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Nuova guida ai finanziamenti europei

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download -Guida ai Finanziamenti Europei 2014 – by Unioncamere Veneto

Circa 11 mesi fa la Commissione Europea aveva diffuso un innovativo comunicato stampa. Spiegava come l’Unione ha inteso ricalibrare la Politica di Coesione per l’Europa al fine di massimizzare l’impatto sulla crescita e l’occupazione. La comunicazione venne articolata nei 10 punti riportati più avanti, restando in questo post.

Prima di approfondire i 10 punti, “studio baroni” suggerisce di tener conto del bilancio europeo 2014-2020. La Politica di Coesione investirà 325 miliardi di euro negli Stati membri. Sono interessate soprattutto le regioni ed anche le città europee di qualsiasi dimensione.

Lo scopo della Commissione è orientato a realizzare importanti macro obiettivi in tema di crescita e occupazione. In particolare, sul tema Coesione, vedi qui come si stavano sviluppando gli indirizzi del Governo Italiano.

La notizia di questi giorni è l’avvenuta pubblicazione, da parte di Unioncamere Veneto, della “Guida ai finanziamenti europei“, in versione aggiornata 2014.

Anche questa modalità di comunicazione è interessante perché, a Nordest, il Sistema Camerale ha offerto la possibilità (a tutti gli enti, imprese ed organizzazioni) di seguire passo dopo passo la materia nel corso degli anni.

Per esperienza diretta e, nel richiamare il linguaggio digitale, “studio baroni” evidenzia la buona pratica Pubblica che, in questo questo post, viene intesa sottoforma di “Pubblic Release”. In Francia, giusto per avere un modello statale di riferimento, sanno fare molto bene la Pubblica Amministrazione. Ovvero, i francesi non fanno le riforme e le controriforme come in Italia che spesso si impantanano nelle pastoie dei veti e controveti incrociati, talvolta incomprensibili, sia dalle aziende che dalla stessa popolazione italiana.

“Public Release”, anche nel senso di aggiornare efficacemente la PA con semplicità. Come si fa con le nuove versioni dei software o delle app. Le release, nel linguaggio digitale, possono avere intensità “minor” oppure “major” quando si fa un cambiamento abbastanza radicale.

I francesi, che hanno un oliato sistema deliberativo, sono semplici ed efficaci, come una vera e propria “macchina” della PA. In pochissimo tempo riescono ad implementare le innovazioni. Ci sono moltissimi casi che si potrebbero citare. Così facendo riescono, senza troppa fatica e intoppi burocratici, ad adattarsi allo sviluppo e guidare responsabilmente la propria società contemporanea d’oltralpe. In questo modo ne traggono beneficio tutti, in particolar modo le aziende che hanno riferimenti utili e sicuri. Sono soddisfatti che i loro enti locali perché riescono a stare “al passo con i tempi” in modo intelligente e – soprattutto – nell’interesse generale del loro Paese per il Bene Comune.

Per fare un altro esempio, forse ancora più calzante, è come parlare dello sviluppo di un modello auto. In questo senso, viene più facile pensare ai passi evolutivi, fatti nel tempo dal 1974, dalla Volkswagen con la mitica Golf. Più di altre case automobilistiche, ha saputo comunicare bene le “Auto Release”. Coerenza nel nome del modello e nelle forme dell’auto, migliorando, innovando e progredendo in bellezza, comfort e sicurezza.

Quindi, nel prendere spunto dai concetti di “Public Release” ed “Auto Release”, ecco gli elementi chiave circa questa nuova release UE nei suoi 10 punti essenziali:

