmaceutico, studi di proteomica, consulenza scientifica e tecnologica. Biotrack sviluppa soluzioni innovative ad approccio molecolare per lo studio delle proteine attraverso il frazionamento, il profiling e la biomarker discovery grazie ad una piattaforma di proteomica integrata (HPLC-SELDI ToF). Il potenziale mercato di Biotrack e’ rappresentato da 373 aziende con un fatturato complessivo di 53,4 Miliardi di € e medio per azienda di 143 Milioni di €.

DELTA R&S:
www.deltars.it
Settore di attività: Bio-meccanica, ergonomia, sicurezza nello sport, meccatronica, robotica
Contatto: Flavio Merigo, f.merigo@deltars.it

Delta R&S si propone di fornire alle imprese servizi di ricerca e sviluppo relativi a prodotti, processi, apparecchiature e macchinari che consentano alle imprese stesse di migliorare la loro competitività e di innovare il loro sistema aziendale. Delta R&S intende mettere a disposizione delle aziende le migliori competenze (recepite nel campo accademico, della libera professione e di altri centri di ricerca) e organizzarle secondo uno specifico piano di lavoro per ottenere risultati concreti ed applicabili. La società propone al mercato i suoi digitalizzatori (Foot-o-graph, Bust-o-graph), le sue protezioni, i suoi servizi sia al mercato italiano che a quello europeo.  I punti di forza dei nostri prodotti sono costituiti da un’elevata attenzione al cliente (tempi di ripresa brevi, economicità delle protezioni, servizi offerti senza alcun tipo di impatto psicologico o fisico critici) e prezzi estremamente competitivi. Attualmente sono in corso intense attività di marketing per aprire nuovi sbocchi nei mercati del sud est asiatico (Pakistan, Bangladesh, India). Delta R&S occupa un totale di 15 dipendenti e prevede per il 2009 un fatturato di oltre 2 milioni di euro.

ELECTRO POWER SYSTEMS:
www.electrops.it
Settore di attività: Cleantech
Contatto: Emilio Paolucci, emilio.paolucci@electrops.it

Nata nel 2005 e vincitrice quello stesso anno del PNI, Electro Power Systems è diventata in soli 4 anni leader nel settore dei sistemi a fuel cell per il backup energetico, un mercato mondiale da 7,8 miliardi di dollari già oggi.  Sede a Torino, una fabbrica nuova ad Aosta, 32 addetti, ha clienti in Italia, Europa e a breve America. E’ l’unica azienda europea del settore con prodotto certificato CE e l’unica italiana tra le Cleantech Top100 di Library House e The Guardian. L’azionariato è diviso tra fondatori e top management, investitori istituzionali e soci industriali.  Dopo tre anni di R&D e fieldtests il 2009 è l’anno della svolta industriale: nuova famiglia di prodotti, previsioni di fatturato quintuplicato, avvio delle operations in America. Obiettivo Asia per il 2010.

EVS:
www.evsys.net
Settore di attività: ICT, elettronica
Contatto: Vittorio Murino, vittorio.murino@evsys.net

L’azienda si occupa di progettazione di sistemi di visione su architetture (hardware) embedded rivolti a diversi campi d’applicazione come l’automazione industriale, automotive, la sicurezza e il monitoraggio e la nautica. eVS è specializzata in soluzioni modulari, leggere, compatte e di elevata potenza di calcolo rivolte ad ambienti dove sono necessarie robustezza ed alte prestazioni (FPGA, Field Programmable Gate Array e DSP, Digital Signal Processor). EVS è il primo spin-off dell’Università di Verona e ha ricevuto un finanziamento dal Ministero dell’Istruzione, Università e della Ricerca (MIUR) per un progetto di ricerca. Il fatturato atteso per l’anno 2009 è di quasi 300.000 euro.

FLUIDMESH:
www.fluidmesh.com
Settore di attività: ICT
Contatti: Torquato Bertani, torquato.bertani@fluidmesh.com

Fluidmesh è il leader nello sviluppo di prodotti  wireless per applicazioni critiche, di sicurezza ed industriali. Le soluzioni progettate dall’azienda sono tutte caratterizzate da un incomparabile livello di affidabilità, flessibilità e facilità di utilizzo. L’azienda è focalizzata sullo sviluppo di prodotti wireless per la sicurezza, la videosorveglianza e la trasmissione di dati in grandi aree a rischio. Ogni Fluidmesh non solo trasmette i flussi video delle telecamere direttamente collegate ad esso, ma allo stesso tempo agisce da ponte radio e router “intelligente”, in grado di inoltrare attraverso il percorso ottimale i pacchetti dati ricevuti  da altri apparecchi Fluidmesh.  Mercati di riferimento per Fluidmesh Networks sono le pubbliche amministrazioni, le grandi industrie, i porti turistici e commerciali e le grandi aree turistiche e sportive quali resort, parchi del divertimento e autodromi. Fluidmesh opera principalmente in USA, Canada, America latina, Italia, Francia, Spagna, UK, Medio Oriente e Australia.
Il fatturato previsto per il 2009 supera i 900 mila euro.

