Web 2.0 per comunicare l’azienda
Corso Web 2.0 per Comunicare l’azienda in modo efficace – 20 ore
Problem solving e creatività
Corso Tecniche di problem solving e creatività – 12 ore
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download -Guida ai Finanziamenti Europei 2014 – by Unioncamere Veneto
Prima di approfondire i 10 punti, “studio baroni” suggerisce di tener conto del bilancio europeo 2014-2020. La Politica di Coesione investirà 325 miliardi di euro negli Stati membri. Sono interessate soprattutto le regioni ed anche le città europee di qualsiasi dimensione.
Lo scopo della Commissione è orientato a realizzare importanti macro obiettivi in tema di crescita e occupazione. In particolare, sul tema Coesione, vedi qui come si stavano sviluppando gli indirizzi del Governo Italiano.
La notizia di questi giorni è l’avvenuta pubblicazione, da parte di Unioncamere Veneto, della “Guida ai finanziamenti europei“, in versione aggiornata 2014.
Anche questa modalità di comunicazione è interessante perché, a Nordest, il Sistema Camerale ha offerto la possibilità (a tutti gli enti, imprese ed organizzazioni) di seguire passo dopo passo la materia nel corso degli anni.
Per esperienza diretta e, nel richiamare il linguaggio digitale, “studio baroni” evidenzia la buona pratica Pubblica che, in questo questo post, viene intesa sottoforma di “Pubblic Release”. In Francia, giusto per avere un modello statale di riferimento, sanno fare molto bene la Pubblica Amministrazione. Ovvero, i francesi non fanno le riforme e le controriforme come in Italia che spesso si impantanano nelle pastoie dei veti e controveti incrociati, talvolta incomprensibili, sia dalle aziende che dalla stessa popolazione italiana.
“Public Release”, anche nel senso di aggiornare efficacemente la PA con semplicità. Come si fa con le nuove versioni dei software o delle app. Le release, nel linguaggio digitale, possono avere intensità “minor” oppure “major” quando si fa un cambiamento abbastanza radicale.
I francesi, che hanno un oliato sistema deliberativo, sono semplici ed efficaci, come una vera e propria “macchina” della PA. In pochissimo tempo riescono ad implementare le innovazioni. Ci sono moltissimi casi che si potrebbero citare. Così facendo riescono, senza troppa fatica e intoppi burocratici, ad adattarsi allo sviluppo e guidare responsabilmente la propria società contemporanea d’oltralpe. In questo modo ne traggono beneficio tutti, in particolar modo le aziende che hanno riferimenti utili e sicuri. Sono soddisfatti che i loro enti locali perché riescono a stare “al passo con i tempi” in modo intelligente e – soprattutto – nell’interesse generale del loro Paese per il Bene Comune.
Per fare un altro esempio, forse ancora più calzante, è come parlare dello sviluppo di un modello auto. In questo senso, viene più facile pensare ai passi evolutivi, fatti nel tempo dal 1974, dalla Volkswagen con la mitica Golf. Più di altre case automobilistiche, ha saputo comunicare bene le “Auto Release”. Coerenza nel nome del modello e nelle forme dell’auto, migliorando, innovando e progredendo in bellezza, comfort e sicurezza.
Pubblicato dal Ministero dell’Istruzione un vademecum sul nuovo impianto organizzativo che vedrà la sua realizzazione a partire dal prossimo anno scolastico 2010/2011. Sei licei, istituti tecnici suddivisi in due settori con undici indirizzi, istituti professionali suddivisi in due settori e sei indirizzi.
Quattro dei sei diplomi liceali (classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane) si pongono in continuità – per durata, numero e tipo di materie e orari (allineati sulle 30 ore settimanali, 27 nel biennio iniziale, ad eccezione del liceo classico che prevede 31 ore nel secondo biennio e nel quinto anno) – con i tradizionali corsi di ordinamento. Ad essi si affiancano il nuovissimo liceo musicale e coreutico (32 ore settimanali) e i percorsi artistici che, da oltre quaranta, si ridurranno a sei, con un orario settimanale di 34 ore al biennio iniziale e di 35 ore nei tre anni successivi.
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Questo riportato sotto è il discorso del presidente americano Barack Obama tenuto sul web e in tv l’8 settembre 2009 in occasione della riapertura delle scuole dalla Wakefield High School di Arlington, in Virginia, davanti a centinaia di studenti di tutto il paese dai sei a 18 anni.
Prima di passare alla lettura del discorso, è apportuno sottolinerare che nel programma ufficiale di Obama, quello presentato in campagna elettorale, si trovano interessanti spunti sul tema della formazione e delle nuove tecnologie.