  1. Investire in tutte le regioni dell’UE e adattare il livello di sostegno e il contributo nazionale (tasso di cofinanziamento) ai loro livelli di sviluppo: regioni meno sviluppate (PIL < 75% della media UE-27); regioni in transizione (PIL dal 75% al 90% della media UE-27); regioni più sviluppate (PIL > 90% della media UE-27). 
  2. Indirizzare le risorse sui settori chiave per la crescita: gli investimenti a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) verranno concentrati su 4 priorità chiave: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) ed economia a bassa emissione di carbonio, a seconda della categoria della regione (meno sviluppata: 50%, in transizione: 60% e più sviluppata: 80%). Circa 100 miliardi di euro saranno consacrati a questi settori, dei quali almeno 23 miliardi di euro serviranno a sostenere il passaggio a un’economia a bassa emissione di carbonio (efficienza energetica ed energie rinnovabili). In relazione a ciò le risorse del FESR saranno soggette a un’opportuna ripartizione (regioni meno sviluppate: 12%, in transizione: 15% e più sviluppate: 20%). Circa 66 miliardi di euro saranno consacrati alla priorità Reti transeuropee di trasporto nonché a progetti per l’infrastruttura ambientale chiave per il tramite del Fondo di coesione. Grazie al Fondo sociale europeo (FSE) la politica di coesione recherà un contributo significativo alle priorità unionali nel campo dell’occupazione, ad esempio mediante azioni di formazione e di apprendimento permanente, di istruzione e di inclusione sociale (almeno il 20% dell’FSE sarà stabilito in funzione delle esigenze di ciascuno Stato membro dovrà essere impiegato per questo obbiettivo). Lo stanziamento minimo per l’FSE sarà stabilito da ciascuno Stato membro, con un minimo predefinito, per un totale di almeno 70 miliardi di euro. La nuova iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, del valore di almeno 6 miliardi di euro, correlata all’FSE, sosterrà l’implementazione della garanzia per i giovani.
  3. Stabilire obiettivi chiari, trasparenti e misurabili e parametri di responsabilità e di risultato: i paesi e le regioni dovranno annunciare sin dall’inizio quali obiettivi intendono raggiungere con le risorse disponibili e identificare esattamente in che modo misureranno i progressi compiuti in direzione di tali obiettivi. Ciò consentirà il monitoraggio regolare e la discussione sull’uso delle risorse finanziarie. Ciò significherà che per i programmi che presentano migliori risultati potranno essere resi disponibili finanziamenti addizionali (attraverso la cosiddetta “riserva di efficacia ed efficienza”) verso la fine del periodo.
  4. Definire condizioni prima che i finanziamenti vengano convogliati in modo da assicurare investimenti più efficaci: ad esempio, le strategie di “specializzazione intelligente” volte a identificare i punti di forza particolari e le potenzialità, le riforme favorevoli all’imprenditoria, le strategie dei trasporti, le misure per migliorare i sistemi di appalti pubblici, il rispetto delle normative ambientali, le strategie di lotta contro la disoccupazione e contro la dispersione scolastica o quelle a promozione della parità tra i generi e della non-discriminazione sono tutte precondizioni irrinunciabili.
  5. Definire una strategia comune per assicurare un migliore coordinamento ed evitare le sovrapposizioni: un quadro strategico comune costituirà la base per un migliore coordinamento tra i Fondi strutturali e di investimento europei (FESR, Fondo di coesione e FSE nella loro qualità dei tre fondi che partecipano alla politica di coesione nonché il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo per la pesca). Tale quadro consentirà inoltre di assicurare un migliore collegamento con altri strumenti unionali come Orizzonte 2020, il meccanismo per collegare l’Europa e il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale.
  6. Ridurre la burocrazia e semplificare l’uso degli investimenti unionali attraverso un insieme comune di regole per tutti i Fondi strutturali e di investimento europei nonché regole di contabilità più semplici, oneri di rendicontazione più mirati e un maggior uso delle tecnologie digitali (“e-cohesion”).
  7. Accrescere la dimensione urbana della politica stanziando un importo minimo delle risorse a valere sul FESR per progetti integrati nelle città, al di là degli altri tipi di spesa consacrata alle zone urbane.
  8. Rafforzare la cooperazione transfrontaliera e agevolare la costituzione di un maggior numero di progetti transfrontalieri. Assicurare inoltre che strategie macroregionali come quella danubiana e del Baltico siano sostenute dai programmi nazionali e regionali.
  9. Assicurare che la politica di coesione sia meglio correlata alla più ampia governance economica dell’UE: i programmi dovranno essere coerenti con i programmi di riforma nazionali e dovrebbero affrontare le riforme pertinenti identificate nelle raccomandazioni per paese nel contesto del semestre europeo. Se del caso la Commissione può chiedere agli Stati membri, facendo leva sulla cosiddetta clausola di “condizionalità macroeconomica”, di modificare i programmi per sostenere le principali riforme strutturali. In ultima istanza la Commissione può sospendere l’erogazione dei finanziamenti se le raccomandazioni economiche venissero violate ripetutamente e gravemente.
  10. Incoraggiare l’uso degli strumenti finanziari per dare alle PMI maggiore sostegno e accesso al credito: i prestiti, le garanzie e il capitale netto/di ventura riceveranno un sostegno dai fondi dell’UE sulla base di regole comuni, allargando le possibilità del loro uso e erogando incentivi (ad esempio, tassi di cofinanziamento più elevati). L’accento posto sui prestiti piuttosto che sulle sovvenzioni dovrebbe migliorare la qualità dei progetti e scoraggiare la dipendenza dalle sovvenzioni.
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Dalle parole ai fatti… come semplificare la Pubblica Amministrazione. Ecco il caso della Regione Veneto con Arsenàl.IT

ing. Sara Valongo  Arsenàl.IT - premio eGov 2014 - semplificare Pubblica Amministrazione Regione Veneto premio
l’ing. Sara Valongo di Arsenàl.IT che ritira il premio eGov 2014

