Ambiente, Biodiversità, Etica

2010, Anno Internazionale della Biodiversità

Il 2010 è l’Anno Internazionale della Biodiversità. Questo sopra è il logo ufficiale (finanziato dal Canada) presentato in Svezia al meeting dell’Unione Europea “Visions for Biodiversity Beyond 2010 – People, Ecosystem Services, and the Climate Crisis”.

Il logo può essere utilizzato da tutte le nazioni per le manifestazioni e celebrazioni dell’Anno Internazionale della Biodiversità.

Per biodiversità si intende l’insieme di tutte le forme viventi, geneticamente dissimili e degli ecosistemi ad esse correlati. Quindi biodiversità implica tutta la variabilità biologica: di geni, specie, habitat ed ecosistemi.

A tal proposito Studio Baroni propone il trailer del film Home, prodotto dal regista Luc Besson in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2009.

Il film, dicono le note di produzione, “è un’ode alla bellezza del pianeta e alla sua delicata armonia. Attraverso i panorami di 54 paesi catturati dall’alto, Yann-Arthus-Bertrand ci porta a compiere un viaggio unico attorno al pianeta, per contemplarlo e per capirlo”.

“Home” denuncia lo stato attuale della Terra, il suo clima e le ripercussioni a lungo termine sul suo futuro. Un tema che viene continuamente espresso lungo tutto il documentario è quello del delicato e fondamentale collegamento che esiste tra tutti gli organismi che vi fanno parte.

Etica, Innovazione, Ricerca, Società della Conoscenza

IN QUALI IMPRESE SI LAVORA MEGLIO IN ITALIA?

Great Place to Work® Institute Italia ha stilato la lista dei migliori ambienti di lavoro in Italia del 2010. A proposito del Great Place to Work, Ilaria Verunelli su IlSOLE24ORE.com sottolinea che si tratta di un ambiente nel quale i dipendenti “si fidano delle persone per cui lavorano, sono orgogliosi di ciò che fanno, e si trovano bene con le persone con cui lavorano”.

.

Ecco la classifica 2010 stilata per l’Italia:

1 Microsoft Italia
855 dipendenti
www.microsoft.it
Settore: ICT – Software
Proprietà: Quotata in borsa
2 Mars Italia
236 dipendenti
www.mars.it
Settore: Industria manifatturiera – Prodotti alimentari
Proprietà: Di proprietà privata
3 Cisco Systems Italy
479 dipendenti
www.cisco.com
Settore: Telecomunicazioni
Proprietà: Di proprietà privata
4 Elica
1227 dipendenti
www.elica.com
Settore: Industria manifatturiera – Mobili
Proprietà: Quotata in borsa
5 Nissan Italia
187 dipendenti
www.nissan.it
Settore: Industria manifatturiera – Distribuzione carburanti
Proprietà: Di proprietà privata
6 W.L. GORE & Associati
87 dipendenti
www.gore.com
Settore: Industria manifatturiera – Tessile e prodotti per il tessile
Proprietà: Di proprietà privata
7 Tetra Pak
704 dipendenti
www.tetrapak.com
Settore: Industria manifatturiera – Macchine e apparecchiature
Proprietà: Di proprietà privata
8 Janssen-Cilag
634 dipendenti
www.janssen-cilag.it
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica – Farmaceutica
Proprietà: Quotata in borsa
9 FedEx Express
892 dipendenti
www.fedex.com
Settore: Trasporti – Trasporti aerei commerciali
Proprietà: Quotata in borsa
10 Medtronic Italia
506 dipendenti
www.medtronic.it
Settore: Medicale – Distributori farmaceutici
Proprietà: Quotata in borsa
11 Decathlon Italia
4418 dipendenti
www.decathlon.it
Settore: Grande distribuzione – Specialità
Proprietà: Di proprietà privata
12 PepsiCo Italia
264 dipendenti
www.pepsi.it
Settore: Industria manifatturiera – Prodotti alimentari
Proprietà: Quotata in borsa
13 Novartis Farma
1716 dipendenti
www.novartis.it
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica – Farmaceutica
Proprietà: Quotata in borsa
14 S.C. Johnson Italy
163 dipendenti
www.scjohnson.it
Settore: Industria manifatturiera – Chimico
Proprietà: Di proprietà privata
15 HILTI ITALIA
1258 dipendenti
www.hilti.it
Settore: Industria manifatturiera – Costruzioni
Proprietà: Di proprietà privata
16 Bristol-Myers Squibb
651 dipendenti
www.bms.it
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica
Proprietà: Quotata in borsa
17 sanofi-aventis Stabilimento di Scoppito (AQ)
342 dipendenti
www.sanofi-aventis.it
Settore: Medicale – Distributori farmaceutici
Proprietà: Quotata in borsa
18 Innovex
189 dipendenti
www.innovex.com
Settore: Medicale – Servizi sanitari
Proprietà: Di proprietà privata
19 MEDIAMARKET (Media World e Saturn)
6222 dipendenti
www.mediamarkt.de
Settore: Grande distribuzione – Elettronica e computer
Proprietà: Di proprietà privata
20 Zeta Service
55 dipendenti
www.zetaservice.com
Settore: Servizi professionali
Proprietà: Di proprietà privata
21 National Instruments Italy
65 dipendenti
www.ni.com/Italy
Settore: ICT – Hardware
Proprietà: Quotata in borsa
22 ConTe.it
161 dipendenti
www.ni.com/Italy
Settore: Servizi finanziari e assicurativi – Assicurazione auto
Proprietà: Di proprietà privata
23 McDonald’s Italia
3075 dipendenti
www.mcdonalds.it
Settore: Strutture per il turismo – Servizi di ristoro
24 Leroy Merlin Italia
5611 dipendenti
www.leroymerlin.it
Settore: Grande distribuzione – Specialità
Proprietà: Di proprietà privata
25 Kellogg Italia
134 dipendenti
www.kelloggs.it
Settore: Industria manifatturiera – Prodotti alimentari
Proprietà: Di proprietà privata
26 RE/MAX Italia
1400 dipendenti
www.remax.it
Settore: Costruzioni e Proprietà immobiliari – Proprietà immobiliari
Proprietà: Di proprietà privata
27 Best Western Italia
61 dipendenti
www.bestwestern.it
Settore: Strutture per il turismo – Alberghi
Proprietà: Cooperativa
28 Merck Serono
621 dipendenti
www.merckserono.it
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica
Proprietà: Quotata in borsa
29 JT International Italia
114 dipendenti
www.jti.com
Settore: Servizi industriali
Proprietà: Di proprietà privata
30 Bon Prix
292 dipendenti
www.bonprix.it
Settore: Grande distribuzione – Abbigliamento
Proprietà: Di proprietà privata
31 Guaber
86 dipendenti
www.guaber.com
Settore: Industria manifatturiera
Proprietà: Di proprietà privata
32 Phoenix Contact
87 dipendenti
www.phoenixcontact.it
Settore: Elettronica
Proprietà: Di proprietà privata
33 Difa Cooper
71 dipendenti
www.difacooper.com
Settore: Biotecnologia e Farmaceutica – Farmaceutica
Proprietà: Di proprietà privata
34 everis Italia
183 dipendenti
www.everis.it
Settore: ICT – Consulenza IT
Proprietà: Di proprietà privata
35 GetaLine
57 dipendenti
www.euronova-italia.it
Settore: ICT – Gestione base dati
Proprietà: Di proprietà privata