GARRISONPOP:
www.garrisonpop.com
Settore di attività: ICT, servizi
Contatti. Paolo Sasso, paolo.sasso@garrisonpop.com

Garrisonpop è una società di servizi rivolti a produttori e distributori di beni di largo consumo. L’obiettivo centrale delle attività di Garrisonpop è dotare i mercati di strumenti innovativi per supplire alle aree di incertezza delle filiere di produzione, distribuzione e marketing.  Il prodotto principale Teleshelf è una piattaforma che automatizza il processo di lettura delle giacenze e delle rotazioni sullo scaffale dei supermercati tramite sensori elettronici (peso, RFID, microswitch, ecc) che immagazzinano il dato e lo trasmettono attraverso un modem GSM o un router WIFI. L’applicazione principale per la sales force automation funziona via SMS.  Teleshelf è venduto come servizio, ovvero viene chiesto un canone di abbonamento mensile per la lettura dei dati tramite il software della società o accedendo al portale della Garrisonpop. Per evitare copie o aggressioni da parte di chi è forte nel mercato dei sistemi per GD o rilevazioni di spazi di mercato, sono stati stretti accordi con i Leader del settore. Lo sviluppo del fatturato con incremento di circa il 100% annuo è costante e confermato dall’andamento dei primi mesi 2009, con una aspettativa di circa 600 mila euro.

KHAMSA:
www.khamsa.net
Settore di attività: ICT
Contatto: Federico Moro, fm@khamsa.net

KHAMSA è un gruppo societario di due società, entrambe start-up fondate nel 2005 dai medesimi fondatori e vincitrici di bandi di innovazione e incubazione (Start-Cup Lombardia e CPStartup Canton Ticino, Svizzera). Operante nel settore dell’Information e Communication Security, KHAMSA offre al mercato dei professionisti e piccole-medie imprese strumenti di comunicazione confidenziale (posta elettronica e telefonia mobile criptate). Attualmente si avvale di 20 collaboratori, fra dipendenti, consulenti ed outsourcers, con uffici in Lugano e Milano. Dopo un investimento di Venture Capital (2008) il gruppo è controllato al 66% dai fondatori e al 34% dai soci di capitale di rischio. Il fatturato atteso per il 2009 è di oltre 700 mila euro.

LACHESI:
www.lachesi.com
Settore di attività: Monitoraggio, Ambiente, ICT
Contatto: Domenico Lopreiato, domenico.lopreiato@lachesi.com

LACHESI è una società che sviluppa e commercializza prodotti destinati al monitoraggio delle strutture architettoniche (controllo delle condizioni di esercizio e di sicurezza di ponti, gallerie, dighe e strutture marine) soprattutto in rapporto alle interazioni tra le stesse strutture e l’ambiente in condizioni straordinarie, per esempio in relazione alle alluvioni o a sismi. I prodotti di LACHESI sono indirizzati verso due settori applicativi: le strutture architettoniche moderne e le opere di elevato interesse artistico e storico. Il settore in cui opera LACHESI è dunque rappresentato dalla Civil Engineering, dalla Geotechnical Engineering e dall’Oil and Gas Engineering.  Conta su un team composto da 5 dipendenti ed ha come soci il fondo Piemontech e il Club degli Investitori, quest’ultimo entrato nella compagine sociale a fine 2008. Le previsioni di fatturato per il 2009 si aggirano sui 400 mila euro.

MINTEOS:
www.minteos.com
Settore di attività: ICT (monitoraggio ambientale)
Contatto: Maurizio Savioli, savioli@minteos.com

Minteos opera nel settore del monitoraggio ambientale tramite tecnologie WSN (Wireless Sensor Network). L’architettura realizzata permette, grazie a sensori sul campo, di monitorare e trasferire alert in tempo reale ed a basso costo su una molteplicità di rischi ambientali. I prodotti principali sono legati all’antincendio, alle esondazioni, alle frane, al controllo della qualità dell’aria nelle città e delle acque, alle emissioni di gas nocivi nell’industria, al monitoraggio delle pipeline ed al settore dei rifiuti.
Le specifiche peculiari del prodotto sono riassumibili in: eliminazione dei falsi allarmi, funzionamento automatico; necessità solo di piccole manutenzioni, scalabilità, multifunzionalità.
I settori di destinazione sono rappresentati dalla Pubblica Amministrazione, Protezione Civile e Vigili del Fuoco. Il mercato di destinazione è costituito inizialmente dall’Europa (Italia e Grecia su tutti) e abbraccerà a seguire USA e Australia.
Ha sede in Torino e opera con 15 persone; la struttura societaria è composta da 4 soci di cui uno è un Business angel.
Fatturato 2009 previsto: 1 milione e mezzo di euro.