Dell’innovativa, efficace ed efficiente esperienza di Arsenàl.IT “studio baroni” ne aveva parlato qui nel 2011. Tre anni fa sono stati risparmiati 2 milioni di € per ritirare i referti medici. Lo slogan era “meno file più files”. Quindi, se tanto mi da tanto, il risparmio è per sempre ed è già pari a 3 x 2 = 6 milioni di €.

Poi, c’è Arsenàl.IT anche in questo articolo dello scorso anno a proposito dei referti online del progetto Veneto ESCAPE, al quale è andato il premio nazionale eGov 2013. Oggi il premio eGov è stato assegnato alla Regione del Veneto e Arsenàl.IT per la ricetta dematerializzata e la certificazione di software sanitari.

Efficienza interna e semplificazione è la categoria nella quale la sanità veneta si è aggiudicata a Riccione il prestigioso riconoscimento, assegnato a Regione Veneto e Arsenàl.IT per i progetti dove è stata introdotta l’innovazione digitale.

Oggi è realtà la dematerializzazione della ricetta rossa farmaceutica (ormai a regime in tutta la regione) e per l’attività di labelling. vale a dire di certificazione di interoperabilità dei software sanitari, che Arsenàl.IT sta realizzando nell’ambito della realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale. Tutto ciò con un risparmio per la sanità veneta quantificato in 3.244.901 € ogni anno. Inoltre, va tenuto conto del costo-opportunità del personale delle aziende, del costo delle ricette e del costo dei servizi di gestione della ricetta cartacea.

“Siamo particolarmente soddisfatti del riconoscimento che arriva in un momento in cui stiamo raccogliendo i risultati di oltre due anni di lavoro – sottolinea Claudio Dario, presidente di Arsenàl.IT e direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova – i primi risultati della dematerializzazione della ricetta rossa farmaceutica sono entusiasmanti. Dal 1 settembre le ricette dematerializzate in Veneto sono state 1.283.250 pari all’85% delle prescrizioni effettuate dai medici di medicina generale. Di queste il 67% è stato preso in carico dalle farmacie che hanno erogato digitalmente 97% dei farmaci prescritti”.

“Questi dati insieme al premio eGov – chiude Dario – dimostrano che il percorso avviato dalla Regione con Arsenàl.IT e tutte le aziende sanitarie è quello corretto per garantire attraverso l’innovazione servizi sociosanitari efficienti, economicamente sostenibili e sempre più a misura di cittadino”.

 

 

 

Pubblica Amministrazione, Regioni, Responsabilità Sociale, Veneto

Ecco come il Veneto fa sviluppo. La Regione coinvolge le imprese eccellenti nella formazione e valorizza la CSR (Responsabilità Sociale).

regione del veneto attestazione eccellenza imprese bando 2014Ritieni che la tua sia un’impresa eccellente?Hai tempo fino al 16 agosto 2014 per entrare in un valido progetto pilota finalizzato alla creazione di un sistema di attestazione di imprese Venete eccellenti. La Regione del Veneto vuole avviare la sperimentazione di un sistema di attestazione di merito delle imprese venete eccellenti che diffondono i propri saperi sul territorio attraverso l’erogazione di attività formative. Verifica qui sotto se hai i requisiti che si dividono in due parti: essenziali obbligatori e avanzati non obbligatori. Interessante e innovativo il fatto che la Regione abbia introdotto in questo progetto la Responsabilità Sociale d’Impresa.