A quanto pare il lavoro di analisi viene realizzato soprattutto sulla base di due innovativi strumenti di rilevazione:

  • Il Trust Index© consiste in circa 50 affermazioni su credibilità, rispetto, equità, orgoglio, e cameratismo, ovvero le cinque dimensioni che compongono il Modello© di Great Place to Work® . Ciascuna affermazione, formulata in chiave positiva, rientra in una delle cinque dimensioni del Modello© . Ad esempio su Credibilità: “I Responsabili mi tengono informato/a sulle questioni e sui cambiamenti di rilievo. Alle persone viene data molta responsabilità.”, oppure su Rispetto: “I Responsabili coinvolgono le persone nelle decisioni che influiscono sul loro lavoro e sul loro ambiente lavorativo. Mi vengono offerte opportunità di addestramento e sviluppo per migliorare dal punto di vista professionale.” Inoltre, sempre il Trust Index©, contiene una domanda a risposta aperta che permette ai dipendenti di esprimere, con parole loro, cosa rende la loro azienda eccellente.
  • Il Culture Audit© è uno strumento di rilevazione composto da due parti in questo strumento. Nella parte I, vengono fatte domande sulla demografia dei dipendenti (ad es. numero di dipendenti nel Paese, turnover volontario, composizione etnica, anzianità aziendale, ecc.). Inoltre vengono chieste informazioni generali sull’azienda (ad es. anno di fondazione, fatturati), così come sui benefici offerti ai dipendenti (ad es. palestra, percentuale di premio assicurativo pagato dall’azienda, numero di giorni di ferie). Nella seconda parte del Culture Audit© le domande sono a risposta aperta e permettono all’azienda la possibilità di far conoscere la loro cultura. Le domande della II parte sono in relazione con ill Modello© di Great Place to Work® che è al centro di questa parte della valutazione.

Perché un’azienda si qualifichi per entrare nella classifica dei migliori ambienti organizzativi italiani deve avere un minimo di 50 persone tra personale a tempo pieno e parziale. Qualsiasi organizzazione, privata, pubblica, non profit può partecipare. Il processo di valutazione prevede che un organizzazione esegua le seguenti attività:

  1. Contattare Great Place to Work® Institute Italia , o inviare un email ainfo@greatplacetowork.it per comunicare l’interesse dell’organizzazione a partecipare (n.b. fornire un nome e informazioni di una persona da contattare in azienda).
  2. Distribuire, secondo specifiche linee guida, un questionario di rilevazione degli atteggiamenti (Great Place to Work® Trust Index©) a un campione selezionato casualmente della popolazione aziendale tra le 50 e le 500 persone. La compilazione del questionario richiede alle persone 15′; i dipendenti lo rispediscono in una apposita busta con le spese postali prepagate.
  3. Completare il Questionario azienda (il Culture Audit© di Great Place to Work®); questo strumento richiede dati sull’organizzazione e risposte a domande aperte sulle pratiche di gestione delle persone, la filosofia e l’ambiente di lavoro dell’azienda.
  4. Spedire altro materiale rilevante di documentazione (manuali del dipendente, materiali di orientamento e di reclutamento, newsletter e video per i dipendenti, ecc.) che fornisca un’immagine più completa del perché l’azienda sia un ambiente di lavoro eccellente.