WAYMEDIA:
www.waymedia.it
Settore di attività: ICT
Contatto: Francesco Baschieri, francesco.baschieri@waymedia.it

Waymedia realizza sistemi che permettono di realizzare nuovi canali di comunicazione interattiva di prossimità, utilizzando come media il telefono cellulare dei consumatori e sfruttando sistemi di trasmissione wireless a corto raggio (come Bluetooth e NFC) per veicolare contenuti multimediali come ad esempio filmati, musica giochi e informazioni in modo gratuito e a banda larga. Operano attraverso distributori (per la rivendita dei prodotti), system integrator (per l’inserimento delle tecnologie in progetti di comunicazione/servizio al pubblico più complessi) oppure si rivolgono ad agenzie marketing e concessionarie pubblicitarie per la realizzazione di operazioni di Marketing di prossimità.
Waymedia oggi impiega 13 dipendenti su due sedi: Bologna (Headquarter e R&D) e Madrid (Commerciale per Spagna e America Latina).
La previsione per  il 2009 è di superare il milione di fatturato.

La vincitrice dell’edizione 2009 della StartUp dell’Anno è l’azienda Electro Power Systems di Torino, attiva nel settore dei sistemi a celle a combustibile per la produzione di idrogeno. Il premio è stato consegnato da Barbara Simionati di BMR Genomics, la StartUp dell’Anno 2008.

Nata nell’incubatore I3P di Torino. Fondata nel 2005 e vincitrice quello stesso anno del Premio Nazionale Innovazione, Electro Power Systems è diventata in soli 4 anni leader nel settore dei sistemi a fuel cell per il backup energetico, un mercato mondiale che vale già oggi da 7,8 miliardi di dollari. Sede a Torino, una fabbrica nuova ad Aosta, 32 addetti, ha clienti in Italia, Europa e a breve America. Il fondatore e CEO Adriano Marconetto ha dichiarato: “L’idrogeno è una soluzione per molti problemi energetici, ma dev’essere una soluzione completa e alla portata di tutti. La domanda di mercato c’è: noi abbiamo concretizzato l’offerta. Siamo l’unica azienda europea del settore con prodotto certificato CE e l’unica italiana tra le Cleantech Top 100. Dopo tre anni di R&D e field tests, il 2009 per noi è l’anno della svolta industriale: nuova famiglia di prodotti, previsioni di fatturato quintuplicato, avvio delle operations in America. Obiettivo Asia per il 2010.”

Al secondo posto si è classificata l’azienda Waymedia, dell’incubatore Alma Cube di Bologna, che realizza sistemi che permettono di realizzare nuovi canali di comunicazione interattiva di prossimità, utilizzando come media il telefono cellulare dei consumatori e sfruttando sistemi di trasmissione wireless a corto raggio per veicolare contenuti multimediali come ad esempio filmati, musica giochi e informazioni in modo gratuito e a banda larga.

Al terzo posto si è classificata l’azienda Khamsa dell’Acceleratore d’Impresa del Politecnico di Milano, che offre al mercato dei professionisti e piccole-medie imprese strumenti di comunicazione confidenziale (posta elettronica e telefonia mobile criptate).

Fonte: http://www.pnicube.it

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Google: realtà aumentata, tempo reale e zeitgeist

REALTA’ AUMENTATA

Google sta testando un nuovo servizio chiamato “Google goggles”. La parola non sarà più al centro dell’attenzione ma lo sarà un’immagine che può essere ricavata utilizzando la fotocamera integrata dei cellulari come se fossero occhiali sul mondo, si tratta di un chip GPS per la geolocalizzazione e la connessione dati per lo scambio di informazioni. Basta scattare una fotografia a un libro, un oggetto o un paesaggio per avviare la relativa ricerca online.

TEMPO REALE

La sfida 2010 di internet è stata lanciata da Google e si chiama “tempo reale”. Dopo aver annunciato, qualche tempo fa, degli accordi con i popolari social network Twitter e Facebook, è adesso possibile vedere una prima implementazione di quegli accordi. In buona sostanza adesso Google è in grado di cercare e pescare informazioni anche da questi social network, aggiornati al secondo, e restituire risultati di ricerca sulle informazioni in tempo reale

Nei prossimi giorni potremo infatti trovare sempre più spesso contenuti provenienti da Facebook o da Blogspot, la piattaforma di blog in questo caso privilegiata perché di proprietà di Google. Quel che più conta, è che questi contenuti saranno aggiornati istantaneamente, e quindi freschissimi. Non è comunque ancora chiaro se verranno etichettati o evidenziati in un modo particolare, o se saranno semplicemente inseriti affianco agli altri risultati.

ZEITGEIST

Ogni anno Google esamina miliardi di ricerche digitate dagli utenti di tutto il mondo allo scopo di scoprire il cosiddetto zeitgeist, lo spirito dei tempi. Così si evince che le parole più cercate su Google, a livello internazionale, sono perlo più due: Michael Jackson, il cantante americano scomparso alcuni mesi addietro, e Facebook, il social network più popolare e popolato del momento.

Tra le news maggiormente richieste troviamo invece il terremoto in Abruzzo, il “sempreverde” Festival di Sanremo e il Grande Fratello nell’edizione scorsa, ma non mancano argomenti particolarmente caldi come il nome di Veronica Lario, la moglie del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, le Elezioni Europee 2009, l’altro reality di successo X-Factor, Alberto Stasi, il principale imputato del delitto di Garlasco, e il giuramento di Obama.


Fonti:

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