Requisiti minimi essenziali obbligatori

  • Esistenza di un disciplinare relativo all’erogazione e al controllo dei processi formativi. Possesso di una o più prassi/procedura formalizzata che descriva la gestione dei processi formativi dal momento della progettazione dell’intervento formativo alla gestione dei feedback conclusivi (es: analisi fabbisogni, progettazione, gestione, monitoraggio risultati, verifica coerenza obiettivi formativi e finalità e risultati).
  • Adeguate competenze delle risorse professionali dedicate alla formazione. Delle risorse umane dedicate alla formazione il soggetto deve descrivere le funzioni svolte quali, ad esempio, progettazione, coordinamento, docenza delle attività formative, indicando i titoli di studio e professionali posseduti. Deve essere evidenziata e quantificata la partecipazione attiva di personale interno all’impresa nel percorso formativo. L’impresa, inoltre, deve dimostrare di possedere una metodologia attraverso la quale vengono individuati in modo oggettivo i criteri di selezione delle risorse professionali dedicate alla formazione.
  • Adeguati spazi e strumenti per l’erogazione degli interventi formativi. L’impresa deve dimostrare di possedere, in proprietà o in possesso con atto formalizzato, dei locali adeguati per erogare attività formativa (aule, laboratori, ecc). Descrivere anche se e di quale dotazione multimediale dispone (videoproiettore, pannello lcd, wi fi, fad, LIM, etc). Descrivere se e quali metodologie e strumentazioni innovative vengono utilizzate per fare formazione.
  • Esperienza nell’erogazione di attività formativa per utenti interni e/o esterni. L’impresa deve dimostrare di aver erogato delle attività formative inerenti la peculiarità del/i prodotto/i trattato/i dall’azienda e/o i processi aziendali. Non rientra in questo ambito la formazione obbligatoria (ad esempio quella in materia di sicurezza), bensì la formazione che ha l’obiettivo di migliorare il processo produttivo e quindi il prodotto finale. Tale attività formativa, documentata da progetti, registri o altro, deve essersi svolta in modo continuativo nel corso degli ultimi 24 mesi antecedenti alla presentazione della domanda di partecipazione al sistema di attestazione regionale.
  • Misurazione della performance formativa. Possesso di una prassi/procedura per la verifica del successo formativo. Gli indicatori di perfomance, scelti dall’azienda, devono dimostrare l’efficacia della formazione in relazione agli obiettivi della formazione inizialmente individuati.

Requisiti avanzati non obbligatori

  • Attività di Ricerca ed Innovazione. Presenza di investimenti nella Ricerca e Innovazione di almeno il 2% dei costi a bilancio negli ultimi due anni, se prevista una voce a bilancio specifica, o descrizione delle modalità attraverso le quali le attività di Ricerca ed Innovazione vengono realizzate e loro quantificazione. In alternativa dovrà essere data evidenza di piani di investimento, formalmente approvati, collegati alla Ricerca e Innovazione.
  • Titolarità di brevetti. Possesso di brevetti registrati ex Sezione IV del Capo II del D. Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30 o per le invenzioni del settore biotecnologiche D.L. 10 gennaio 2006, n. 3 e s.m.i. Possesso di accordi di licenze incrociate su brevetti.
  • Presenza di certificazione di prodotto. Certificazione di conformità dei prodotti alle norme di riferimento attraverso test e prove da parte di Enti e Laboratori preposti.
  • Adozione di sistemi di gestione aziendale. Possedere un sistema di gestione aziendale ad esempio ISO 9001, Emas, Ohsas 18001, ISO 14000 o SA8000.
  • Rapporti con il territorio. In un’ottica di crescita del territorio, viene richiesta la dimostrazione con evidenze oggettive quali: convenzioni, protocolli di intesa o partenariati con gli altri due attori del sistema dell’innovazione: Università o Centri di Ricerca e con Enti Locali.
  • Integrazione con il mondo della Scuola e dell’Università. Partecipazione ad interventi di collaborazione/integrazione con istituti scolastici ed università (es: stage, alternanza scuola lavoro, ITS, apprendistato) e/o investimenti specifici a favore di questi settori (es: donazione impianti, attrezzature, ecc)
  • Impresa socialmente responsabile. L’impresa deve dimostrare di possedere il Bilancio sociale o il Codice Etico oppure di essere Impresa socialmente responsabile, ossia impresa che in base alla griglia di autovalutazione supera la soglia minima prevista dal set di requisiti definiti dalla Regione del Veneto e Unioncamere del Veneto (la griglia dei requisiti minimi è pubblicata nel portale nella pagina dedicata al Progetto CSR Veneto). Il set di indicatori potrebbe subire modifiche secondo quanto condiviso nell’ambito del progetto interregionale/transnazionale “Creazione di una rete per la diffusione della Responsabilità Sociale d’Impresa” di cui la Regione del Veneto è capofila e che vede coinvolte anche le Regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria, Toscana e Valle d’Aosta oltre al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero del Lavoro.