.

Fonti:

.

.

Domotica, Etica, Eventi, Industria, Innovazione, Nanotecnologie, Nordest, Ricerca, Università di Padova

WORKSHOP/“Nanotecnologie, regole e responsabilità. Esperienze e interrogativi dai luoghi dell’innovazione” > 1 e 2 dicembre 2009 a Rovigo

Si terrà a Rovigo l’1 e il 2 dicembre 2009, presso il CUR – Consorzio Università Rovigo in Viale Porta Adige n. 45 il workshop “Nanotecnologie, regole e responsabilità. Esperienze e interrogativi dai luoghi dell’innovazione”.

L’evento è organizzato da CIGA – Centro interdipartimentale di ricerca e servizi per le decisioni giuridico – ambientali e la certificazione etica d’impresa – dell’Università degli Studi di Padova che.

Il workshop intende approfondire i diversi aspetti giuridici, etici e sociali che la regolamentazione delle nanotecnologie pone. Il workshop verrà aperto da un intervento del Prof. Renato Bozio (Università di Padova) dal titolo Quali responsabilità per lo sviluppo delle nanotecnologie che offrirà il punto di vista dello scienziato sulla questione della regolamentazione delle nanotecnologie che ormai investe un campo vastissimo di settori e attività, da quello manifatturiero e del tessile, a quello della medicina e della biotecnologia, da quello della cosmetica, a quello della conservazione degli alimenti, dall’ingegneria alla scienza dei materiali alla domotica, dalla elettronica alla computeristica alla produzione di pannelli fotovoltaici, dall’industria aerospaziale all’industria automobilistica, alla chimica ecc.

Confermare partecipazione via mail a info@ecsin.eu o telefonando al n. 0425 377 511.

DOWNLOAD ABSTRACT: Workshop ECSIN Nanotecnologie regole e responsabilità 1 e 2 dicembre 2009 abstract

Centro ECSIN

European Center for the Sustainable Impact of  Nanotechnology

Viale Porta Adige, 45

45100 Rovigo

Tel. +39 0425 377 511 – 377 501

Fax. +39 0425 377 555

fonte: Veneto nanotech

Etica, Eventi, Pedagogia, Resilienza, Ricerca

Convegno “La resilienza: oltre la tragedia e la rassegnazione”, Milano 20 novembre 2009

Convegno “La resilienza: oltre la tragedia e la rassegnazione”

 

QUANDO: 20 novembre 2009, dalle ore 9 alle ore 17.30

DOVE: Università Cattolica di Milano, L.go Agostino Gemelli, 1 – Milano (MI)

CHI: Centro Pastorale Università Cattolica di Milano con la Società Cooperativa Sociale Kairòs

 

 

PROGRAMMA DEL CONVEGNO

download file: La resilienza oltre la tragedia e la rassegnazione, Convegno Milano 20 novembre 2009

Modera:

  • dott. Enzo Viscardi, Centro Pastorale dell’Università Cattolica

 

ore   9.00:  Saluti delle Autorità Accademiche e Istituzionali

ore   9.15- Introduce:

  • dott.ssa Paola Di Sabato – psicoterapeuta, Kairòs Società Cooperativa Sociale.

ore  9.30 – Relazioni

  • Prof. Francesco Botturi – Fondamenti Filosofici del concetto di resilienza
  • Prof. d. Alberto Cozzi – La resilienza tra promessa di Dio e fiducia dell’uomo
  • Prof.  Giuseppe Vico – La resilienza nella riflessione pedagogica
  • Prof. Rodolfo Proietti – Il medico e la scelta tra mantenimento della vita e condivisione col malato degli obiettivi terapeutici
  • Prof. Domenico Bodega – Crisi economica e resilienza organizzativa
  • Prof. Fabio Sbattella – Resilienti si nasce o si diventa?

ore 13.00: Pausa pranzo
ore  14.30: Approfondimenti e/o presentazioni di esperienze e progetti in gruppi

  • dott.ssa Maria Teresa Fenoglio – Disastri naturali: interventi di emergenza
  • dott. Riccardo Aduasio – La resilienza nella scuola
  • dott.ssa Donata Bianchi – Tutela dei diritti dei bambini
  • dott.ssa Annarita Verardo – violenze e maltrattamenti
  • prof.ssa Cristina Castelli – Promuovere la resilienza attraverso l’arte

ore 16.30: Rientro in plenaria

  • Linee d’azione e progetti per il futuro

 

ore 17.30: Chiusura lavori

Città, Etica, Eventi, Imprese 2.0, Innovazione, Nordest, Padova, Web 2.0

PADOVA Sostenibile & Responsabile, workshop il 12 novembre 2009 con il Team Manager Vittorio Baroni

PROGETTO 2.0 ICONA

Si terrà giovedì 12 novembre alle 10.30 presso il quartiere fieristico di PadovaFiere, presso la 12^ edizione di ExpoScuola, il workshop progettuale di presentazione dell’iniziativa “Il territorio padovano per la Sostenibilità & Responsabilità” che vede il dott. Vittorio Baroni come Autore e Team Manager.