Nell’introduzione di questo file Programma ufficiale di Obama 2009.2012 sviluppo e innovazione tecnologica viene chiaramente individuato un problema da risolvere e viene citato un recente studio internazionale nel quale si è “scoperto che le valutazioni nelle materie scientifiche degli studenti degli Stati Uniti sono peggiori rispetto a quelle degli studenti di altre 16 nazioni economicamente sviluppate, addirittura 20 nel caso delle abilità matematiche. Solo un terzo degli insegnanti di scienze delle scuole medie è qualificato a insegnare la propria materia e soltanto metà degli insegnanti di scienze matematiche ha una formazione in questa disciplina”.
Merita inoltre particolare attenzione il progetto del partito di Obama che si pone l’obiettivo di introdurre un Kindle in ogni zainetto, cioè un E-Book di testo nelle scuole americane.
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So che per molti di voi questo è il primo giorno di scuola. E per chi è all’asilo o all’inizio delle medie o delle superiori è l’inizio di una nuova scuola, così un minimo di nervosismo è comprensibile.
Immagino che tra voi ci siano dei veterani a cui manca solo un anno per concludere gli studi e quindi contenti. E, non importa a quale classe siate iscritti, qualcuno tra voi probabilmente sta pensando con nostalgia all’estate e rimpiange di non aver potuto dormire un po’ di più stamattina. So cosa vuol dire. Quando ero giovane la mia famiglia visse in Indonesia per qualche anno e mia madre non aveva abbastanza denaro per mandarmi alla scuola che frequentavano tutti i ragazzini americani. Così decise di darmi lei stessa delle lezioni extra, dal lunedì al venerdì alle 4,30 di mattina. Ora, io non ero proprio felice di alzarmi così presto. Il più delle volte mi addormentavo al tavolo della cucina. Ma ogni volta quando mi lamentavo mia madre mi dava un’occhiata delle sue e diceva: «Anche per me non è un picnic, ragazzo». Ora, io ho fatto un sacco di discorsi sull’istruzione. E ho molto parlato di responsabilità. Della responsabilità degli insegnanti che devono motivarvi all’apprendimento e ispirarvi. Della responsabilità dei genitori che devono tenervi sulla giusta via e farvi fare i compiti e non lasciarvi passare la giornata davanti alla tv. Ho parlato della responsabilità del governo che deve fissare standard adeguati, dare sostegno agli insegnanti e togliere di mezzo le scuole che non funzionano, dove i ragazzi non hanno le opportunità che meritano. Ma alla fine noi possiamo avere gli insegnanti più appassionati, i genitori più attenti e le scuole migliori del mondo: nulla basta se voi non tenete fede alle vostre responsabilità. Andando in queste scuole ogni giorno, prestando attenzione a questi maestri, dando ascolto ai genitori, ai nonni e agli altri adulti, lavorando sodo, condizione necessaria per riuscire. Questo è quello che voglio sottolineare oggi: la responsabilità di ciascuno di voi nella vostra educazione. Parto da quella che avete nei confronti di voi stessi. Ognuno di voi sa far bene qualcosa, ha qualcosa da offrire. Avete la responsabilità di scoprirlo. Questa è l’opportunità offerta dall’istruzione. Magari sapete scrivere bene, abbastanza bene per diventare autori di un libro o giornalisti, ma per saperlo dovete scrivere qualcosa per la vostra classe d’inglese. Oppure avete la vocazione dell’innovatore o dell’inventore, magari tanto da saper mettere a punto il prossimo i Phone o una nuova medicina o un vaccino, ma non potete saperlo fino a quando non farete un progetto per la vostra classe di scienze. Oppure potreste diventare un sindaco o un senatore o un giudice della Corte suprema ma lo scoprirete solo se parteciperete a un dibattito studentesco. Non è solo importante per voi e per il vostro futuro. Che cosa farete della vostra possibilità di ricevere un’istruzione deciderà il futuro di questo Paese, nulla di meno. Ciò che oggi imparate a scuola domani sarà decisivo per decidere se noi come nazione sapremo raccogliere le sfide che ci riserva il futuro. Avrete bisogno della conoscenza e della capacità di risolvere i problemi che imparate con le scienze e la matematica per curare malattie come il cancro e l’Aids e per sviluppare nuove tecnologie ed energie e proteggere l’ambiente. Avrete bisogno delle capacità di analisi e di critica che si ottengono con lo studio della storia e delle scienze sociali per combattere la povertà e il disagio, il crimine e la discriminazione e rendere la nostra nazione più corretta e più libera. Vi occorreranno la creatività e l’ingegno che vengono coltivati in tutti i corsi di studio per fondare nuove imprese che creeranno posti di lavoro e faranno fiorire l’economia. So che non è sempre facile far bene a scuola. So che molti di voi devono affrontare sfide tali da rendere difficile concentrarsi sui compiti e sull’apprendimento. Mi è successo, so com’è. Mio padre lasciò la famiglia quando avevo due anni e sono stato allevato da una madre