INFO c/o Ufficio Accreditamento: 041/279.5136–5069–5109-5096

CCIAA, EXPO 2015, Pubblica Amministrazione

CCIAA Venezia, 800.000 € di contributi 2014 per lo sviluppo d’impresa

La Camera di Commercio di Venezia ha previsto per l’anno 2014 uno stanziamento di 800.000 € per l’erogazione di contributi a sostegno dello sviluppo e dell’innovazione nelle micro piccole medie imprese del territorio veneziano.

Con provvedimento n. 19 del 20 febbraio 2014, la Giunta Camerale ha approvato il “Bando Quadro 2014”, prevedendo l’erogazione di contributi in conto capitale per lo sviluppo e la competitività d’impresa, tramite l’attivazione di tre interventi tematici (Valorizzazione Asset Immateriali – Sostegno Accesso al Credito – Percorsi di Sviluppo Creativo) mentre con provvedimento n. 45 del 1 aprile 2014 è stato approvato il “Bando Obiettivo Expo 2015“.

Schema scadenze per la presentazione delle domande di contributo:

cciaa venezia contributi alle imprese 2014 expo asset immateriali accesso al credito percorsi creativi

Contatti e info:

Sede: 30175 Marghera Banchina Molini, 8
Email: bandi.imprese@ve.camcom.it
Email PEC: promozione.interna.bandi@ve.legalmail.camcom.it
Telefono: 041786181, 041786409, 041786413
Orari Telefonici:

dal lunedì al venerdì 8:45-12:30;
giovedì pomeriggio 14:45-16:00

Fax: 0412576652
Resp.: TONUS Federica

Fonte: CCIAA Venezia

 

 

Innovazione, Pubblica Amministrazione

JOBS ACT per il rilancio del lavoro e la semplificazione burocratica (Legge 78/2014)

immagine Jobs Act Legge sul Lavoro n. 78 del 16 maggio 2014 studio baroni

E’ conosciuto con il nome di “Jobs Act” il D.L. n. 34/2014, convertito nella Legge n. 78/2014, per favorire il rilancio dell’occupazione e la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.

La nuova disciplina del contratto a tempo determinatoLa Legge prevede che, per i contratti a termine stipulati a far data dal 21 marzo 2014, non è più previsto l’obbligo di specificare la causale e la loro durata può essere di 36 mesi, invece dei 12 precedenti. Il contratto a termine a-causale può essere prorogato per un massimo di 5 volte.

La nuova disciplina dell’apprendistatoAlleggeriti gli adempimenti in materia di apprendistato. Semplificato l’obbligo di previsione del PFI Piano Formativo Individuale, che può essere redatto in forma sintetica e menzionato all’interno del contratto di apprendistato, contestualmente all’assunzione. Il PFI può essere definito anche in base a moduli e formulari stabiliti dalla contrattazione collettiva o dagli enti bilaterali.

Le altre novitàLe altre misure previste dalla nuova Legge, riguardano i contratti di solidarietà, il DURC Documento Unico di Regolarità Contributiva e i servizi per il lavoro con l’elenco anagrafico dei lavoratori.

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fonti:

Ambiente, Innovazione, ISTAT, Pubblica Amministrazione, Sanità

Oltre il PIL (Prodotto Interno Lordo) c’è il bes (benessere equo e sostenibile)

BES 2013 Benessere Equo e Sostenibile CNEL ISTAT 12 dimensioni logoISTAT e CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, hanno recentemente introdotto il bes. Sono indicatori del benessere equo e sostenibile che consentono di misurare il progresso della società oltre il PIL, Prodotto Interno Lordo.

Il bes parte dal presupposto che il progresso di una società è solo di carattere economico. Ecco le 12 dimensioni del bes basate su un set di 134 indicatori:

  1. Salute
  2. Istruzione e formazione
  3. Lavoro e conciliazione tempi di vita
  4. Benessere economico
  5. Relazioni sociali
  6. Politica e istituzioni
  7. Sicurezza
  8. Benessere soggettivo
  9. Paesaggio e patrimonio culturale
  10. Ambiente
  11. Ricerca e innovazione
  12. Qualità dei servizi

Nel sito www.misuredelbenessere.it sono disponibili strumenti d’informazione sul progetto per consente a cittadini, istituzioni, centri di ricerca, associazioni, imprese di contribuire a definire “che cosa conta davvero per l’Italia”.

download PDFBES 2013 Benessere Equo e Sostenibile CNEL ISTAT

Concorsi, digitale, Innovazione, Pubblica Amministrazione, Ricerca, Sanità, Veneto, YouTube

Agenda Digitale e Innovazione nella Sanità: premio nazionale eGov 2013 a Veneto ESCAPE

I referti online del progetto Veneto ESCAPE si aggiudicano il premio nazionale eGov 2013 dedicato al tema “L’Agenda Digitale parte dai territori”.