L’evento è promosso dalla Camera di Commercio di Padova e Confservizi e riconoscimento della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Saranno media e book partner NordestEuropa.it e FrancoAngeli Editore.

Per la prima volta in Italia, un’associazione di categoria dei servizi pubblici locali e un ente camerale si sono uniti per sperimentare nel territorio le potenzialità dei Social Network applicate ai temi della sostenibilità e della responsabilità attraverso il corso di formazione “Imprese 2.0”, avviato lo scorso 21 ottobre. Vi partecipano 7 aziende/organizzazioni padovane – AcegasAps, ETRA, Bacino Padova 2, P.R. Consulting, Gaiares Comunicazione, Cartorange e Associazione Daccapo – in un “gruppo pilota” che si farà promotore di un percorso di sensibilizzazione e diffusione dei concetti e dei valori chiave della Responsabilità Sociale di Territorio attraverso la realizzazione concreta del “Vocabolario Padova Sostenibile & Responsabile“.

Vocabolario Padova Sostenibile & Responsabile verso il workshop 12 novembre 2009

Il Vocabolario, in distribuzione nel mese di dicembre, verrà presentato nelle sue linee progettuali nel corso del Workshop del prossimo 12 novembre, a cui interverranno, oltre ai componenti del gruppo pilota, Roberto Furlan(Presidente Camera di Commercio Padova) Lamberto Toscani (Presidente Confservizi Veneto), Francesco Tognana (UNESCO – CNI Italia), Nicola Mazzonetto (Direttore Confservizi Veneto), Giampietro Vecchiato (Vicepresidente FERPI), Luca Dalla Libera (Veneto Responsabile). In allegato il programma dell’evento coordinato dal Team Manager dott. Vittorio Baroni.

Il progetto rientra a pieno titolo tra le iniziative del Decennale sull’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS)proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il periodo 2005-2014 e promosso dall’UNESCO al fine di sensibilizzare governi e società civili alla necessità di educare a un futuro più equo ed armonioso e di promuovere etica e business come due aspetti sinergici e integrati nella gestione aziendale. In questa prospettiva sinergica si colloca la sperimentazione di nuovi paradigmi per l’innovazione e l’organizzazione aziendale basati sulla relazione digitalemediante l’utilizzo dei social network, in ottica di condivisione 2.0. A questo proposito, sono già stati attivati un gruppo su Facebook, un blog del progetto e 2 siti blog per le attività del corso di formazione, un canale file Slideshare e un canale video YouTube e, a breve, una piattaforma Ning.

Ambiente, Etica, Eventi, Obama

OBAMA: discorso al summit ONU sui cambiamenti climatici

summit 2009 onu studio baroni

“L’obiettivo del Summit sui Cambiamenti Climatici, che ho convocato per il 22 settembre, mira a mobilitare una volontà e una visione politica necessarie a raggiungere, durante le trattative di Copenaghen sul clima, un risultato ambizioso e concordato basato sulla scienza.”      Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite

Il Summit si colloca nel contesto della prima Settimana Mondiale del Clima (21 al 25 settembre 2009) focalizzata sul tentativo di creare un sostegno globale per una Petizione per il Clima che sarà presentata dalla società civile ai governi del mondo in dicembre alla Conferenza di Copenaghen sulla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

Ecco il discorso di Obama:

Obama ONUCi tengo a ringraziare il segretario generale per aver organizzato questa riunione e tutti i dirigenti che partecipano al summit. Il fatto che oggi siamo così numerosi dimostra che la minaccia che costituiscono i cambiamenti climatici è grave, pressante e crescente. La reazione della nostra generazione di fronte a questo problema sarà giudicata dalla storia, perché se non attaccheremo arditamente, rapidamente e di concerto, rischiamo di produrre una catastrofe irreversibile per le generazioni future.

Nessuno Stato, che sia grande o piccolo, ricco o povero, può sfuggire agli effetti dei cambiamenti climatici. L’innalzamento del livello dei mari minaccia tutte le coste. Tempeste e inondazioni di sempre più grande ampiezza minacciano tutti i continenti. Siccità e cattivi raccolti producono la sotto-alimentazione e i conflitti in luoghi dove la sotto-alimentazione ed i conflitti sono già frequenti. Nelle isole dove la superficie diminuisce, le famiglie sono già obbligaste ad abbandonare le loro abitazioni per diventare rifugiati del clima. La sicurezza e la stabilità di tutti i Paesi e di tutti i popoli – nostra prosperità, nostra salute e nostra sicurezza – sono in pericolo ed il tempo che abbiamo per rimediare a questa situazione è limitato.

Eppure possiamo porre rimedio. Come ha detto John Kennedy, «I nostri problemi sono creati dall’uomo, possono dunque essere risolti dall’uomo». E’ vero che per troppi anni l’umanità ci ha messo del tempo a reagire o anche a riconoscere l’ampiezza della minaccia climatica. E’ vero anche per il mio Paese. Noi lo riconosciamo. Si tratta però di un nuovo giorno, di una nuova epoca. Sono fiero di poter dire che gli Stati Uniti hanno fatto di più per incoraggiare la produzione di energia pulita e per ridurre l’inquinamento dovuto alle emissioni di CO2 in questi ultimi otto mesi che durante tutto l’altro periodo della loro storia.