single che lottava ogni girono per pagare i conti e non sempre riusciva a darci quello che avevano gli altri ragazzi. Spesso sentivo la mancanza di mio padre. A volte mi sentivo solo e pensavo che non ce l’avrei fatta. Non ero sempre così concentrato come avrei dovuto. Ho fatto cose di cui non vado fiero e sono finito nei guai. E la mia vita avrebbe potuto facilmente prendere una brutta piega. Ma sono stato fortunato. Ho avuto un sacco di seconde possibilità e l’opportunità di andare al college e alla scuola di legge e seguire i miei sogni. Qualcuno di voi potrebbe non godere di questi vantaggi. Può essere che nella vostra vita non ci siano adulti che vi appoggiano quanto avete bisogno. Magari nelle vostre famiglie qualcuno ha perso il lavoro e il denaro manca. O vivete in un quartiere poco sicuro, o avete amici che cercano di convincervi a fare cose sbagliate. Ma, alla fine dei conti, le circostanze della vostra vita – il vostro aspetto, le vostre origini, la vostra condizione economica e familiare – non sono una scusa per trascurare i compiti o avere un atteggiamento negativo. Non ci sono scuse per rispondere male al proprio insegnante, o saltare le lezioni, o smettere di andare a scuola. Non c’è scusa per chi non ci prova. Il vostro obiettivo può essere molto semplice: fare tutti i compiti, fare attenzione a lezione o leggere ogni giorno qualche pagina di un libro. Potreste decidere di intraprendere qualche attività extracurricolare o fare del volontariato. Potreste decidere di difendere i ragazzi che vengono presi in giro o che sono vittime di atti di bullismo per via del loro aspetto o delle loro origini perché, come me, credete che tutti i bambini abbiano diritto a un ambiente sicuro per studiare e imparare. Potreste decidere di avere più cura di voi stessi per rendere di più e imparare meglio. E in tutto questo, spero vi laviate molto le mani e ve ne stiate a casa se non state bene in modo da evitare il più possibile il contagio dell’influenza quest’inverno. Qualunque cosa facciate voglio che vi ci dedichiate. So che a volte la tv vi dà l’impressione di poter diventare ricchi e famosi senza dover davvero lavorare, diventando una star del basket o un rapper, o protagonista di un reality. Ma è poco probabile, la verità è che il successo è duro da conquistare. Non vi piacerà tutto quello che studiate. Non farete amicizia con tutti i professori. Non tutti i compiti vi sembreranno così fondamentali. E non avrete necessariamente successo al primo tentativo. È giusto così. Alcune tra le persone di maggior successo nel mondo hanno collezionato i più enormi fallimenti. Il primo Harry Potter di JK Rowling è stato rifiutato dodici volte prima di essere finalmente pubblicato. Michael Jordan fu espulso dalla squadra di basket alle superiori e perse centinaia di incontri e mancò migliaia di canestri durante la sua carriera. Ma una volta disse: «Ho fallito più e più volte nella mia vita. Ecco perché ce l’ho fatta». Nessuno è nato capace di fare le cose, si impara sgobbando. Non sei mai un grande atleta la prima volta che tenti un nuovo sport. Non azzecchi mai ogni nota la prima volta che canti una canzone. Occorre fare esercizio. Con la scuola è lo stesso. Può capitare di dover fare e rifare un esercizio di matematica prima di risolverlo o di dover leggere e rileggere qualcosa prima di capirlo, o dover scrivere e riscrivere qualcosa prima che vada bene. La storia dell’America non è stata fatta da gente che ha lasciato perdere quando il gioco si faceva duro ma da chi è andato avanti, ci ha provato di nuovo e con più impegno e ha amato troppo il proprio Paese per fare qualcosa di meno che il proprio meglio. È la storia degli studenti che sedevano ai vostri posti 250 anni fa e fecero una rivoluzione per fondare questa nazione. Di quelli che sedevano al vostro posto 75 anni fa e superarono la Depressione e vinsero una guerra mondiale. Che combatterono per i diritti civili e mandarono un uomo sulla Luna. Di quelli che sedevano al vostro posto 20 anni fa e hanno creato Google, Twitter e Facebook cambiando il modo di comunicare. Così, vi chiedo, quale sarà il vostro contributo? Quali problemi risolverete? Quali scoperte farete? Il presidente che verrà di qui a 20, 50 o 100 anni cosa dirà che avrete fatto per questo Paese? Le vostre famiglie, i vostri insegnanti e io stiamo facendo di tutto per fare sì che voi abbiate l’istruzione necessaria per saper rispondere a queste domande. Mi sto dando da fare per garantirvi classi e libri e accessori e computer, tutto il necessario al vostro apprendimento. Ma anche voi dovete fare la vostra parte. Quindi da voi quest’anno mi aspetto serietà. Mi aspetto il massimo dell’impegno in qualsiasi cosa facciate. Mi aspetto grandi cose, da ognuno di voi. Quindi non deludeteci, non deludete le vostre famiglie, il vostro Paese e voi stessi. Rendeteci orgogliosi di voi. So che potete farlo. |
Si ringrazia:
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