L’iniziativa, che da fine 2012 consente a tutti i veneti di scaricare i propri referti via web, ha ottenuto il riconoscimento nella sezione “Efficienza interna”, assegnato dalla giuria presieduta da Gianluigi Cogo che lo ha scelto tra i 107 progetti partecipanti.

“Un premio che valorizza ancora una volta un’esperienza che oggi rappresenta il servizio di eGov maggiormente utilizzato dai veneti – sottolinea il presidente di Arsenàl.IT Claudio Dario – un esempio di democrazia partecipativa tenendo, conto che il 60% dei referti prodotti in Veneto oggi sono scaricati online con punte che, in alcune realtà, superano il 90%”.

claudio dario“Risultati che rappresentano elementi prioritari nel percorso avviato per la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale – chiude Dario – un progetto che attualmente vede l’intero sistema della sanità veneta, operatori in primis, fortemente impegnato con l’obiettivo prioritario di migliorare la qualità di cura, valorizzando esperienze e ottimizzando risorse. E tutto ciò grazie a soluzioni di sanità digitale che rendono più sostenibili i servizi sanitari regionali”.

Nella motivazione per l’assegnazione viene sottolineato come “la rilevante numerosità dei soggetti coinvolti dimostra che è possibile estendere un progetto di successo, ottenendo grandi risparmi complessivi. L’iniziativa, inoltre, rappresenta un progetto pilota nell’ambito sanitario con riferimento al macrotema del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)”.

Sono ben 23 le aziende sociosanitarie e ospedaliere venete riunite per la gestione digitale del ciclo di firma, certificazione, archiviazione, estrazione, distribuzione e conservazione dei referti digitali. Concluso nel 2012, permette oggi alla popolazione veneta, quasi 5 milioni di abitanti, di scaricare i propri referti dal sito internet delle aziende sociosanitarie e ospedaliere di riferimento, senza doversi recare allo sportello.

Il progetto della Regione Veneto coordinato dal Consorzio Arsenàl.IT – Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la sanità digitale che ha come socie le 23 aziende ulss e ospedaliere venete – ha permesso di ridurre i tempi di refertazione del 61,3%. Inoltre, non solo la pratica di riuso ha garantito di migliorare l’applicazione di scarico referti, rendendola più facilmente adattabile ad altri contesti, ma anche di mettere a disposizione dati certificati di utilizzo e risparmio economico.

120 milioni di euro ogni anno risparmiano i cittadini veneti che non si devono più spostare e perdere tempo in fila agli sportelli per ritirare i referti e 56 milioni di euro in tre anni a disposizione delle aziende sanitarie della Regione per migliorare i servizi, tenendo conto del personale impiegato e dei materiali consumati nel ciclo cartaceo.

Ambiente, green economy, Pubblica Amministrazione, Sostenibilità

DOSSIER 2013 sui costi dell’energia in Italia. “Green New Deal” il 6 e 7 novembre.

energia italia costi 2013

Anteprima del Dossier presentato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in preparazione degli Stati Generali della Green Economy che sono in programma il 6 e 7 novembre 2013 a Rimini.

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pdf DOSSIER Costi energia Italia 2013

Tra il 2000 e il 2012 i prezzi del petrolio sono aumentati di oltre il 200%, quelli del carbone del 160% e del gas sul mercato europeo di circa il 300%.

Energie rinnovabili: tra il 2006 e il 2012 il prezzo medio orario dell’energia elettrica si è quasi dimezzato.

Il Paese ha anche guadagnato in ricchezza interna: su 1000 € spesi con le rinnovabili ne rimangono in Italia fino a 900€. Se si confrontano 1000 € investiti sulla produzione elettrica da gas ne restano sul territorio nazionale 200€, il resto va alle economie straniere.

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fonti:

Comunicazione, digitale, Europa, Innovazione, Marketing, Pubblica Amministrazione, Sistemi gestionali, Società della Conoscenza, Statistiche, Venezia

Tra le due rivoluzioni in corso (carta ed elettronica) dal 1° gennaio è obbligatorio tracciare vendite e rese di quotidiani e periodici

Paul Saffo e Daniele Callini in Studio Baroni png

Oggi prendiamo spunto dall’interessante post “Amanuensi“, scritto da PierLuca Santoro che è l’Autore de “Il Giornalaio”, nel quale mette in evidenza l’obbligo (decorrenza 1 gennaio 2013) che ricade su tutta l’intera filiera distributiva della comunicazione stampata.