Il nostro governo dedica gli investimenti più importanti che abbia mai fatto al settore delle energie rinnovabili; questi investimenti sono destinati a raddoppiare la capacità di produzione di energia eolica ad altre energie rinnovabili in tre anni. In tutti gli Stati Uniti, degli imprenditori costruiscono delle pale eoliche, dei pannelli solari e delle batterie per auto ibride con l’aiuto di garanzie di prestito e di crediti d’imposta, progetti che creano posti di lavoro ed imprese. Noi investiamo miliardi di dollari al fine di ridurre lo spreco di energia nelle nostre abitazioni, nei nostri edifici e quello dovuto alle nostre apparecchiature elettroniche e casalinghe, il che permette anche alle famiglie americane di risparmiare denaro grazie alla riduzione dei loro livelli di elettricità e di carburante.

Abbiamo proposto la prima politica nazionale mirante tanto ad accrescere il risparmio di carburante che a ridurre l’inquinamento dovuto alle emissioni di gas serra per tutte le nuove auto e tutti i nuovi camion, questo farà risparmiare denaro ai nostri consumatori e petrolio al nostro Paese. Noi progrediamo in quello che riguarda la realizzazione dei primi progetti di costruzione di eolico al largo delle coste del nostro Paese. Noi investiamo miliardi di dollari in vista del sequestro del carbonio, in modo che potremo ridurre l’inquinamento causato dalle nostre centrali a carbone. Questa settimana, annunceremo che per la prima volta cominceremo a sorvegliare le quantità di gas serra emesse in tutto il nostro Paese.

Alla fine della settimana, aprirò di concerto con i miei colleghi all’interno del G20 per mettere fine alle sovvenzioni riguardanti I combustibili fossili in modo che possiamo meglio affrontare il problema climatico.

Sappiamo già che il recente calo dell’insieme delle emissioni americane è in parte dovuto alle misure che puntano ad incoraggiare un migliore rendimento energetico ed un migliore impiego delle energie rinnovabili.

Cosa ancora più importante, la Camera dei rappresentanti ha adottato a giugno un testo di legge sull’energia e il clima che dovrà permettere finalmente che l’energia pulita sia una forma di energia redditizia per le imprese americane e ridurre considerevolmente le emissioni di gas serra. Una commissione del Senato ha già esaminato questo testo di legge ed io conto di operare di concerto con altri quando progrediremo.

Dato che nessun Paese può rilevare da solo questa sfida, gli Stati Uniti incitano un numero d’alleati e di persone più grande che mai a trovare una soluzione. In aprile, abbiamo convocato qui negli Stati Uniti la prima delle 6 riunioni del Forum delle grandi potenze economiche sull’energia ed il clima che hanno avuto luogo fino ad oggi. A Trinidad, ho proposto un partenariato sull’energia ed il clima per le Americhe. Noi agiamo con l’intermediazione della Banca mondiale per incoraggiare I progetti di energie rinnovabili e delle tecnologie connesse nei Paesi in via di sviluppo. Infine, accordiamo in posto prioritario alle questioni climatiche nel quadro delle nostre relazioni diplomatiche con dei Paesi così diversi come la Cina e il Brasile, l’India e il Messico, dal continente africano al continente europeo.

Tutte queste misure rappresentano da parte del popolo Americano e del suo governo un riconoscimento di importanza storica. Noi comprendiamo la gravità della minaccia climatica. Noi siamo risoluti ad agire e ci prenderemo le nostre responsabilità verso le generazioni future.

Tuttavia, benché un gran numero di Paesi abbia preso delle misure ardite e condivida la nostra determinazione, non siamo venuti qui per celebrare i progressi odierni. Noi siamo venuti perché occorre progredire molto di più. Noi siamo venuti perché resta molto da fare.

Si tratta di un compito che non sarà facile. Mentre ci apprestiamo ad andare a Copenhagen, non dobbiamo farci illusioni sul fatto che il più difficile è davanti a noi. Noi cerchiamo cambiamenti radicali ma necessari nel bel mezzo di una recessione mondiale, nella quale il compito prioritario di tutti i Paesi è di rilanciare l’economia e di diminuire la disoccupazione. Tutti noi dovremo avremo a che fare nelle nostre rispettive capitali con i dubbi e le difficoltà, su come cerchiamo di raggiungere una soluzione duratura ai problemi climatici.

Io sono venuto qui oggi per dire che le difficoltà non possono servire da scusa per accontentarsi. L’imbarazzo non è più una scusa per l’inazione. Infine, non dobbiamo permettere che la perfezione diventi nemica del progresso. Ognuno di noi deve fare quello che può quando può per far aumentare l’economia del suo Paese senza mettere in pericolo il nostro pianeta e dobbiamo farlo tutti insieme. Noi dobbiamo cogliere l’occasione per fare della riunione di Copenhagen un passo importante nella lotta mondiale contro i cambiamenti climatici.