Questa cosa italiana dei giorni nostri… è come un terremoto silenzioso, carsico, sottovento… che va ancora più in profondità del sistema della comunicazione su carta stampata, va alle radici del sistema informativo dei quotidiani e periodici su carta, cioè un mondo che produce, ancora adesso, comunicazione a go go.

La stampa di quotidiani e periodi dà lavoro a migliaia di persone, è un mondo che, fino a qualche decennio fa, usava il piombo a nastro… ma che ha saputo gradualmente evolversi fino all’attuale punto di non ritorno, cioè “giornale tablet”.

Il punto della situazione evolutiva di questo mondo l’ha ben rappresentato Luca De Biase come possiamo leggere in questa discussione 2011 tenutasi all’interno dell’intenso programma del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia (p.s. programma 2013 in gestazione qui).

Stiamo parlando di quel qualcosa che ha avvio al quella che possiamo essere stata la “prima Rivoluzione della Comunicazione” grazie a quanto è stato inventato dal famoso Johann Gutenbergorafo, inventore e tipografo tedesco, inventore della stampa a caratteri mobili moderna. Senza addentrarci troppo nella storia, ricordiamo solo che fu un’invenzione molto importante che fece da cerniera tra la fine Medio Evo e l’inizio del Rinascimento. 500 anni fa, qui da noi, avevamo Venezia con l’Armenia, già capitale dell’innovazione culturale europea di quel tempo. Grande, infatti, era la mole di libri fabbricati nella Serenissima laguna grazie alle esperte mani armene giunte a Venezia dalle terre del Monte Ararat. Per onore della storia, a dirla quasi tutta sotto l’aspetto della storia della carta stampata, prima degli europei sono arrivati i cinesi con la stampa a blocchi di legno (epoca Dinastia Tang). Tuttavia esistono testimonianze su questo metodo di stampa a fantasie su tessuto che portano in Egitto a prima dell’anno 220.

Bene, ma ora ritorniamo “sul pezzo” come si usa dire, cioè andiamo a comprendere a cosa mira la nuova norma italiana approvata nel 2012 dal Parlamento. Essa mirerebbe ai seguenti due obiettivi:

  1. favorire la modernizzazione del sistema di distribuzione e vendita della stampa quotidiana e periodica;
  2. assicurare una adeguata certificazione delle copie distribuite alle quali, tra l’altro, dal 2013 sono legati i finanziamenti statali.

Questa nuova norma va certamente a gravare sul sistema della carta stampata che è già stato fortemente provato dall’aggressività televisiva pubblica e privata. Già, proprio quella TV amata e odiata con bizzeffe di petizioni contro il canone da pagare oppure accustaa di essere faziosa, di parte, manovrata e chi più ne ha più ne metta. Già proprio quella TV che ha recentemente cambiato pelle sbarcando sul digitale con centinia e centinaia di canali pubblici e privati, a pagamento e gratuiti. E’ quella TV ancora più aggressiva che ti puoi vedere sul tablet e sul cellulare che aggredisce ancor di più il provato mondo della cosiddetta carta stampata anche accusata di usare inchiostri inquinanti e carte patinate non sempre riciclate.

MA COSA FANNO GLI ATTORI DI QUESTO SISTEMA?