Noi non possiamo più permettere che le vecchie divisioni che hanno caratterizzato il dibattito sul clima durante tanti anni blocchino i nostri progressi. Si, spetta sempre ai Paesi industriali che hanno causato una gran parte dei danni subiti dal nostro clima nel corso del secolo scorso, tra i quali gli Stati Uniti, di giocare un ruolo di primo piano. Noi continueremo a farlo, investendo nei settori delle energie rinnovabili, favorendo un miglior rendimento e riducendo considerevolmente le nostre emissioni in maniera da raggiungere gli obiettivi che abbiamo fissato per il 2020 e i nostri obiettivi di lunga durata per il 2050.

Tuttavia, anche i Paesi in via di sviluppo rapido che saranno responsabili di quasi tutta la crescita delle emissioni di CO2 nei decenni a venire devono giocare il loro ruolo. Alcuni di questi Paesi hanno già fatto dei grandi progressi per quel che riguarda la produzione di energia pulita e il suo utilizzo. Essi devono però impegnarsi a prendere delle misure vigorose sul loro territorio ed accettare di rispettare questi impegni proprio come fanno i paesi industriali. Noi non possiamo rilevare questa fida se tutti I grandi emettitori di gas serra non agiscono di concerto. Non c’è altra soluzione.

Noi dobbiamo anche raddoppiare i nostri sforzi per mettere gli altri Paesi in via di sviluppo, in particolare i Paesi più poveri e più vulnerabili, sulla strada di una crescita sostenibile. Questi Paesi non dispongono delle stesse risorse per lottare contro i cambiamenti climatici di Paesi quali gli Stati Uniti o la Cina, ma sono loro ad avere l’impegno più immediato per una soluzione, perché conoscono già gli effetti del riscaldamento del nostro pianeta: la fame, la siccità, la sparizione dei villaggi costieri e i conflitti dovuti alla rarità delle risorse. Il loro futuro non è più la scelta tra un’economia crescente ed un pianeta più pulito, perché la loro sopravvivenza dipende da entrambe. La riduzione della povertà avrà poco effetto se non si può raccogliere quel che si è seminato o trovare dell’acqua potabile.

E’ per questo che incombe su di noi di fornire l’aiuto finanziario e tecnico del quale questi Paesi hanno bisogno per adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e per incoraggiare uno sviluppo che causi poche emissioni di CO2.

Dopo tutto, quel che ricerchiamo non è semplicemente un accordo sulla limitazione delle emissioni di gas serra. Noi cerchiamo di concludere un accordo che permetterà a tutti i Paesi di conoscere un buon tasso di crescita e di aumentare il livello di vita della popolazione senza mettere in pericolo il nostro pianeta. Mettendo a punto delle tecnologie non inquinanti e condividendo il nostro know how, noi possiamo aiutare i Paesi in via di sviluppo ad evitare le tecnologie inquinanti ed a ridurre le emissioni pericolose.

Signor segretario generale, mentre siamo riuniti qui oggi, la buona notizia é che, dopo tanti anni di inazione e negazione, la maggior parte dei Paesi riconoscono finalmente l’urgenza del problema che ci si pone.

Noi sappiamo quel che conviene fare. Noi sappiamo che l’avvenire del nostro pianeta dipende da un impegno mondiale a ridurre in modo permanente l’inquinamento dovuto ai gas serra. Noi sappiamo che, se adottiamo le regole e gli incentivi appropriati, daremo libero corso al potere creativo dei nostri migliori scienziati, ingegneri ed imprenditori per costruire un mondo migliore. Un gran numero di Paesi hanno già fatto il primo passo sulla via che porta alla realizzazione di questo obiettivo. Questa strada sarà però lunga e difficile e noi non abbiamo molto tempo per arrivare fino alla conclusione. E’ una via che esigerà che ciascuno di noi perseveri nonostante le battute di arresto per progredire poco a poco, anche quando ci saranno degli ostacoli.

Cominciamo dunque subito, perché se siamo flessibili e pragmatici, se possiamo decidere di lavorare instancabilmente e di concerto, noi potremo allora realizzare il nostro obiettivo comune, vale a dire un mondo che sia più sicuro, più pulito ed in migliore salute di quello che abbiamo trovato ed un futuro che sia degno dei nostri figli.

Vi ringrazio.

Link alle altre relazioni pubblicate sul sito ufficiale:

H.E. Mr. BAN Ki-moon, Secretary-General of the United Nations
Dr. Rajendra Pachauri, Chair, Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC)
H.E. Mr. Barack Obama, President of the United States of America
H.E. Mr. Mohamed Nasheed, President of the Republic of Maldives
H.E. Mr. Hu Jintao, President of the Peoples Republic of China
H.E. Mr. Yukio Hatoyama, Prime Minister of Japan
H.E. Mr. Paul Kagame, President of Rwanda
H.E. Mr. Fredrik Reinfeldt, Prime Minister of Sweden
H.E. Mr. Óscar Arias Sánchez, President of Costa Rica
H.E. Mr. Nicolas Sarkozy, President of France
Professor Wangari Muta Maathai, Founder, Green Belt Movement, Kenya (Civil Society)
Ms. Yugratna Srivastava, Asia-Pacific UNEP/TUNZA Junior-Board representative, India, age 13 (Youth)
Mr. Janos Pasztor, Director, Secretary-General”s Climate Change Support Team
H.E. Mr. Tillman Joseph Thomas, Prime Minister of Grenada
H.E. Mr. Ahmad Babiker Nahar, Minister of Environment and Urban Development of Sudan
H.E. Mr. Lars Løkke Rasmussen, Prime Minister of Denmark
H.E. Mr. BAN Ki-moon, Secretary-General of the United Nations
H.E. Mr. Lars Løkke Rasmussen, Prime Minister of Denmark

Fonti:


Città, digitale, enterprise, Etica, Eventi, Facebook, Innovazione, Pubblica Amministrazione, Regioni, Social Network, Web 2.0

Casi territoriali di Network Enterprise 2.0: il Progetto Abruzzo @ Venezia

760x190 a Abruzzo Venezia 2009

Tutto inizia grazie ad internet, con YouTube e una email di fine agosto 2009…

Da Venezia veniva attivato un ponte di contatti circa l’interessante video sul QR-Code pubblicato su YouTube e realizzato dalla Federfarma di Teramo. Poi è stato via via costruito un insieme di mattoncini elettronici… un sito/blog di riferimento “AbruzzoVenezia” e un gruppo promotore che ha lavorato a distanza tra l’Abruzzo e Venezia con l’obiettivo di sviluppare un progetto di cooperazione territoriale all’insegna dell’innovazione digitale.

L’obiettivo al quale si sta lavorando è la partecipazione dell’Abruzzo al VeneziaCamp 2009 in programma all’Arsenale di Venezia dal 23 al 25 ottobre. I promotori del progetto ipotizzano di realizzare un programma ad hoc per sabato 24 ottobre nel quale rendere visibile la proposta di partecipazione abruzzese con iniziative e attività di vario genere. Innovazione digitale, comunicazione, turismo sostenibile, arte e spettacolo, cultura della solidarietà, social e business network, idee per lo sviluppo di cooperazione territoriale tra l’Abruzzo e Venezia… sono alcuni degli argomenti presi in esame per la progettazione.

La Conferenza di presentazione si terrà a Roseto venerdì 25 settembre alle ore 18:00, presso Hotel Roses, Viale Makarska 1. Interverrà da Venezia Vittorio Baroni che è tra i collaboratori all’evento che è stato spostato dall’Isola del Lazzaretto Vecchio all’Arsenale di Venezia. Nell’occasione verrà illustrata l’innovativa modalità di lavoro Network Enterprise 2.0 e la “Carta Etica” contenente il Protocollo per l’adesione e la partecipazione al progetto.

Sabato 26 settembre a Teramo si terrà un Workshop aperto alla partecipazione con dei gruppi di lavoro, l’appuntamento è alle ore 10:00 presso la sede di Federfarma in Via Cona 108,  allo scopo di raccogliere idee, impostare l’organizzazione e la logistica. Il lavoro proseguirà poi via internet sul blog del progetto e mediante il gruppo già operativo su facebook.

Tra le prime adesioni di sponsor c’è Li8Li, STUDIO BARONI e TELEART che hanno offerto l’organizzazione, poi altre realtà sono in attesa di essere consolidate con la sottoscrizione della “Carta Etica”. Molto apprezzata quella del “Gruppo Baltour” che ha manifestato la disponibilità di mettere gratuitamente ad disposizione le proprie linee di bus già attive tra l’Abruzzo e Venezia. Altri contatti informali sono stati avviati con la Camera di Commercio di Teramo, diversi comuni, la Regione Abruzzo e la Provincia di Teramo, nonché altri enti potenzialmente interessati.

La manifestazione di Venezia si terrà in un luogo simbolo della città lagunare: l’Arsenale. Uno spazio importante che diede luce ai fasti della Serenissima e che ora per diventare nuovamente officina di innovazione: dalla pece alla rete, dalle galee al web, l’arsenale sarà di nuovo luogo di “navigazione”.

Tornare coi temi dell’innovazione all’arsenale ha oggi anche una grandissima valenza cultrale, economica e sociale. L’Arsenale costituisce una parte molto estesa della città storica e fu il cuore dell’industria navale veneziana a partire dal XII secolo. È legato al periodo più florido della vita della Serenissima: grazie alle imponenti navi qui costruite, Venezia divenne la grande potenza del mediterraneo che tutti conoscono.

L’Arsenale di Venezia si può considerare la prima fabbrica al mondo, dato che rappresenta l’esempio più importante di grande complesso produttivo a struttura accentrata dell’economia preindustriale. Infatti il termine arsenale deriva dall’arabo daras-sina’ah, cioè “casa d’industria”. Il termine, noto ai Veneziani tramite i loro frequenti contatti commerciali con l’Oriente, sarebbe passato al veneziano darzanà, poi corrotto nel tempo nella forma arzanà, citata anche da Dante nella Divina Commedia, quindi, attraverso arzanàl e arsenàl, alla forma finale di arsenàle.

Info barra

abruzzovenezia@li8li.com – tel. 393 204348880

Sito/blog ufficiale del progetto: http://abruzzovenezia.wordpress.com

Gruppo su facebook: http://www.facebook.com/group.php?gid=276120100577

Comunicato Stampa del Comune di Venezia circa la sede all’Arsenale

Wiki ufficiale dell’organizzazione

Etica, Marketing, Social Network, Web 2.0

Il marketing del passaparola ha un Codice Etico

social network

Con l’evoluzione dei social network e della comunicazione digitale in genere intesa come 2.0, diventa sempre più importante la relazione tra le persone.