  • EDITORI > Gli Editori (che sono tutti rappresentati nel sindacato FIEG) – come dice “Il Giornalaio” – già prima dell’approvazione della legge dichiaravano di star già lavorando all’informatizzazione delle edicole, ad oggi, con un obbligo legislativo preciso, non vi è traccia alcuna della piattaforma software promessa;
  • EDICOLANTI > Attualmente non c’è un sindacato unico (è stato il loro principale elemento di debolezza), la loro rappresentanza è sparsa in 5 sindacati, per altro “misti” tra 2 federazioni dei sindacati CGIL UIL e UGL + 2 categorie di settore come Confesercenti e Confcommercio. Va comunque sottolineato che il Sindacato più rappresentativo è sempre stato il SINAGI e fa riferimento alla CGIL. La novità nella novità è la lettera UNITARIA dei 5 rappresentati nazionali degli edicolanti. La lettera è di due settimane fa e chiedeva un incontro ai massimi livelli della FIEG. In questo contesto degli edicolanti merita evidenza la Metodologia di controllo nel lavoro di accertamento dell’Agenzia delle Entrate utilizzata da alcuni anni sui codici attività ATECOFIN 2004 (52.47.2)  e ATECO 2007 (47.62.10) sempre relativi a Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici (fonte);
  • GIORNALISTI E LAVORATORI CARTA STAMPATA > N.P. (per ora) Non Pervenuto… ma c’è da crederci che diranno qualcosa alle loro “proprietà”, cioè l’Editore dove lavorano, perché questa potrebbe essere un’altra mina vagante al loro lavoro che non sta in piedi solo con gli incassi dalla vendita dei quotidiani e periodi. Un caso per tutti, giusto per capire che non è affatto facile fare gli Editori della carta stampata, è quello  di Luca Telese con il progetto Pubblico Giornale (conosciuto semplicemente come Pubblico). Il quotidiano è durato tre mesi, fondato a Roma nel settembre 2012 e chiuso il 31 dicembre.
  • AGENZIE DI MARKETING E PUBBLICITA’ > Con la certificazione dei dati reali qualcosa potrebbe cambiare in termini di trasparenza certificata. I soggetti interessati a questi cambiamenti sono quelle persone che hanno il filo diretto con i vertici delle aziende italiane, ovvero con chi decide e gestisce i budget degli investimenti pubblicitari. E’ noto che le agenzie di supporto alle aziende (o le stesse aziende che spesso hanno queste funzioni di marketing e pubblicità in capo al dirigente della comunicazione o al DG) decidono dove investire, sulla carta stampata, leggendo i dati  in base soprattutto alle tirature e diffusione, ma anche penetrazione territoriale e altri fattori che qui ci dilungheremmo troppo a spiegare. E’ evidente che queste persone guarderanno con nuovi e diversi occhiali i dati pubblici accertatati e pubblicati, mese per mese da “Accertamenti Diffusione Stampa Srl“. Giusto per fare l’esempio ecco quattro file con i dati di Ottobre 2012 così organizzati: A) Tiratura media QUOTIDIANI dati OTTOBRE 2012 ITALIA; B) Tiratura media PERIODICI dati OTTOBRE 2012 ITALIA; C) Resa media QUOTIDIANI dati OTTOBRE 2012 ITALIA; D) % Resa media su Tiratura media QUOTIDIANI dati OTTOBRE 2012 ITALIA.

Alla fine, rimane solo una domanda: come verranno gestiti i dati certificati? La cui risposta si trova nella LEGGE 16 luglio 2012, n. 103 (che ha convertito in legge, con modificazioni, il DL 18 maggio 2012, n. 63 “disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale”).

E, per concludere con il ragionamento delle rivoluzioni in atto, ecco qui sott il testo e i riferimenti delle due citazioni pubblicate dagli amici Paul Saffo  e Daniele Callini. Proviamo a metterle insieme, una dopo l’altra, per tentare di dare ancora più senso al lor pensiero.

  1. Paul Saffo afferma che “stiamo vivendo una fase compresa tra due rivoluzioni, quella della carta, non del tutto trascorsa, e quella dell’elettronica, non del tutto sviluppata” – v. in SANTORO Michele, A metà del guado. Riflessioni in controluce fra cartaceo e digitale, in “Burioni Ricerche”, www.burioni.it/forum/santoro-guado.htm, 01.09.2000, pag. 1.
  2. Daniele Callini ritiene che la società post-industriale è praticamente avvolta dalle nuove tecnologie dell’informazione e dell’apprendimento, che hanno già fortemente trasformato e ancora trasformeranno profondamente la struttura sociale, economica, ed antropologica in direzioni non sempre prevedibili. (v. in CALLINI Daniele, Società post-industriale e sistemi educativi, Franco Angeli, Milano, 2006, pag. 48).
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eHealth, ovvero l’innovazione digitale nella Sanità

Nell’attuale Società dell’informazione il passaggio all’economia digitale rappresenta un importante fattore di innovazione, sviluppo e creazione di nuovi posti di lavoro. Le grandi trasformazioni in atto interessano tutti i settori dell’economia. Nella Sanità l’innovazione si chiama eHealth.


eHealth, ovvero il complesso di risorse, soluzioni e tecnologie informatiche di rete che esprime un mercato europeo stimato attorno ai 15 miliardi con trend di crescita annua pari che sfiora il 3%. Studio Baroni propone questo sintetico approfondimento sull’argomento.

eHealth innovare la Sanità