 

Nell’ambito delle attività di promozione e sviluppo viene utilizzato sempre più di frequente il marketing virale poichè permette di sfruttare la capacità comunicativa dei singoli soggetti interessati per trasmettere il messaggio ad un numero esponenziale di utenti finali. Il Marketing virale è una sorta di passaparola e da questo ne sta nascendo una abilità professionale.

L’Associazione Wommi ha fatto attecchire anche in Italia il Codice Etico del Word Of Mouth Marketing, cioè il marketing del passaparola. L’essenza del Codice Womma, a cui quello del Wommi aderisce, è riconducibile all’onestà in tre ambiti diversi, sintetizzabili con l’acronimo ROI:

  • Onestà di Relazione: rivelare sempre per conto di chi si sta parlando;

  • Onestà di Opinione: dire esattamente ciò che si pensa;

  • Onestà d’Identità: mai occultare la propria identità.

Wommi si pone l’obiettivo di riunire tutti quelli che in Italia si occupano del passaparola come strumento di marketing: professionisti, ricercatori, aziende, organizzazioni. Lo scambio di idee, esperienze e soluzioni è guidato da questi 5 punti fondamentyali che compongono il Codice Etico per il passaparola:

  1. Persone felici e interessate parleranno bene di te. Non serve molto altro. Comprendi a fondo questo concetto, dedicati ad esso e riscuoterai successo con il word of mouth marketing.
  2. L’opinione onesta e autentica è il nostro medium. Non diciamo alla gente cosa dire e come dirlo. Riteniamo che le persone devono essere libere di farsi una propria opinione e di condividerla con parole proprie. Sosteniamo la conversazione naturale e stiamo molto attenti a non distorcerla.
  3. Sosteniamo, avviamo e semplifichiamo la condivisione. I professionisti del word of mouth usano tecniche creative per incoraggiare la comunicazione. Facilitiamo la conversazione tra le persone, creiamo cose interessanti di cui parlare, creiamo community per condividere idee, e lavoriamo per trovare quelle persone che dovrebbero conoscere quello che facciamo. La pubblicità tradizionale spinge le idee sui consumatori. Noi aiutiamo a far circolare le buone idee.
  4. Il word of mouth non può essere falsificato. L’inganno, l’ infiltration, la disonestà, lo shilling, e altri tentativi di manipolare i consumatori o la conversazione sono deplorevoli. I professionisti del marketing onesti non ricorrono a queste pratiche, non lo faranno, e se ci provano saranno smascherati. I comportamenti scorretti saranno messi in evidenza dal pubblico e si ritorceranno in maniera letale contro chiunque li utilizzi.
  5. Il word of mouth marketing dà potere al consumatore. I consumatori hanno il controllo e sono loro a dettare le condizioni di un   rapporto nuovo, più sano tra i professionisti del marketing e le persone che usano i loro prodotti. I consumatori richiedono alle aziende soddisfazione, rispetto, prodotti e servizi eccezionali. Quando le aziende glieli offrono, le persone lo comunicano ai loro amici. I professionisti del word of mouth lavorano per accelerare questo processo, rimpiazzando la pubblicità aggressiva con servizi che mettano al centro il cliente, supporto e comunicazioni bidirezionali.

Secondo il punto di vista di Gianluca Diegoli  “teoria e pratica del passaparola” (pubblicato su APOGEOnline) se ci mettiamo dal “punto di vista dell’azienda, l’obiettivo può essere alimentare passaparola diretto, verso i lettori dei blog interessati, o indiretto, cioè attraverso l’inserimento di questi post nei motori di ricerca, per un prodotto che normalmente non genera passaparola spontaneo. Da questo punto di vista, l’operazione ha senz’altro ottenuto l’effetto indiretto (quello della Search Engine Optimization). Molto poco rilevante appare invece il passaparola diretto generabile da questi blog, che sono letti da una audience assoluta molto limitata, soprattutto se rapportata ai mercati di massa di riferimento, molto spesso costituita dalla mera rete sociale del blogger, in modo analogo a un profilo di un social network.”

Ma Diegoli (che ricordiamo è l’autore del libro scaricabile online “[mini]marketing” ) sottolinea che “l’altro obiettivo possibile, dal punto di vista dell’azienda, è ottenere un feedback sul prodotto in modo da migliorarlo o comunque capire come indirizzarlo e posizionarlo. L’azienda, però, appare al momento assente dalla conversazione, non partecipando in nessun modo ai commenti dei lettori dei post, confermando l’impressione che queste operazioni vengano svolte in totale outsourcing senza che una trasformazione in senso enterprise 2.0 sia stata veramente iniziata o pensata al proprio interno. Impressione confermata dal “sito fortezza” del produttore, in cui non solo non è permesso lasciare feedback o commenti, ma in cui nemmeno è citata l’operazione di invio ai blogger, vanificando così qualsiasi possibilità di bidirezionalità o di umanizzazione della comunicazione.”.